LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Responsabilità solidale esercente: il caso delle slot

La Corte di Cassazione ha confermato la responsabilità solidale dell’esercente di un bar per il mancato versamento del Prelievo Erariale Unico (PREU) relativo ad apparecchi da gioco non regolarmente collegati alla rete telematica. Il ricorso della titolare è stato rigettato, stabilendo che chi ospita le macchine nel proprio locale è coobbligato al pagamento del tributo, in quanto consapevole della violazione fiscale. La Corte ha inoltre dichiarato inammissibili i motivi di ricorso per vizi procedurali, come la mancata prova di un giudicato esterno e la carenza di autosufficienza.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Responsabilità solidale esercente: chi ospita slot machine paga

Introduzione

La questione della responsabilità solidale esercente nel settore dei giochi pubblici è di cruciale importanza per chiunque gestisca un’attività commerciale, come un bar o una tabaccheria, che ospita apparecchi da intrattenimento. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: il titolare del locale è corresponsabile, insieme a installatore e concessionario, per il mancato pagamento delle imposte (PREU) dovute su macchine da gioco risultate irregolari. Analizziamo questa decisione per comprendere le implicazioni pratiche per gli operatori del settore.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento emesso dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli nei confronti della titolare di un bar. L’accertamento contestava il mancato versamento del Prelievo Erariale Unico (PREU) per l’anno 2007, relativo a diversi apparecchi da intrattenimento rinvenuti nel locale e risultati non conformi, in quanto privi del collegamento alla rete telematica dell’amministrazione.
Inizialmente, la Commissione Tributaria Provinciale aveva dato ragione all’esercente, escludendone la legittimazione passiva. Tuttavia, la Commissione Tributaria Regionale, in accoglimento dell’appello dell’Agenzia, aveva ribaltato la decisione, affermando la responsabilità solidale esercente ai sensi dell’art. 39 quater del D.L. 269/2003. Secondo i giudici d’appello, l’esercente, pur non essendo proprietaria degli apparecchi, era perfettamente consapevole dell’irregolarità (il mancato collegamento alla rete), diventando di fatto coautrice della violazione fiscale. Di qui, il ricorso per cassazione da parte della titolare del bar.

La questione della responsabilità solidale esercente e i motivi del ricorso

La ricorrente ha basato il suo ricorso in Cassazione su tre motivi principali. In primo luogo, ha lamentato la violazione di un precedente giudicato favorevole. In secondo luogo, ha criticato la sentenza d’appello per presunti vizi procedurali e per aver emesso una motivazione “fotocopia” degli atti difensivi dell’Agenzia. Infine, ha denunciato un vizio di motivazione, ritenendola illogica e insufficiente.
Il fulcro della controversia risiede nell’interpretazione della normativa sulla responsabilità solidale esercente. La legge prevede che, in caso di illecito tributario legato agli apparecchi da gioco, siano obbligati in solido al pagamento del tributo e delle sanzioni non solo il proprietario o l’installatore, ma anche il possessore dei locali in cui le macchine sono installate. Questa previsione ha la funzione di rafforzare la garanzia per l’Erario, coinvolgendo tutti i soggetti che traggono un vantaggio economico dall’esercizio del gioco.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile e lo ha rigettato. In primo luogo, ha respinto i motivi di natura procedurale. L’eccezione di giudicato esterno è stata ritenuta inammissibile perché la ricorrente non ha fornito la prova necessaria, ovvero la sentenza munita di attestazione di passaggio in giudicato. La Corte ha ribadito che il principio di autosufficienza del ricorso impone di allegare tutti i documenti essenziali per la decisione.
Nel merito, la Corte ha confermato l’orientamento consolidato sulla responsabilità solidale esercente. Ha chiarito che la norma (art. 39 quater, d.l. 269/2003) individua un’area di coobbligati solidali per garantire l’adempimento dell’obbligazione tributaria. L’esercente del locale, trovandosi in una relazione diretta con le macchine, è tenuto a un dovere di vigilanza e non può esimersi dalla responsabilità, essendo pienamente consapevole del loro funzionamento (o mancato funzionamento, come il mancato collegamento alla rete). La Corte ha precisato che tale responsabilità non ha una funzione punitiva, ma di garanzia per la riscossione dei tributi. L’esercente è considerato coautore dell’illecito perché, ospitando gli apparecchi irregolari, contribuisce alla violazione fiscale.

Conclusioni

L’ordinanza in esame rappresenta un importante monito per tutti gli esercenti di locali pubblici che ospitano apparecchi da gioco. La decisione conferma che la semplice messa a disposizione degli spazi non è un’attività neutra, ma comporta precisi doveri di controllo e una diretta corresponsabilità fiscale. La responsabilità solidale esercente implica che l’amministrazione finanziaria può richiedere l’intero importo del tributo e delle sanzioni al titolare del bar, il quale potrà poi, eventualmente, rivalersi sugli altri soggetti coinvolti. Per evitare pesanti conseguenze economiche, è indispensabile che gli esercenti verifichino scrupolosamente la regolarità degli apparecchi installati nei propri locali e la loro costante conformità alla normativa vigente, in particolare per quanto riguarda il collegamento alla rete telematica dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.

L’esercente di un bar è responsabile per le tasse non pagate sugli apparecchi da gioco presenti nel suo locale?
Sì, la Corte di Cassazione conferma che l’esercente è responsabile in solido con l’installatore e il concessionario di rete per il pagamento del Prelievo Erariale Unico (PREU) e delle relative sanzioni, in quanto coautore della violazione fiscale.

Cosa significa responsabilità solidale in questo contesto?
Significa che l’Amministrazione finanziaria può richiedere il pagamento dell’intero importo dovuto a uno qualsiasi dei soggetti obbligati (esercente, installatore, concessionario). Chi paga ha poi il diritto di chiedere agli altri coobbligati la loro parte.

La responsabilità dell’esercente è una sanzione?
No, la Corte chiarisce che la responsabilità solidale in questo caso non ha una funzione sanzionatoria o punitiva, ma serve a rafforzare la garanzia per lo Stato di riscuotere i tributi derivanti dal gioco, coinvolgendo tutti i soggetti che beneficiano economicamente di tale attività.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati