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Responsabilità solidale cessionario: la Cassazione chiarisce

Una società cessionaria di un ramo d’azienda ha ricevuto un’intimazione di pagamento per i debiti fiscali della società cedente. I giudici di merito hanno annullato l’atto, ritenendo necessaria la previa notifica della cartella di pagamento al cessionario. La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione, stabilendo che per far valere la responsabilità solidale del cessionario è sufficiente la notifica dell’intimazione di pagamento. Inoltre, ha precisato che la mancata preventiva escussione del cedente non invalida l’atto, ma costituisce una difesa che il cessionario può far valere. La causa è stata rinviata per un nuovo esame.

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Pubblicato il 15 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Responsabilità solidale del cessionario: la Cassazione stabilisce i limiti

Quando un’azienda acquisisce un ramo di un’altra impresa, cosa succede ai debiti fiscali pregressi? La questione della responsabilità solidale del cessionario è un tema cruciale e spesso fonte di contenzioso. Con l’ordinanza n. 13529 del 15 maggio 2024, la Corte di Cassazione è intervenuta per chiarire alcuni aspetti procedurali fondamentali, in particolare riguardo agli atti che l’agente della riscossione deve notificare al nuovo proprietario del ramo d’azienda.

Il caso: Cessione d’azienda e debiti fiscali pregressi

La vicenda ha origine dalla cessione di un ramo d’azienda tra due società. Successivamente all’operazione, l’agente della riscossione ha notificato alla società acquirente (la cessionaria) un avviso di intimazione per il pagamento di oltre 100.000 euro, relativi a debiti tributari della società venditrice (la cedente).

La società cessionaria ha impugnato l’atto, sostenendo la sua illegittimità. La sua tesi principale era che l’intimazione non fosse stata preceduta dalla notifica della cartella di pagamento, atto considerato presupposto indispensabile per la richiesta.

La decisione dei giudici di merito

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale hanno dato ragione alla società. I giudici di merito hanno annullato l’avviso di intimazione, ritenendo che la mancata notifica della prodromica cartella esattoriale alla società cessionaria costituisse un vizio insanabile. Secondo la loro interpretazione, le due società erano soggetti giuridici distinti e, pertanto, ogni atto di riscossione doveva essere notificato individualmente a chi era chiamato a rispondere del debito.

L’analisi della Cassazione sulla responsabilità solidale del cessionario

L’agente della riscossione ha presentato ricorso in Cassazione, contestando la decisione e sollevando questioni fondamentali sulla natura della responsabilità solidale del cessionario. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, cassando la sentenza impugnata e stabilendo principi di diritto di notevole importanza pratica.

Notifica degli atti: è necessaria la cartella al cessionario?

Il punto centrale della decisione riguarda la procedura di notifica. La Cassazione ha affermato che, in caso di cessione d’azienda, l’obbligazione del cessionario è propria ma sussidiaria rispetto a quella del cedente. L’avviso di accertamento fiscale va notificato unicamente al soggetto che ha realizzato il presupposto d’imposta, ovvero il cedente.

Per agire nei confronti del cessionario, coobbligato solidale per legge, è invece sufficiente notificare la cartella di pagamento o, come nel caso di specie, anche solo l’atto successivo, quale l’avviso di intimazione. Non è quindi necessario un doppio passaggio con notifica della cartella ad entrambi i soggetti. Questo semplifica l’azione di riscossione e conferma che la responsabilità del cessionario deriva direttamente dalla legge (art. 14, D.Lgs. 472/1997) e non da un atto impositivo a lui diretto.

Il beneficio di preventiva escussione

Un altro argomento affrontato dalla Corte riguarda il cosiddetto beneficium excussionis, ovvero il diritto del cessionario di pretendere che l’agente della riscossione agisca prima contro il patrimonio del cedente. La Corte ha chiarito che la mancata preventiva escussione del debitore principale non rende nullo l’atto notificato al cessionario. Piuttosto, costituisce un’eccezione che il cessionario può sollevare in giudizio per paralizzare l’azione esecutiva nei suoi confronti, ma non per invalidare la pretesa creditoria in sé. La notifica dell’atto al cessionario prima di aver esaurito le azioni verso il cedente è, quindi, pienamente legittima.

Le motivazioni

La Corte fonda la sua decisione su un’interpretazione sistematica delle norme sulla riscossione e sulla responsabilità tributaria. La responsabilità solidale del cessionario è una garanzia per l’Erario, ma segue regole procedurali specifiche. L’obbligo del cessionario è accessorio e dipendente da quello del cedente. Di conseguenza, una volta che il debito è stato accertato e iscritto a ruolo nei confronti del debitore principale (cedente), l’Amministrazione Finanziaria può agire nei confronti del coobbligato (cessionario) notificandogli direttamente un atto della sequenza esecutiva, come la cartella o l’intimazione.

Inoltre, la Corte ha censurato la sentenza di secondo grado per aver erroneamente interpretato la limitazione della responsabilità al valore del ramo d’azienda. I giudici di merito avevano suggerito che una forte sproporzione tra il valore del ramo e l’ammontare del debito potesse escludere la responsabilità, mentre la legge prevede solo una limitazione quantitativa della stessa, non la sua esclusione. Il cessionario risponde dei debiti fiscali, ma solo fino a concorrenza del valore del ramo acquisito.

Le conclusioni

Con questa ordinanza, la Corte di Cassazione ha rafforzato gli strumenti a disposizione dell’agente della riscossione nei casi di cessione d’azienda, chiarendo che non è necessaria una duplicazione delle notifiche. Per le imprese, questa pronuncia sottolinea l’importanza cruciale di una due diligence fiscale approfondita prima di qualsiasi operazione di acquisizione di rami d’azienda. La responsabilità solidale del cessionario è un rischio concreto, e conoscere l’esatta portata degli obblighi e delle procedure di riscossione è fondamentale per evitare spiacevoli sorprese e gestire correttamente le passività ereditate.

Nella cessione d’azienda, l’agente della riscossione deve notificare la cartella di pagamento al cessionario prima dell’avviso di intimazione?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che al cessionario, coobbligato in via sussidiaria, è sufficiente notificare l’avviso di intimazione, anche se non preceduto dalla notifica della cartella di pagamento, in quanto la sua obbligazione deriva dalla legge.

La responsabilità solidale del cessionario è esclusa se il valore del ramo d’azienda è molto inferiore al debito fiscale?
No. La responsabilità non è esclusa, ma è limitata al valore del ramo d’azienda ceduto. La sproporzione tra valore e debito non elimina la responsabilità, ma ne definisce il tetto massimo di pagamento.

Il cessionario può opporsi alla richiesta di pagamento se il Fisco non ha prima tentato di riscuotere il debito dal cedente?
Sì, può sollevare l’eccezione del ‘beneficio di preventiva escussione’. Tuttavia, la mancata escussione preventiva del cedente non rende nullo l’atto di intimazione notificato al cessionario. L’eccezione serve a paralizzare l’azione esecutiva, non a invalidare la richiesta di pagamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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