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Revocazione della revocazione: inammissibile il ricorso

Una società, dopo una serie di ricorsi falliti contro una cartella di pagamento, ha proposto un ricorso per revocazione contro una decisione della Cassazione. Una volta rigettato anche questo, ha tentato un’ulteriore impugnazione, una “revocazione della revocazione”. La Suprema Corte ha dichiarato quest’ultimo ricorso manifestamente inammissibile, ribadendo che la legge vieta espressamente di impugnare con la revocazione una decisione già emessa in un giudizio di revocazione, al fine di garantire la certezza e la definitività dei procedimenti giudiziari.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Revocazione della Revocazione: La Cassazione Mette un Punto Fermo

Nel complesso mondo del diritto processuale, esistono principi volti a garantire che ogni controversia giunga a una conclusione definitiva. Uno di questi è il divieto della cosiddetta revocazione della revocazione, un concetto ribadito con forza dalla Corte di Cassazione in una recente ordinanza. Questa decisione sottolinea l’impossibilità di impugnare all’infinito le decisioni giudiziarie, ponendo un limite invalicabile per assicurare la certezza del diritto.

I Fatti del Caso: Un Complesso Percorso Giudiziario

La vicenda ha origine da una cartella di pagamento notificata a una società per l’anno d’imposta 2007. La società ha impugnato l’atto dinanzi alla giustizia tributaria, ma sia il ricorso in primo grado sia l’appello in secondo grado sono stati respinti o dichiarati inammissibili per vizi procedurali.

Non arrendendosi, la società ha proposto ricorso in Cassazione, ma anche questo è stato rigettato. Successivamente, ha tentato la via della revocazione contro l’ordinanza della Suprema Corte, sostenendo un presunto errore di fatto. Anche questo tentativo è fallito, con la Cassazione che ha dichiarato inammissibile il ricorso per revocazione.

Imperterrita, la società ha compiuto un ultimo, audace passo: ha proposto un nuovo ricorso per revocazione, questa volta contro la decisione che aveva respinto il primo ricorso per revocazione. È su questo ultimo atto che la Corte si è pronunciata.

La Decisione della Corte: Inammissibilità della “Revocazione della Revocazione”

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente inammissibile. La decisione è netta: non è consentito dal nostro ordinamento giuridico proporre una “revocazione della revocazione”. Si tratta di un tentativo di impugnazione non previsto dalla legge, che mira a rimettere in discussione una questione già decisa in una sede, quella della revocazione, che è essa stessa un rimedio straordinario. Di conseguenza, la società ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali, a una sanzione per responsabilità aggravata e a una somma in favore della cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Il Divieto di Impugnare una Decisione su Revocazione

La motivazione della Corte si fonda su un principio cardine del diritto processuale, cristallizzato nell’articolo 403 del codice di procedura civile. Questa norma stabilisce in modo inequivocabile che “non può essere impugnata per revocazione la sentenza pronunciata nel giudizio di revocazione”.

Questo divieto serve a uno scopo fondamentale: evitare che i processi si protraggano all’infinito. Se fosse possibile impugnare per revocazione una decisione che ha già giudicato su un’istanza di revocazione, si creerebbe un circolo vizioso senza fine, minando il principio della ragionevole durata del processo e della stabilità delle decisioni giudiziarie (il cosiddetto “giudicato”).

La Corte ha inoltre sottolineato che le argomentazioni della società ricorrente, relative a un presunto difetto di giurisdizione del giudice tributario, non costituivano un errore di fatto (l’unico che può giustificare una revocazione), ma una valutazione di natura giuridica, peraltro infondata. La Cassazione ha citato la propria giurisprudenza consolidata, secondo cui le sentenze e le ordinanze emesse nel giudizio di revocazione esauriscono i mezzi di impugnazione ordinari, non essendo suscettibili di una nuova impugnazione per la stessa causa.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza offre un importante chiarimento pratico: una volta che la Corte di Cassazione si è pronunciata su un ricorso per revocazione, quella decisione è definitiva e non può essere nuovamente messa in discussione attraverso lo stesso strumento. L’istituto della revocazione della revocazione non esiste e ogni tentativo di percorrerne la strada è destinato al fallimento, con conseguenze economiche significative per la parte che lo intraprende.

La decisione riafferma l’importanza del principio del giudicato, che copre non solo ciò che è stato dedotto (il “dedotto”) ma anche ciò che si sarebbe potuto dedurre (il “deducibile”). Per avvocati e contribuenti, il messaggio è chiaro: i rimedi processuali, specialmente quelli straordinari come la revocazione, devono essere utilizzati con cognizione di causa e nel rigoroso rispetto dei limiti imposti dalla legge, per evitare di incorrere in dichiarazioni di inammissibilità e in pesanti condanne accessorie.

È possibile impugnare per revocazione una decisione che ha già giudicato su un precedente ricorso per revocazione?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che è inammissibile. L’art. 403 del codice di procedura civile vieta espressamente la “revocazione della revocazione”.

Qual è la ragione principale per cui la “revocazione della revocazione” non è permessa?
La ragione è garantire la stabilità e la conclusione dei processi giudiziari. Se fosse permessa, si creerebbe un ciclo infinito di impugnazioni, impedendo a una sentenza di diventare definitiva e violando il principio della ragionevole durata del processo.

Cosa succede a chi propone un ricorso palesemente inammissibile come questo?
La parte viene condannata al pagamento delle spese processuali, a una somma per responsabilità aggravata (per aver agito in giudizio senza la normale prudenza), al versamento di una somma alla cassa delle ammende e, infine, al versamento di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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