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Responsabilità oggettiva depositario: Cassazione decide

Una società operante nel settore energetico è stata ritenuta responsabile per il mancato pagamento delle accise su prodotti petroliferi, illecitamente sottratti da un dipendente infedele. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della società, confermando la sua responsabilità oggettiva. La decisione si fonda sull’interpretazione del diritto dell’Unione Europea, secondo cui il depositario fiscale è sempre tenuto al pagamento, a meno che non si verifichi una distruzione fisica o una perdita irrimediabile del prodotto. La frode di terzi non è considerata una causa di esonero.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Responsabilità Oggettiva Depositario Fiscale: Anche la Frode di Terzi non Esenta dal Pagamento delle Accise

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale in materia di accise: la responsabilità oggettiva del depositario fiscale. Questa decisione chiarisce che il soggetto autorizzato a detenere prodotti in regime sospensivo non può essere esonerato dal pagamento dell’imposta neanche quando la mancata consegna a destinazione sia dovuta alla condotta illecita di un terzo, come un dipendente infedele. Approfondiamo i contorni di questa vicenda e le importanti implicazioni per le aziende del settore.

I Fatti del Caso: Una Frode Interna e la Richiesta di Accise

Una società operante nel settore energetico si è vista notificare dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli un avviso di pagamento per accise non versate relative a 29 operazioni di spedizione di gasolio. Sebbene i documenti elettronici di accompagnamento (e-AD) risultassero formalmente corretti, le indagini hanno rivelato che le operazioni non erano mai state completate come previsto. La merce, destinata al bunkeraggio di imbarcazioni nel porto di Napoli, era stata in realtà illecitamente dirottata nel porto di Crotone a causa della condotta fraudolenta di un dipendente della società.

La società ha impugnato l’avviso, sostenendo di aver agito in buona fede e di essere vittima della frode del proprio dipendente, e invocando il principio di legittimo affidamento. Tuttavia, sia in primo che in secondo grado, i giudici hanno respinto le sue ragioni, affermando che la responsabilità per la corretta destinazione del prodotto gravava interamente sul richiedente, senza possibilità di addurre a scusante il comportamento di terzi.

La Decisione della Corte e la Responsabilità Oggettiva del Depositario Fiscale

La Corte di Cassazione ha rigettato definitivamente il ricorso della società, confermando la sua condanna al pagamento delle accise. Il fulcro della decisione risiede nell’adesione ai principi espressi dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea (sentenza del 7 settembre 2023, causa C-323/22).

Secondo la Suprema Corte, la responsabilità del depositario autorizzato per i prodotti in regime sospensivo ha natura “oggettiva”. Ciò significa che la responsabilità sorge per il solo fatto di ricoprire tale ruolo e di aver avviato la circolazione dei beni, a prescindere da qualsiasi valutazione sulla colpa o sul dolo del suo comportamento. L’obbligo di garantire il pagamento dell’accisa non viene meno neanche di fronte a un fatto illecito commesso da un terzo, sia esso un dipendente o un funzionario pubblico infedele.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si basano su una rigorosa interpretazione della normativa europea in materia di accise. Il sistema è costruito per garantire la riscossione dell’imposta, e il depositario autorizzato è la figura centrale a cui è affidato questo compito. L’unica eccezione prevista che consente l'”abbuono” (cioè la cancellazione) dell’imposta è la “perdita” o la “distruzione totale o irrimediabile” del prodotto, dovuta a caso fortuito orza maggiore.

La Corte chiarisce che la sottrazione o la frode non rientrano nella nozione di “perdita”. Mentre la distruzione fisica impedisce che il bene possa essere immesso in consumo, la sottrazione illecita determina proprio quell’immissione in consumo irregolare che fa sorgere l’obbligazione tributaria. Di conseguenza, il legittimo affidamento del depositario sulla regolarità formale delle procedure non è sufficiente a esonerarlo. La sua responsabilità è legata al controllo materiale e giuridico sul prodotto fino al suo corretto appuramento a destinazione.

Le Conclusioni

Questa sentenza consolida un orientamento giurisprudenziale di estremo rigore per gli operatori del settore. Le aziende che operano come depositari fiscali sono investite di una responsabilità quasi assoluta. Non possono invocare la buona fede o la frode altrui per evitare il pagamento delle accise in caso di svincolo irregolare dal regime sospensivo. L’unica via d’uscita è dimostrare la distruzione fisica e irrimediabile dei beni. Ciò impone alle imprese di adottare sistemi di controllo interno, tracciabilità e gestione del rischio estremamente sofisticati e robusti, poiché il rischio di condotte illecite da parte di dipendenti o terzi ricade interamente sulla loro sfera patrimoniale.

Un depositario fiscale è responsabile per le accise se un suo dipendente sottrae illegalmente la merce?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, la responsabilità del depositario è oggettiva e non viene meno a causa del fatto illecito di un terzo, incluso un dipendente infedele. L’obbligo di versare l’imposta sorge a causa dell’irregolare immissione in consumo del prodotto.

Il principio di legittimo affidamento può proteggere l’azienda che ha agito in buona fede?
No. La sentenza chiarisce che, in questo specifico contesto, il principio di legittimo affidamento non può superare la natura oggettiva della responsabilità del depositario fiscale, il cui ruolo è garantire il pagamento dell’accisa.

In quali casi il depositario può essere esonerato dal pagamento delle accise?
L’esonero (abbuono d’imposta) è concesso solo in caso di “perdita o distruzione totale e irrimediabile” del prodotto, avvenuta per caso fortuito o forza maggiore. La sottrazione o la frode non sono considerate “perdite” ai fini dell’esenzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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