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Responsabilità gestore centro commerciale: la Cassazione

Una società che gestisce un centro commerciale ha impugnato un avviso di accertamento per la tassa sui rifiuti (TARSU), sostenendo che i singoli affittuari dei locali fossero i soggetti passivi del tributo. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la responsabilità del gestore del centro commerciale per il versamento della tassa. La decisione si fonda sull’articolo 63 del D.Lgs. 507/1993, che individua nel gestore dei servizi comuni il soggetto responsabile del pagamento del tributo dovuto sia per le aree comuni sia per i locali in uso esclusivo ai singoli occupanti.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Responsabilità Gestore Centro Commerciale: La Cassazione sulla TARSU

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale in materia di tributi locali, chiarendo la responsabilità del gestore di un centro commerciale per il pagamento della tassa sui rifiuti (TARSU) relativa ai locali concessi in locazione a terzi. Questa decisione offre importanti spunti sulla ripartizione degli obblighi fiscali in contesti commerciali complessi e sul corretto inquadramento della soggettività passiva del tributo. Analizziamo i dettagli della vicenda e le conclusioni della Suprema Corte.

I Fatti: la controversia sulla tassa rifiuti

Una società, gestore di un centro commerciale integrato, ha ricevuto un avviso di accertamento per il mancato pagamento della TARSU per l’anno 2012. La società ha impugnato l’atto, sostenendo di non essere il soggetto passivo del tributo per le superfici commerciali locate a singoli esercenti. A suo avviso, l’obbligo di pagamento gravava esclusivamente su questi ultimi, in qualità di detentori dei locali. Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale avevano respinto le ragioni della società, confermando la legittimità della pretesa impositiva. La questione è così giunta all’esame della Corte di Cassazione.

La questione della Responsabilità Gestore Centro Commerciale

Il cuore della controversia risiede nell’interpretazione dell’articolo 63 del D.Lgs. 507/1993. La norma, al comma 3, stabilisce una regola specifica per i centri commerciali integrati e i locali in multiproprietà. In questi casi, il soggetto che gestisce i servizi comuni è responsabile del versamento della tassa dovuta sia per le aree comuni sia per i locali e le aree in uso esclusivo ai singoli occupanti o detentori.

La ricorrente sosteneva che questa disposizione non la rendesse debitrice principale, ma che l’onere della prova della sua posizione di gestore gravasse sull’ente impositore. Inoltre, lamentava che l’avviso di accertamento fosse privo di una motivazione adeguata, non specificando quali superfici fossero oggetto di tassazione.

L’Onere della Prova e il Ruolo dei Contratti

La Corte ha respinto la tesi della società in merito all’onere della prova. Ha chiarito che, in base al principio di acquisizione processuale, il giudice può fondare la propria decisione su tutte le prove presenti agli atti, indipendentemente da chi le abbia prodotte. Nel caso specifico, i giudici di merito avevano correttamente desunto la posizione di gestore dei servizi comuni proprio dai contratti di locazione depositati dalla stessa società contribuente. Da tali documenti emergeva che la società conservava la ‘disponibilità del centro’, configurando così il presupposto per l’applicazione della norma speciale.

Le motivazioni della Corte

La Cassazione ha ritenuto il ricorso infondato in ogni sua parte. I giudici hanno sottolineato che la sentenza impugnata aveva correttamente applicato l’art. 63, comma 3, del D.Lgs. 507/1993. Tale norma non confonde il soggetto passivo del tributo (il singolo occupante) con il responsabile del pagamento. Piuttosto, istituisce una figura di responsabile d’imposta nel gestore dei servizi comuni, al fine di semplificare l’azione di riscossione da parte dell’amministrazione finanziaria. Il gestore è quindi tenuto a versare il tributo per tutti i locali del centro, ferma restando la possibilità di rivalersi sui singoli occupanti.

La Corte ha inoltre considerato infondata la censura relativa al difetto di motivazione dell’atto impositivo. I giudici di merito avevano accertato che l’avviso conteneva ‘elementi sufficienti per l’individuazione dei presupposti’ della pretesa, e la ricorrente non ha fornito in Cassazione elementi specifici (come la riproduzione testuale dell’atto) per dimostrare il contrario, limitandosi a una generica riproposizione delle proprie difese.

Le conclusioni: Implicazioni pratiche della sentenza

L’ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro: nei centri commerciali integrati, la società di gestione assume un ruolo di garanzia nei confronti dell’ente impositore per il pagamento della tassa sui rifiuti. La responsabilità del gestore del centro commerciale non sostituisce quella dei singoli esercenti, ma si affianca ad essa, rendendolo l’interlocutore primario per l’amministrazione. Questa pronuncia ribadisce l’importanza di una corretta redazione dei contratti di locazione e di gestione, che devono disciplinare con chiarezza gli oneri di rivalsa per i tributi locali, al fine di evitare contenziosi e garantire il corretto adempimento degli obblighi fiscali.

Chi è tenuto a pagare la tassa sui rifiuti per i negozi affittati in un centro commerciale?
I soggetti passivi del tributo rimangono i singoli occupanti dei locali (i negozianti), ma la legge individua nel soggetto che gestisce i servizi comuni del centro commerciale il ‘responsabile del versamento’, obbligandolo a pagare la tassa per conto di tutti.

Come viene provata in giudizio la qualifica di ‘gestore dei servizi comuni’?
La qualifica di gestore può essere desunta da elementi fattuali e documentali, come i contratti di locazione stipulati con gli esercenti. Se da tali contratti emerge che la società locatrice mantiene la disponibilità e la gestione delle aree e dei servizi comuni, essa viene considerata ‘gestore’ ai fini fiscali.

Il gestore del centro commerciale può evitare di pagare la tassa se dimostra che i locali sono occupati da terzi?
No, la norma specifica (art. 63, comma 3, D.Lgs. 507/1993) prevede proprio che la responsabilità del gestore si estenda al pagamento della tassa dovuta per i locali in uso esclusivo ai singoli occupanti. Il fatto che i locali siano affittati è il presupposto stesso per l’applicazione di questa forma di responsabilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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