LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Responsabilità socio società cancellata: la Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 30190/2025, ha stabilito un principio fondamentale sulla responsabilità del socio di una società cancellata per debiti fiscali. La Corte ha chiarito che l’Amministrazione Finanziaria non può limitarsi a notificare al socio un’intimazione di pagamento basata su un accertamento emesso nei confronti della società ormai estinta. È invece necessario un atto impositivo autonomo, specificamente notificato al socio, che accerti la sua responsabilità personale ai sensi dell’art. 36 del D.P.R. 602/1973. La sentenza impugnata è stata quindi cassata, accogliendo il ricorso del contribuente.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Responsabilità del Socio di Società Cancellata: Serve un Atto Impositivo Specifico

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale per imprenditori e professionisti: la responsabilità del socio di una società cancellata per i debiti fiscali maturati dall’ente estinto. La decisione chiarisce che la pretesa del Fisco nei confronti dell’ex socio non può basarsi su un semplice atto di intimazione, ma richiede una procedura di accertamento specifica e autonoma.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un’intimazione di pagamento per imposte (IRES, IVA e IRAP) relative all’anno 2007, notificata a un ex socio di una S.r.l. ormai cessata e cancellata dal registro delle imprese. Il contribuente aveva impugnato l’atto, sostenendo di non essere responsabile per i debiti della società estinta, ma il suo ricorso era stato respinto sia dalla Commissione Tributaria Provinciale che da quella Regionale.

I giudici di merito avevano ritenuto che la cancellazione della società non estinguesse i debiti fiscali e che questi potessero essere richiesti al socio, basandosi su un precedente avviso di accertamento notificato alla società quando era ancora in vita. Il contribuente, non condividendo questa interpretazione, ha proposto ricorso in Cassazione.

La Decisione della Cassazione sulla Responsabilità del Socio

Tra i vari motivi di ricorso, la Corte di Cassazione ha ritenuto fondato e assorbente quello relativo alla violazione dell’art. 36 del d.P.R. n. 602/1973. Questa norma disciplina la responsabilità dei liquidatori, degli amministratori e dei soci per le imposte non pagate dalla società.

La Corte ha stabilito che la responsabilità del socio per i debiti tributari della società estinta non è una mera successione automatica nel debito. Si tratta, invece, di una forma di responsabilità autonoma, che sorge in presenza di specifici presupposti stabiliti dalla legge. Per questo motivo, l’Amministrazione Finanziaria ha l’obbligo di accertare tale responsabilità con un atto impositivo ad hoc, notificato direttamente all’ex socio. Non è sufficiente, quindi, ‘estendere’ gli effetti di un avviso di accertamento notificato alla sola società.

Le Motivazioni: la Distinzione tra Responsabilità Civile e Tributaria

La Suprema Corte, richiamando anche un recente intervento delle Sezioni Unite (sent. n. 3625/2025), ha delineato con precisione il quadro normativo. Nel diritto civile, l’art. 2495 c.c. prevede che, dopo la cancellazione, i creditori sociali insoddisfatti possano agire nei confronti dei soci, fino alla concorrenza delle somme da questi riscosse in base al bilancio finale di liquidazione. Si tratta di un fenomeno successorio.

Nel diritto tributario, invece, la responsabilità del socio della società cancellata è disciplinata in modo specifico dall’art. 36 del d.P.R. 602/1973. Questa norma prevede una responsabilità per i soci che abbiano ricevuto beni o denaro dalla società negli ultimi due periodi d’imposta prima della messa in liquidazione, o durante la liquidazione stessa. Tale responsabilità, pur basandosi su un presupposto oggettivo (la percezione di attivi sociali), non è di tipo successorio, ma costituisce una nuova e distinta obbligazione.

Di conseguenza, per far valere questa pretesa, il Fisco deve emettere e notificare al socio un apposito avviso di accertamento. Questo atto deve esplicitare le ragioni della pretesa nei suoi confronti e permettergli di esercitare pienamente il proprio diritto di difesa, impugnando l’atto secondo le regole del processo tributario. Limitarsi a notificare un’intimazione di pagamento, che fa riferimento a un accertamento emesso solo nei confronti della società, viola i principi fondamentali del diritto tributario e del giusto processo.

Le Conclusioni

La Corte di Cassazione ha quindi cassato la sentenza impugnata e, decidendo nel merito, ha accolto l’originario ricorso del contribuente. La decisione ha importanti implicazioni pratiche:

1. Per i contribuenti: Gli ex soci di società cancellate non possono essere chiamati a rispondere dei debiti fiscali della società estinta attraverso una semplice intimazione di pagamento. Hanno diritto a ricevere un avviso di accertamento motivato che stabilisca la loro personale responsabilità.
2. Per l’Amministrazione Finanziaria: Il Fisco non può agire nei confronti degli ex soci sulla base di atti impositivi emessi verso la società. Deve avviare un procedimento di accertamento autonomo e specifico per ciascun socio che intende ritenere responsabile, provando i presupposti di legge (come la percezione di somme o beni).

Quando un ex socio è responsabile per i debiti fiscali di una società cancellata?
Secondo l’art. 36 del D.P.R. 602/1973, il socio è responsabile se ha ricevuto denaro o altri beni sociali nel corso degli ultimi due periodi di imposta precedenti alla messa in liquidazione, o se ha avuto in assegnazione beni sociali dai liquidatori. La sua responsabilità è limitata al valore dei beni ricevuti.

È sufficiente notificare al socio un’intimazione di pagamento basata su un accertamento fatto alla società?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che non è sufficiente. L’Amministrazione Finanziaria deve notificare al socio un avviso di accertamento specifico e autonomo, che accerti la sua personale responsabilità e gli consenta di difendersi.

Che differenza c’è tra la responsabilità del socio nel diritto civile e in quello tributario dopo la cancellazione della società?
Nel diritto civile (art. 2495 c.c.), la responsabilità del socio è considerata un fenomeno di successione nel debito sociale, limitatamente a quanto ricevuto in sede di liquidazione. Nel diritto tributario (art. 36 D.P.R. 602/1973), si tratta di una responsabilità ‘ex lege’ autonoma, che non ha natura successoria e deve essere accertata con un atto impositivo specifico.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati