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Rettifica dichiarazione successione: è possibile?

La Corte di Cassazione si è pronunciata sulla possibilità di rettifica della dichiarazione di successione. La sentenza chiarisce che la modifica è ammessa anche dopo la notifica dell’avviso di liquidazione da parte dell’Agenzia delle Entrate. Tuttavia, in questo caso, l’onere di provare la correttezza della rettifica ricade sul contribuente. Nel caso specifico, il ricorso degli eredi è stato respinto per motivi procedurali legati alla mancata contestazione dell’accertamento dei fatti del giudice di merito.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rettifica dichiarazione successione: quando è possibile anche dopo l’avviso di liquidazione

La rettifica della dichiarazione di successione è un tema di grande interesse per gli eredi che si trovano a gestire il patrimonio del defunto. Un errore nella valutazione degli immobili può comportare un carico fiscale inatteso. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito principi fondamentali su questo argomento, chiarendo le condizioni e le conseguenze della modifica della dichiarazione, specialmente quando interviene dopo l’emissione di un avviso di liquidazione da parte dell’Agenzia delle Entrate.

I Fatti di Causa

Il caso esaminato riguarda due eredi che, a distanza di molti anni dalla morte del padre (avvenuta nel 1987), presentavano una dichiarazione di successione integrativa nel 2019 per alcuni immobili non dichiarati in precedenza. In questa dichiarazione, gli eredi calcolavano il valore degli immobili utilizzando i coefficienti catastali vigenti nel 2019.

Successivamente, dopo aver ricevuto l’avviso di liquidazione delle imposte calcolate su tali valori, gli eredi presentavano un’ulteriore dichiarazione ‘correttiva’, ricalcolando il valore degli stessi immobili sulla base dei coefficienti vigenti nel 1987, anno di apertura della successione. L’Agenzia delle Entrate, tuttavia, si basava sulla prima dichiarazione integrativa. La controversia è giunta fino in Cassazione dopo decisioni contrastanti nei gradi di merito.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte Suprema ha rigettato il ricorso degli eredi. Sebbene la Corte abbia confermato un principio cardine a favore del contribuente, ovvero la generale ammissibilità della rettifica della dichiarazione, ha ritenuto che nel caso di specie il motivo di ricorso non fosse fondato. Gli eredi, infatti, non avevano adeguatamente contestato l’accertamento in fatto del giudice di secondo grado, il quale aveva stabilito che la loro intenzione originaria, nella dichiarazione integrativa, era quella di utilizzare il valore venale e non quello catastale, precludendo così la successiva correzione basata su un presunto errore di calcolo dei coefficienti.

Le motivazioni sulla rettifica dichiarazione successione

Il cuore della pronuncia risiede nei principi generali enunciati dalla Corte in materia di emendabilità della dichiarazione di successione. La Cassazione ha consolidato il seguente orientamento:

1. Emendabilità Generale: La dichiarazione di successione, come ogni dichiarazione fiscale, non ha natura confessoria e non è fonte dell’obbligazione tributaria. Pertanto, il contribuente può sempre correggere errori di qualsiasi genere in essa contenuti.

2. Timing della Rettifica e Onere della Prova: Il momento in cui avviene la rettifica è cruciale e determina un’inversione dell’onere della prova.
* Rettifica prima dell’avviso di liquidazione: Se la modifica avviene prima che l’Agenzia delle Entrate notifichi l’avviso, l’amministrazione finanziaria è tenuta a rispettare i nuovi valori, e spetterà ad essa l’onere di provare l’eventuale infondatezza della correzione.
* Rettifica dopo l’avviso di liquidazione: Se la correzione interviene dopo la notifica dell’avviso, la facoltà di rettifica non è preclusa, ma si sposta in sede contenziosa. In questo scenario, è il contribuente a dover dimostrare in giudizio la correttezza della modifica proposta e la fondatezza dei nuovi valori dichiarati.

La questione dell’INVIM

Un secondo motivo di ricorso riguardava la liquidazione dell’INVIM (Imposta sull’Incremento di Valore degli Immobili), che secondo gli eredi avrebbe richiesto un avviso di accertamento prodromico e separato. La Corte ha respinto anche questa doglianza, affermando la legittimità dell’operato dell’Ufficio. La normativa applicabile (art. 20, co. 2, d.P.R. n. 643/1972) consente infatti di notificare con un unico avviso sia l’imposta di registro o di successione sia l’eventuale accertamento ai fini INVIM, rendendo superflua l’emanazione di un atto preliminare autonomo.

Le conclusioni

Questa ordinanza offre importanti spunti pratici. Conferma che la porta per la rettifica della dichiarazione di successione rimane aperta anche dopo l’intervento del Fisco. Tuttavia, agire tempestivamente, prima della notifica di un avviso di liquidazione, pone il contribuente in una posizione processuale più vantaggiosa. Quando la correzione avviene in fase contenziosa, è fondamentale essere preparati a fornire prove solide a sostegno della propria pretesa. La sentenza sottolinea inoltre l’importanza di formulare correttamente i motivi di ricorso in Cassazione, che non possono mirare a una nuova valutazione dei fatti, ma devono censurare vizi di legittimità della decisione impugnata.

È possibile modificare una dichiarazione di successione dopo aver ricevuto l’avviso di liquidazione delle imposte?
Sì, la Corte di Cassazione conferma che il contribuente può procedere alla rettifica di errori contenuti nella dichiarazione anche dopo la notifica dell’avviso di liquidazione. La modifica, in questo caso, opera in sede contenziosa.

Cosa cambia se la rettifica della dichiarazione di successione avviene prima o dopo la notifica dell’avviso di liquidazione?
Cambia l’onere della prova. Se la rettifica avviene prima dell’avviso, spetta all’amministrazione finanziaria dimostrare che i nuovi valori sono errati. Se avviene dopo, è il contribuente a dover provare in giudizio la correttezza della modifica proposta.

Per la liquidazione dell’INVIM insieme all’imposta di successione è necessario un avviso di accertamento separato e preventivo?
No, la normativa di riferimento (art. 20, d.P.R. n. 643/1972) consente all’amministrazione finanziaria di liquidare l’imposta sulle successioni e l’INVIM contestualmente con un unico avviso, senza la necessità di un atto di accertamento preliminare e autonomo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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