LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Responsabilità sussidiaria: il trasferimento estero

L’Agenzia delle Entrate contesta a un contribuente la responsabilità sussidiaria per i debiti di una società, di cui era ritenuto amministratore di fatto. La società era stata cancellata dal registro imprese italiano per trasferimento nel Regno Unito. La Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ritiene la questione complessa e rinvia la causa a pubblica udienza, non decidendo nel merito ma evidenziando il dibattito sulla “continuità giuridica” della società trasferita e le sue implicazioni sulla responsabilità dell’amministratore.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 14 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Responsabilità sussidiaria e Trasferimento Societario all’Estero: L’Analisi della Cassazione

L’ordinanza interlocutoria n. 13234 del 2024 della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale per amministratori e società: la responsabilità sussidiaria per debiti tributari nel caso in cui una società venga cancellata dal registro delle imprese italiano per trasferirsi all’estero. Questo provvedimento non risolve la questione in via definitiva, ma ne sottolinea la complessità, rinviando la decisione a una pubblica udienza per un esame più approfondito.

I Fatti di Causa

Il caso nasce dall’impugnazione di un avviso di accertamento notificato a un contribuente, ritenuto dall’Agenzia delle Entrate amministratore di fatto di una società a responsabilità limitata. L’Ufficio contestava al contribuente la responsabilità per i debiti tributari della società, applicando l’art. 36 del d.P.R. 602/1973. La particolarità della vicenda risiede nel fatto che la società era stata cancellata dal Registro delle Imprese italiano perché aveva trasferito la propria sede legale nel Regno Unito, continuando ad operare sotto una nuova denominazione.

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano dato ragione al contribuente, annullando l’atto impositivo. In particolare, i giudici di merito avevano stabilito che il trasferimento all’estero non comportava l’estinzione della società, ma ne garantiva la “continuità giuridica”. Di conseguenza, venendo a mancare il presupposto dell’estinzione del soggetto debitore principale, non poteva essere attivata la responsabilità sussidiaria a carico dell’amministratore.

I Motivi del Ricorso e la questione della responsabilità sussidiaria

L’Agenzia delle Entrate ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su quattro motivi. I punti centrali del ricorso riguardano la presunta violazione di legge da parte dei giudici di merito.

1. Estinzione vs Continuità Giuridica: Secondo l’Ufficio, la cancellazione dal Registro delle Imprese italiano, anche se dovuta a trasferimento all’estero, dovrebbe essere equiparata a un’estinzione ai fini dell’applicazione delle norme sulla responsabilità. Non vi sarebbe continuità giuridica tra la società italiana cancellata e quella britannica neocostituita.
2. Onere della Prova: L’Agenzia contesta la decisione di merito di aver escluso la responsabilità sussidiaria dell’amministratore, sostenendo che le presunzioni a carico di quest’ultimo non fossero state adeguatamente considerate.
3. Difetto di Motivazione: Il ricorso lamenta anche un vizio di motivazione della sentenza d’appello, in particolare riguardo all’esclusione della qualifica di amministratore di fatto in capo al contribuente.

Le Motivazioni dell’Ordinanza Interlocutoria

La Corte di Cassazione, con la presente ordinanza, non entra nel merito della controversia. I giudici rilevano che i primi due motivi di ricorso, quelli relativi alla continuità giuridica della società trasferita all’estero e alla conseguente applicabilità della responsabilità sussidiaria, sollevano questioni di particolare rilevanza e complessità.

Il cuore del problema è stabilire se la cancellazione di una società dal registro italiano per trasferimento in un altro Stato UE (nel caso di specie, il Regno Unito, all’epoca dei fatti) possa essere considerata un evento estintivo che legittima l’azione del Fisco nei confronti degli amministratori e dei soci. La tesi della CTR, che afferma la permanenza della soggettività giuridica, si scontra con la posizione dell’Agenzia delle Entrate, che vede nella cancellazione il presupposto per agire in via sussidiaria.

Proprio a causa di questa complessità e delle potenziali implicazioni di una decisione in un senso o nell’altro, la Corte ha ritenuto che non sussistessero i presupposti per una trattazione semplificata in camera di consiglio. Pertanto, ha disposto il rinvio della causa a nuovo ruolo per essere discussa in una pubblica udienza.

Le Conclusioni

In conclusione, l’ordinanza interlocutoria n. 13234/2024 non fornisce una risposta definitiva, ma segnala un punto di diritto di notevole importanza. La decisione finale della Corte avrà un impatto significativo sulla disciplina della responsabilità sussidiaria degli amministratori in tutti i casi di delocalizzazione societaria. Per ora, resta confermata la necessità di un’analisi approfondita per determinare se il trasferimento transfrontaliero di una società costituisca una semplice trasformazione o una vera e propria estinzione con conseguente nascita di un nuovo soggetto giuridico. La futura sentenza a sezioni semplici o unite sarà fondamentale per chiarire questo delicato aspetto del diritto tributario e societario.

Il trasferimento all’estero di una società equivale alla sua estinzione ai fini fiscali?
La sentenza impugnata dalla Cassazione ha stabilito di no, ritenendo che il trasferimento all’estero (in questo caso nel Regno Unito) non fa venir meno la “continuità giuridica” della società, che quindi non può considerarsi estinta. La Cassazione, tuttavia, ha ritenuto la questione complessa e non l’ha decisa, rinviandola a pubblica udienza.

Quando si applica la responsabilità sussidiaria dell’amministratore prevista dall’art. 36 del d.P.R. 602/1973?
Secondo la decisione della Commissione Tributaria Regionale oggetto del ricorso, tale responsabilità non si applica se la società non si è estinta ma ha solo trasferito la sede all’estero, perché permane la soggettività giuridica della società stessa come debitore principale.

Qual è stata la decisione della Corte di Cassazione in questa ordinanza?
La Corte di Cassazione non ha deciso il merito della controversia. Ha emesso un’ordinanza interlocutoria con cui ha rinviato la causa a una nuova udienza pubblica, ritenendo che i motivi del ricorso (in particolare quelli sulla continuità giuridica e sulla responsabilità sussidiaria) non presentassero i presupposti per una decisione più rapida in camera di consiglio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati