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Responsabilità solidale notaio: limiti e imposte

Una società immobiliare e il suo notaio contestano un avviso di liquidazione per l’imposta di registro su una cessione di crediti. La Corte di Cassazione accoglie il ricorso, stabilendo due principi chiave: la responsabilità solidale del notaio è limitata alla sola imposta principale e non si estende a quella complementare; inoltre, viene affermata la legittimità della società ad impugnare l’atto per via del principio del giudicato interno, non avendo l’Agenzia delle Entrate contestato tale punto in appello.

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Pubblicato il 16 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Responsabilità Solidale Notaio: La Cassazione Fissa i Limiti sull’Imposta di Registro

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito importanti aspetti sulla responsabilità solidale del notaio in materia di imposta di registro, distinguendo nettamente tra imposta principale e imposta complementare. Questa decisione non solo delinea con precisione i confini degli obblighi del pubblico ufficiale, ma ribadisce anche un fondamentale principio processuale: quello del giudicato interno. Analizziamo insieme i dettagli di questo caso emblematico.

I Fatti del Caso: Cessione di Crediti e Avviso di Liquidazione

La vicenda trae origine dalla stipula di un atto pubblico per la cessione di due crediti ipotecari in sofferenza tra un istituto bancario e una società immobiliare. Il notaio rogante, ritenendo l’operazione esente da imposta di registro ai sensi del d.P.R. 601/1973 in quanto parte di un più ampio finanziamento, registrava l’atto senza versare il tributo.

L’Agenzia delle Entrate, tuttavia, era di avviso contrario. L’Amministrazione Finanziaria ha emesso un avviso di liquidazione con cui richiedeva il pagamento dell’imposta di registro in misura dello 0,50% sull’importo del credito, oltre all’imposta di bollo, notificando l’atto unicamente al notaio.

Lo Scontro Giudiziario e i Gradi di Giudizio

La società e il notaio hanno impugnato l’avviso di liquidazione davanti alla Commissione Tributaria Provinciale, che ha accolto il ricorso annullando l’atto impositivo. I giudici di primo grado hanno ritenuto che l’imposta fosse assorbita da quella sostitutiva già versata al momento dell’erogazione del finanziamento originario.

L’Agenzia delle Entrate ha proposto appello e la Commissione Tributaria Regionale ha ribaltato la decisione. Il giudice di secondo grado ha dichiarato inammissibile l’intervento della società (poiché l’atto era stato notificato solo al notaio) e ha ritenuto legittima la pretesa fiscale, negando l’applicabilità del regime agevolativo.

Contro questa sentenza, la società e il notaio hanno presentato ricorso per Cassazione.

L’Analisi della Cassazione e la responsabilità solidale del notaio

La Suprema Corte ha accolto il ricorso basandosi su due motivi principali, ritenuti decisivi per la risoluzione della controversia.

Il Principio del Giudicato Interno

In primo luogo, i giudici di legittimità hanno censurato la decisione della Corte regionale di dichiarare inammissibile la costituzione in giudizio della società. La sentenza di primo grado aveva respinto l’eccezione dell’Agenzia sulla carenza di legittimazione della società a impugnare l’atto. Poiché l’Agenzia delle Entrate non aveva specificamente contestato questo punto nel suo atto di appello, sulla questione si era formato un “giudicato interno”. Di conseguenza, il giudice d’appello non aveva il potere di riesaminare d’ufficio tale statuizione, che era ormai divenuta definitiva tra le parti.

La Distinzione Chiave: Imposta Principale vs. Complementare

Il secondo e cruciale punto riguarda la natura dell’imposta richiesta. La Corte ha chiarito la distinzione, fondamentale ai sensi dell’art. 42 del Testo Unico sull’Imposta di Registro (d.P.R. 131/1986), tra imposta “principale”, “suppletiva” e “complementare”.

L’imposta richiesta dall’Agenzia non era una semplice correzione di errori materiali (imposta suppletiva), ma derivava da una diversa valutazione giuridica dell’atto. Si trattava, quindi, di un’imposta “complementare”.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha richiamato l’art. 57, comma 2, del medesimo Testo Unico, il quale stabilisce espressamente che la responsabilità dei pubblici ufficiali “non si estende al pagamento delle imposte complementari e suppletive”. La norma limita quindi la responsabilità solidale del notaio alla sola imposta principale, ovvero quella dovuta al momento della registrazione. Essendo la pretesa fiscale qualificabile come imposta complementare, l’avviso di liquidazione non poteva essere legittimamente emesso nei confronti del solo notaio. La sua responsabilità solidale, in questo specifico contesto, era esclusa per legge.

L’accoglimento di questi due motivi ha reso superfluo l’esame delle altre censure, portando alla cassazione della sentenza impugnata con rinvio al giudice d’appello per una nuova valutazione alla luce dei principi enunciati.

Le Conclusioni

Questa sentenza offre due importanti insegnamenti. Sul piano processuale, riafferma la perentorietà del principio del giudicato interno, che limita il potere del giudice di appello e garantisce certezza sui punti già decisi e non impugnati. Sul piano sostanziale, chiarisce in modo inequivocabile i confini della responsabilità solidale del notaio per l’imposta di registro: essa è circoscritta alla sola imposta principale. Questa precisazione è di fondamentale importanza per i professionisti del settore, in quanto definisce con maggiore certezza il perimetro dei loro obblighi fiscali e li tutela da pretese erariali relative a imposte complementari, per le quali rispondono unicamente le parti sostanziali dell’atto.

La responsabilità solidale del notaio per l’imposta di registro è illimitata?
No. La sentenza chiarisce che la responsabilità solidale del notaio, ai sensi dell’art. 57, comma 2, del d.P.R. 131/1986, è limitata al pagamento dell’imposta principale (quella dovuta al momento della registrazione) e non si estende alle imposte complementari e suppletive, che derivano da successive valutazioni o accertamenti dell’ufficio.

Una parte non destinataria di un avviso fiscale può comunque impugnarlo?
Sì, se ha un interesse giuridico. Nel caso di specie, la società, pur non essendo diretta destinataria dell’avviso notificato al notaio, è stata ritenuta legittimata a impugnarlo in quanto parte sostanziale dell’atto e coobbligata al pagamento dell’imposta. Inoltre, la sua legittimazione era stata confermata in primo grado e non contestata in appello, rendendo la questione definitiva.

Cosa si intende per “giudicato interno” in un processo?
Il “giudicato interno” si forma quando una specifica statuizione contenuta in una sentenza di un grado inferiore non viene impugnata dalla parte soccombente nel successivo grado di giudizio. Tale punto della decisione diventa così definitivo e non può più essere messo in discussione, né dalla parte né dal giudice del gravame.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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