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Revoca patrocinio a spese dello Stato: quale termine?

Un contribuente, dopo essersi visto revocare l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato, ha impugnato il provvedimento. La Corte di Cassazione, rilevando una lacuna normativa sui termini per l’impugnazione nel processo tributario, non ha deciso il caso. Ha invece rimesso la questione alle Sezioni Unite per stabilire se il termine per opporsi alla revoca del patrocinio a spese dello Stato sia di 20 o 30 giorni, al fine di garantire certezza del diritto.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Revoca Patrocinio a Spese dello Stato: la Cassazione Interroga le Sezioni Unite sui Termini di Impugnazione

Il diritto alla difesa è un pilastro del nostro ordinamento, garantito anche a chi non ha i mezzi economici per sostenerlo attraverso il patrocinio a spese dello Stato. Ma cosa succede quando questo beneficio viene revocato? La recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione solleva un dubbio cruciale sulla revoca patrocinio a spese dello Stato nel processo tributario, ovvero: qual è il termine corretto per impugnare tale decisione? La questione, tutt’altro che formale, è stata ritenuta così importante da essere rimessa alle Sezioni Unite.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale è complessa. Un contribuente ottiene inizialmente l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato dalla Commissione competente presso la Commissione Tributaria Provinciale. Successivamente, su istanza dell’Agenzia delle Entrate, la stessa Commissione revoca il beneficio, ritenendo insussistenti i requisiti reddituali.

Il contribuente si oppone a questa revoca e il Presidente della Commissione Tributaria accoglie la sua opposizione, ripristinando di fatto il beneficio. Tuttavia, la Commissione per il Patrocinio decide di riesaminare autonomamente la posizione del contribuente e, con un nuovo provvedimento, revoca per la seconda volta l’ammissione. È contro quest’ultimo atto che il cittadino propone ricorso in Cassazione.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Il ricorrente ha basato la sua impugnazione su quattro motivi principali:
1. Incompetenza della Commissione: La decisione sull’opposizione alla revoca spettava al Presidente dell’organo giudiziario, non alla stessa Commissione che aveva emesso il provvedimento impugnato.
2. Violazione del giudicato: La Commissione ha riesaminato una questione già decisa con provvedimento definitivo dal Presidente, senza che vi fosse alcun nuovo impulso di parte.
3. Errata valutazione del reddito: La Commissione ha illegittimamente considerato il reddito dei genitori del ricorrente, sebbene non fossero conviventi con lui, in contrasto con quanto previsto dalla legge.
4. Vizio di motivazione: Il provvedimento non ha considerato un fatto decisivo, ovvero la diversa residenza anagrafica tra il ricorrente e i suoi genitori.

La Questione sulla Revoca Patrocinio a Spese dello Stato

La Seconda Sezione Civile della Cassazione, prima di esaminare il merito dei motivi, si è soffermata su un problema preliminare: l’ammissibilità stessa del ricorso. Il Testo Unico sulle spese di giustizia (d.P.R. n. 115/2002) non indica chiaramente quale sia la procedura e, soprattutto, quali siano i termini per impugnare un decreto di revoca del patrocinio nel processo tributario.

Esistono due norme potenzialmente applicabili per analogia:
– L’art. 99, che prevede un termine di 20 giorni.
– L’art. 170, che prevede un termine di 30 giorni.

Questa incertezza normativa crea una grave lacuna nel sistema, mettendo a rischio il diritto di difesa del cittadino che non sa con certezza entro quale termine deve agire.

Le Motivazioni dell’Ordinanza

La Corte ha ritenuto che la questione avesse una “indubbia rilevanza” e fosse qualificabile come “di massima di particolare importanza”. La scelta tra il termine di 20 o 30 giorni non è una mera questione formale, ma incide direttamente sull’effettività della tutela giurisdizionale. Un’interpretazione errata potrebbe portare a dichiarare inammissibile un ricorso, con gravi conseguenze per il cittadino.

Dato il vuoto normativo specifico per il processo tributario e la necessità di fornire una guida chiara e uniforme per tutti i casi futuri (la cosiddetta funzione nomofilattica), la Sezione ha deciso di non pronunciarsi. Ha invece trasmesso gli atti al Primo Presidente della Corte per valutare l’assegnazione del caso alle Sezioni Unite.

Le Conclusioni

Con questa ordinanza interlocutoria, la Corte di Cassazione non risolve la controversia del singolo contribuente, ma la “congela” per affrontare un problema di sistema. La palla passa ora alle Sezioni Unite, che avranno il compito di colmare la lacuna legislativa e stabilire, una volta per tutte, quale sia il termine corretto per impugnare la revoca patrocinio a spese dello Stato in ambito tributario. La loro decisione diventerà un punto di riferimento fondamentale per garantire certezza del diritto e piena tutela ai cittadini meno abbienti.

Qual è il problema principale affrontato dall’ordinanza?
Il problema centrale è l’incertezza normativa riguardo al termine corretto (20 o 30 giorni) per impugnare un provvedimento di revoca dell’ammissione al patrocinio a spese dello Stato nell’ambito del processo tributario, a causa di una lacuna nel d.P.R. n. 115/2002.

Perché la Corte di Cassazione non ha deciso il caso nel merito?
La Corte ha ritenuto che la questione sui termini di impugnazione fosse una “questione di massima di particolare importanza”, la cui risoluzione è fondamentale per garantire l’uniforme interpretazione della legge. Pertanto, ha preferito rimettere la decisione alle Sezioni Unite, l’organo supremo di nomofilachia, anziché fornire una soluzione che potesse essere oggetto di futuri contrasti giurisprudenziali.

Cosa ha deciso di fare la Corte?
La Corte ha disposto la trasmissione degli atti al Primo Presidente per l’eventuale assegnazione del ricorso alle Sezioni Unite. Queste ultime dovranno risolvere la questione di diritto relativa al termine applicabile per l’impugnazione del provvedimento di revoca del patrocinio a spese dello Stato nel processo tributario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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