LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Responsabilità oggettiva e accise: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 22041/2024, ha stabilito che il depositario fiscale è tenuto al pagamento delle accise sui prodotti petroliferi anche in caso di svincolo irregolare dovuto a una frode di terzi. La Corte ha chiarito che tale evento non costituisce una “perdita” della merce idonea a giustificare l’abbuono dell’imposta, configurando invece una forma di responsabilità oggettiva legata al rischio d’impresa e al ruolo di garante del depositario nel sistema fiscale unionale.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 13 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Responsabilità Oggettiva e Accise: Chi Paga in Caso di Frode?

La gestione di prodotti sottoposti ad accisa, come i carburanti, comporta obblighi fiscali molto stringenti. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale in questo settore: la responsabilità oggettiva del depositario fiscale. Questo significa che, anche se vittima di una truffa orchestrata da terzi, l’operatore è comunque tenuto a versare le imposte evase. Analizziamo insieme questa importante decisione per capire le sue implicazioni.

I Fatti del Caso

Una società operante nel settore della logistica e dello stoccaggio di prodotti petroliferi si è trovata al centro di una complessa vicenda fiscale. La società, in qualità di depositario fiscale, aveva spedito diverse partite di benzina, in regime sospensivo di accisa, verso un destinatario in Slovenia. Tuttavia, l’Amministrazione finanziaria ha contestato il mancato pagamento delle accise relative a tali spedizioni.

Le indagini hanno rivelato che i documenti di trasporto erano stati abilmente falsificati: i timbri di ricezione apposti nel Paese di destinazione erano falsi. Di fatto, la merce non era mai giunta al destinatario dichiarato ma era stata sottratta e illecitamente immessa in consumo da soggetti terzi. La società si è difesa sostenendo di essere parte lesa, vittima di un’attività criminale, e che la sottrazione della merce dovesse essere equiparata a una “perdita”, evento che per legge consente l’abbuono (cioè la cancellazione) dell’imposta.

La Decisione della Corte e la Responsabilità Oggettiva

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società, confermando la sua condanna al pagamento delle accise. Il fulcro della decisione risiede nell’interpretazione della normativa nazionale alla luce del diritto dell’Unione Europea. I giudici hanno stabilito che la responsabilità del depositario fiscale per il pagamento dell’accisa ha natura di responsabilità oggettiva. Non si basa sulla colpa (dimostrata o presunta), ma sulla partecipazione a una specifica attività economica e sul ruolo di garanzia che il depositario assume nei confronti dello Stato.

Le Motivazioni

La Corte ha articolato il suo ragionamento su alcuni punti chiave che meritano un approfondimento.

Svincolo Irregolare vs. Perdita della Merce

Il primo punto cruciale è la distinzione tra “perdita” del prodotto e “svincolo irregolare”. La normativa prevede l’abbuono dell’imposta solo in caso di perdita o distruzione totale e irrimediabile del bene, imputabile a caso fortuito o forza maggiore. Una “perdita” in senso tecnico-fiscale significa che il prodotto è fisicamente scomparso e non può più essere immesso nel circuito commerciale (ad esempio, a seguito di un incendio o di una dispersione).

Nel caso di specie, invece, si è verificato uno “svincolo irregolare”: la benzina non è andata distrutta, ma è stata sottratta e ha comunque fatto il suo ingresso nel mercato, seppur illegalmente. Questo evento fa scattare l’esigibilità dell’imposta, poiché il presupposto della tassazione (l’immissione in consumo) si è di fatto realizzato. La sottrazione ad opera di terzi, secondo la Corte, non impedisce l’ingresso del bene nel circuito commerciale, ma determina solo la perdita della sua disponibilità da parte del legittimo detentore.

Il Ruolo Centrale del Depositario Fiscale e la Responsabilità Oggettiva

La giurisprudenza, sia nazionale che europea, assegna al depositario autorizzato un ruolo centrale e di garanzia. L’autorizzazione a operare in regime sospensivo è una concessione che comporta oneri e responsabilità precise. La responsabilità oggettiva per il pagamento dei diritti di accisa è uno di questi.

Questa forma di responsabilità si fonda sulla partecipazione del depositario a un’attività economica che presenta rischi intrinseci, tra cui quello di frodi. Tale rischio, secondo la Corte, non può essere trasferito sulla collettività, ma deve rimanere a carico dell’operatore economico che trae profitto da quell’attività. L’obbligo di versare l’accisa in caso di irregolarità è, in sostanza, parte del rischio d’impresa.

Conformità al Diritto dell’Unione Europea

La decisione della Cassazione è strettamente allineata all’interpretazione fornita dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Quest’ultima ha costantemente affermato che l’abbuono d’imposta è una deroga da interpretare restrittivamente e non si applica in caso di svincolo irregolare, nemmeno quando il depositario sia totalmente estraneo all’atto illecito e nutra un legittimo affidamento sulla regolarità dell’operazione. L’obiettivo primario del sistema delle accise è garantire il corretto funzionamento del mercato interno e la riscossione delle imposte, combattendo frode ed evasione. Un’interpretazione estensiva della nozione di “perdita” indebolirebbe questo sistema.

Conclusioni

La sentenza in esame lancia un messaggio chiaro a tutti gli operatori del settore: la posizione di depositario fiscale comporta una responsabilità oggettiva e rafforzata. L’essere vittima di un reato commesso da terzi, come una truffa o un furto, non è una giustificazione sufficiente per esimersi dal pagamento delle accise se i prodotti vengono illecitamente immessi in consumo. Questa decisione sottolinea come la diligenza nell’adottare tutte le cautele possibili per prevenire le frodi sia fondamentale, pur non essendo, da sola, sufficiente a escludere la responsabilità per il pagamento dell’imposta. Il rischio di frode è considerato un onere intrinseco all’attività economica svolta, che non può essere addossato all’erario.

Il furto di merce in regime sospensivo di accisa esonera il depositario fiscale dal pagamento dell’imposta?
No. Secondo la sentenza, il furto o la sottrazione da parte di terzi non configura una “perdita” della merce, ma uno “svincolo irregolare”. Poiché il prodotto entra comunque nel circuito commerciale, l’accisa diventa esigibile e il depositario è tenuto a pagarla in virtù della sua responsabilità oggettiva.

Che differenza c’è tra “perdita” della merce e “svincolo irregolare” ai fini dell’abbuono delle accise?
La “perdita” si riferisce alla distruzione fisica totale o alla dispersione irrimediabile del prodotto, che ne impedisce l’immissione in consumo e può dar diritto all’abbuono dell’imposta. Lo “svincolo irregolare”, invece, si verifica quando il prodotto esce dal regime sospensivo in violazione delle norme (ad esempio tramite furto o frode), ma rimane materialmente idoneo al consumo, rendendo così dovuta l’imposta.

La responsabilità del depositario fiscale per le accise non pagate è basata sulla colpa?
No, la responsabilità del depositario fiscale è di tipo oggettivo. Ciò significa che non si basa sulla dimostrazione di una sua colpa (negligenza o dolo), ma sul suo ruolo di garante e sulla sua partecipazione a un’attività economica. È responsabile del pagamento dell’imposta in caso di irregolarità, a prescindere dal fatto che sia stato direttamente coinvolto o meno nell’illecito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati