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Responsabilità pro quota eredi per IMU: la Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha stabilito un principio fondamentale in materia di debiti tributari ereditari. Un’erede aveva impugnato avvisi di accertamento IMU relativi a un immobile ereditato, contestando la richiesta del Comune di pagamento dell’intera somma. La Suprema Corte ha accolto il ricorso sul punto cruciale, chiarendo che per i tributi locali come l’IMU vige la regola della responsabilità pro quota. Ciascun erede risponde dei debiti del defunto solo in proporzione alla propria quota ereditaria, a differenza di quanto previsto per le imposte sui redditi, dove la responsabilità è solidale. La decisione cassa la sentenza precedente, che aveva erroneamente applicato il principio della solidarietà.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Debiti IMU del defunto: la responsabilità degli eredi è pro quota

Accettare un’eredità comporta non solo l’acquisizione di beni, ma anche l’onere di farsi carico dei debiti lasciati dal defunto. Una delle domande più frequenti riguarda i debiti tributari, come l’IMU non pagata. Gli eredi sono tenuti a pagare l’intera somma richiesta dal Comune, oppure ognuno risponde solo per la sua parte? La Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento decisivo, stabilendo che per i tributi locali vige il principio della responsabilità pro quota.

I Fatti del Caso

Una contribuente, in qualità di erede, impugnava tre avvisi di accertamento per il mancato o parziale versamento dell’IMU relativa agli anni 2014, 2015 e 2016, per un immobile ereditato. La Commissione Tributaria Regionale aveva dato ragione al Comune, ritenendo che gli eredi fossero responsabili in solido per il debito tributario, basandosi su una norma applicabile alle imposte sui redditi. L’erede ha quindi presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che per i tributi locali, come l’IMU, dovesse applicarsi il principio della responsabilità pro quota.

I Motivi del Ricorso

La ricorrente ha basato la sua difesa su due argomenti principali:
1. Errata applicazione della responsabilità solidale: La norma che prevede la solidarietà tra eredi (art. 65 del d.P.R. 600/1973) riguarda esclusivamente le imposte sui redditi e non può essere estesa per analogia ai tributi locali.
2. Principio generale civilistico: In assenza di una norma speciale tributaria che deroghi, si deve applicare la regola generale del Codice Civile (art. 752), secondo cui i coeredi contribuiscono al pagamento dei debiti ereditari in proporzione delle loro rispettive quote.

La Decisione della Cassazione sulla responsabilità pro quota

La Suprema Corte ha accolto il motivo principale del ricorso, affermando un principio di diritto di grande importanza pratica. I giudici hanno confermato che l’art. 65 del d.P.R. 600/1973, che stabilisce un vincolo di solidarietà tra gli eredi, è una norma di carattere sostanziale e si applica unicamente alle imposte dirette.

Per l’IMU, e per i tributi locali in generale, in mancanza di un’espressa previsione di solidarietà, torna ad applicarsi la disciplina comune prevista dal Codice Civile. Di conseguenza, gli eredi rispondono dei debiti tributari del de cuius non in solido, ma in maniera parziaria, ovvero in proporzione alla propria quota ereditaria.

Altre Questioni Affrontate

La Corte ha anche esaminato altre questioni sollevate dalla ricorrente, rigettandole:
* Validità della notifica: L’avviso, sebbene intestato alla persona defunta, era stato notificato correttamente all’erede, che aveva potuto difendersi in giudizio. La costituzione in giudizio dell’erede ha sanato qualsiasi vizio di notifica.
* Esenzione per comodato: La richiesta di esenzione per l’immobile concesso in comodato a un parente è stata respinta, poiché la stessa erede risultava coabitare con la defunta, facendo venir meno i presupposti per l’agevolazione.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando la differenza tra la disciplina delle imposte sui redditi e quella dei tributi locali. La responsabilità solidale è un’eccezione che deve essere espressamente prevista dalla legge. Per l’IMU non esiste una norma simile. Pertanto, si applica il principio generale della divisione dei debiti ereditari tra i coeredi, come stabilito dagli articoli 752 e 1295 del Codice Civile. La sentenza impugnata è stata quindi cassata su questo punto perché non si è conformata a tale principio, avendo erroneamente esteso una norma speciale oltre il suo ambito di applicazione.

Le Conclusioni

Questa ordinanza della Cassazione offre una tutela fondamentale per i contribuenti che si trovano a gestire un’eredità. L’ente impositore (il Comune) non può pretendere da un singolo erede il pagamento dell’intero debito IMU lasciato dal defunto, ma deve rivolgersi a ciascun coerede per la parte di sua competenza. Questo principio di responsabilità pro quota garantisce una ripartizione equa degli oneri fiscali ereditari e impedisce che un solo erede sia gravato ingiustamente dell’intero debito.

Gli eredi sono responsabili in solido per i debiti IMU del defunto?
No. Secondo la Corte di Cassazione, per i tributi locali come l’IMU, non si applica la responsabilità solidale. Ciascun erede risponde dei debiti del defunto solo in proporzione alla propria quota ereditaria (responsabilità pro quota).

La notifica di un avviso di accertamento intestato al defunto è valida se ricevuta dall’erede?
Sì, la notifica può essere considerata valida se raggiunge il suo scopo, ovvero se l’erede viene messo in condizione di conoscere l’atto e di difendersi. La costituzione in giudizio da parte dell’erede sana eventuali irregolarità della notifica.

A quali condizioni si applica la responsabilità pro quota per i debiti tributari ereditari?
La responsabilità pro quota, basata sull’art. 752 del Codice Civile, è la regola generale per i debiti ereditari. Si applica a tutti i tributi, come l’IMU, per i quali la legge non preveda espressamente una deroga con l’introduzione della responsabilità solidale tra gli eredi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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