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Responsabilità notaio imposta: no per la complementare

La Corte di Cassazione ha stabilito che la responsabilità del notaio per il versamento dell’imposta di registro è limitata alla sola ‘imposta principale’. Non si estende all’ ‘imposta complementare’ che sorge, ad esempio, dalla revoca di un’agevolazione fiscale ‘prima casa’ a seguito di accertamenti dell’Amministrazione Finanziaria su fatti esterni all’atto. In questo caso, la maggiore imposta non può essere richiesta in via solidale al notaio rogante, ma solo alle parti contraenti.

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Pubblicato il 1 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Responsabilità Notaio Imposta: La Cassazione Traccia i Confini

La questione della responsabilità del notaio per l’imposta di registro è un tema cruciale che interseca la pratica notarile e il diritto tributario. Un recente intervento della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale, stabilendo precisi limiti all’obbligazione solidale del professionista in caso di accertamenti fiscali post-rogito. La sentenza analizza il caso di un’imposta maggiore dovuta a seguito della revoca di un’agevolazione ‘prima casa’, delineando una netta distinzione tra imposta principale e complementare.

I Fatti: Il Caso del Beneficio ‘Prima Casa’ Revocato

Il caso trae origine da un avviso di liquidazione notificato dall’Amministrazione Finanziaria a un notaio. L’atto impositivo riguardava una compravendita immobiliare in cui l’acquirente aveva usufruito delle agevolazioni fiscali per la ‘prima casa’. Successivamente, l’Ufficio aveva disconosciuto il beneficio, avendo accertato che l’acquirente era già proprietario di un altro immobile nello stesso Comune, condizione ostativa per l’accesso al regime agevolato.

Di conseguenza, l’Amministrazione Finanziaria richiedeva al notaio rogante, in qualità di responsabile solidale, il pagamento della maggiore imposta dovuta e delle relative sanzioni. Il notaio impugnava l’avviso, sostenendo di non essere tenuto al versamento, poiché la sua responsabilità è circoscritta dalla legge alla sola imposta ‘principale’, e non a quella ‘complementare’ o ‘suppletiva’ accertata in un secondo momento.

La Delimitazione della Responsabilità del Notaio per l’Imposta

Il cuore della controversia giuridica risiede nell’interpretazione dell’articolo 57 del d.P.R. 131/1986, che disciplina la responsabilità del notaio. La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso del professionista, ha ribadito un principio consolidato: la responsabilità del pubblico ufficiale è limitata al pagamento dell’imposta principale, ovvero quella che emerge direttamente dall’atto registrato.

Quando la pretesa fiscale, invece, non trova un riscontro immediato e documentale nell’atto stesso (‘ictu oculi’), ma richiede accertamenti su elementi esterni (‘extratestuali’) – come la verifica di altre proprietà dell’acquirente – l’imposta che ne scaturisce ha natura ‘complementare’. Per questa tipologia di imposta, la legge non prevede la responsabilità solidale del notaio.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha spiegato che il ruolo del notaio è quello di un garante del pagamento dell’imposta che si liquida al momento della registrazione. Questa responsabilità è funzionale a rafforzare la pretesa dello Stato, ma non può estendersi a coprire importi indeterminati che emergono da verifiche successive e complesse, estranee al contenuto dell’atto.

La distinzione è cruciale: l’imposta principale si basa sui dati presenti nel rogito. L’imposta complementare, come nel caso di specie, deriva da un’attività di verifica ulteriore dell’Ufficio, che ha disconosciuto un’agevolazione basandosi su fatti non emergenti dall’atto di compravendita. Configurare una responsabilità del notaio per questa imposta significherebbe gravarlo di un obbligo su presupposti che non poteva conoscere né verificare al momento della stipula. Pertanto, la pretesa dell’Amministrazione Finanziaria verso il notaio è stata ritenuta infondata.

Le Conclusioni

La sentenza rafforza un importante principio a tutela della figura del notaio, circoscrivendo la sua responsabilità per l’imposta di registro. Viene chiarito che il professionista non può essere chiamato a rispondere per le maggiori imposte che derivano da accertamenti su circostanze esterne all’atto e non conoscibili al momento della registrazione. La responsabilità per il pagamento dell’imposta complementare, in questi casi, ricade esclusivamente sulle parti contraenti. Questa decisione offre maggiore certezza giuridica sia ai professionisti che ai cittadini, delineando con precisione i perimetri degli obblighi tributari di ciascun soggetto coinvolto in una transazione immobiliare.

Il notaio è sempre responsabile per il pagamento dell’imposta di registro in solido con le parti?
No. Secondo la sentenza, la responsabilità solidale del notaio è limitata per legge alla sola imposta ‘principale’, cioè quella liquidata al momento della registrazione sulla base di quanto dichiarato nell’atto. Non si estende all’imposta ‘complementare’.

Cosa si intende per imposta complementare e chi deve pagarla?
È la maggiore imposta che l’Amministrazione Finanziaria accerta in un momento successivo alla registrazione, a seguito di verifiche su fatti o elementi non direttamente desumibili dall’atto. In base a questa pronuncia, tale imposta deve essere pagata esclusivamente dalle parti contraenti e non può essere richiesta al notaio.

Se l’agevolazione ‘prima casa’ viene revocata dopo il rogito, il notaio è responsabile per la differenza d’imposta?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’imposta derivante dalla revoca di un’agevolazione, poiché scaturisce da un’attività di verifica ulteriore dell’ufficio su presupposti esterni all’atto, ha natura complementare. Di conseguenza, il notaio non è solidalmente responsabile per il suo pagamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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