LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Responsabilità socio società cancellata: no a IVA

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’erede di un ex socio non risponde dei debiti IVA di una società estinta. La decisione si fonda sulla specifica normativa fiscale dell’epoca, che limitava la responsabilità socio società cancellata alle sole imposte sui redditi, escludendo l’IVA, e afferma la prevalenza della legge speciale tributaria su quella generale civilistica.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Responsabilità Socio Società Cancellata: la Cassazione Esclude i Debiti IVA

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale per imprenditori e professionisti: la responsabilità socio società cancellata per i debiti tributari. La Suprema Corte ha chiarito che, per i fatti antecedenti alle modifiche legislative del 2014, i soci di una società estinta non sono tenuti a rispondere dei debiti IVA della stessa. Questa pronuncia consolida un importante principio di specialità della normativa tributaria rispetto a quella civilistica.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento per IVA non versata, relativo all’anno 2007, notificato dall’Agenzia delle Entrate all’erede di un’ex socia unica di una S.r.l. La società era stata posta in liquidazione e successivamente cancellata dal Registro delle Imprese. Durante la fase di liquidazione, alla socia erano state assegnate somme di denaro e beni immobili.

Dopo il decesso della socia e l’estinzione della società, l’Amministrazione Finanziaria ha richiesto il pagamento dell’IVA e delle relative sanzioni direttamente all’erede, sostenendo che egli fosse subentrato nella posizione debitoria della defunta.

L’erede ha impugnato l’avviso, sostenendo che la responsabilità dei soci per i debiti della società estinta, secondo la normativa fiscale applicabile all’epoca (ratione temporis), fosse limitata alle sole imposte sui redditi, con esclusione dell’IVA.

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale hanno accolto le ragioni del contribuente, confermando l’illegittimità della pretesa fiscale. L’Agenzia delle Entrate ha quindi proposto ricorso per cassazione.

Le Argomentazioni dell’Agenzia delle Entrate

L’Agenzia sosteneva che, a seguito della cancellazione della società, i soci succedono nei debiti sociali, inclusi quelli tributari, in base all’articolo 2495 del codice civile. Secondo questa tesi, la norma civilistica generale dovrebbe prevalere, rendendo i soci responsabili per tutti i debiti, IVA compresa, nei limiti di quanto ricevuto in sede di liquidazione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, fornendo una chiara e articolata motivazione. Il fulcro della decisione risiede nell’interpretazione dell’articolo 36 del D.P.R. n. 602/1973, letto in combinato disposto con l’articolo 19 del D.Lgs. n. 46/1999.

I giudici hanno evidenziato che, all’epoca dei fatti (2007), la normativa tributaria limitava espressamente la responsabilità socio società cancellata alle sole imposte sui redditi. L’IVA, quindi, era esclusa dal perimetro di applicazione di tale responsabilità. La Corte ha applicato il principio di specialità, secondo cui la legge tributaria, in quanto specifica, prevale sulla norma generale del codice civile.

Il Principio Ubi Lex Non Distinguit

La Cassazione ha sottolineato che la limitazione alle imposte sui redditi si applicava all’intero articolo 36, senza possibilità di distinguere tra i diversi commi. Poiché la legge non faceva distinzioni, nemmeno l’interprete poteva farne (ubi lex non distinguit nec nos distinguere debemus). Di conseguenza, era impossibile per l’Amministrazione Finanziaria emettere un avviso di accertamento per IVA a carico dell’ex socia e, a cascata, del suo erede.

Inoltre, la Corte ha richiamato una recente pronuncia delle Sezioni Unite, la quale ha ribadito che, anche in ambito tributario, la responsabilità dei soci per i debiti della società estinta deve essere accertata con un apposito atto impositivo notificato ai soci stessi. Poiché per l’IVA mancava il presupposto normativo per tale accertamento, la pretesa era infondata in radice.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame stabilisce un punto fermo sulla non retroattività delle norme fiscali più sfavorevoli. La responsabilità socio società cancellata per debiti IVA è stata introdotta solo con il D.Lgs. n. 175/2014. Per tutte le situazioni antecedenti, i soci (e i loro eredi) non possono essere chiamati a rispondere di tali debiti.

Questa decisione offre una maggiore certezza giuridica a chi ha partecipato a società poi estinte, riaffermando che la responsabilità patrimoniale per i debiti tributari non può essere estesa oltre i confini chiaramente delineati dal legislatore fiscale dell’epoca.

Il socio di una società cancellata è responsabile per i debiti IVA della stessa?
No, secondo questa ordinanza, per i fatti avvenuti prima delle modifiche introdotte dal D.Lgs. 175/2014, il socio non è responsabile per i debiti IVA. La normativa tributaria dell’epoca limitava tale responsabilità alle sole imposte sui redditi.

Quale norma prevale tra il codice civile e la legge tributaria in tema di responsabilità dei soci?
La Corte di Cassazione ha affermato la prevalenza della legge tributaria, in virtù del principio di specialità. Pertanto, la disciplina specifica fiscale (art. 36 D.P.R. 602/1973) prevale sulla norma generale del codice civile (art. 2495 c.c.).

L’erede di un socio defunto risponde dei debiti tributari della società estinta?
L’erede subentra nella posizione giuridica del defunto. Pertanto, se il socio defunto non era responsabile per un determinato debito tributario (come l’IVA nel caso di specie), neanche l’erede può essere chiamato a risponderne.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati