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Responsabilità del liquidatore: onere della prova

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha cassato la decisione di merito che escludeva la responsabilità del liquidatore per i debiti fiscali di una società cancellata. I giudici hanno riaffermato che la responsabilità del liquidatore è di natura civile e personale. L’Amministrazione Finanziaria deve solo provare il debito della società e la disponibilità di attivo durante la liquidazione; spetta poi al liquidatore dimostrare di aver agito con diligenza e di non aver distratto fondi prima di aver saldato i debiti tributari.

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Pubblicato il 31 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Responsabilità del Liquidatore per Debiti Fiscali: La Cassazione Chiarisce l’Onere della Prova

La Corte di Cassazione, con una recente e importante ordinanza, ha delineato con precisione i contorni della responsabilità del liquidatore per i debiti tributari di una società estinta. Questa pronuncia ribalta una decisione di merito e stabilisce principi chiari sull’onere della prova, spostandolo in capo al liquidatore stesso. L’analisi di questa decisione è fondamentale per amministratori, liquidatori e professionisti del settore, in quanto definisce le regole del gioco in caso di contenzioso con l’Amministrazione Finanziaria.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dal ricorso dell’Agenzia delle Entrate contro una sentenza della Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado. Quest’ultima aveva confermato la decisione di primo grado, accogliendo il ricorso di un liquidatore di una società cooperativa. L’Amministrazione Finanziaria aveva notificato al liquidatore un avviso di accertamento, ritenendolo responsabile in solido per le imposte non versate dalla società, relative all’annualità 2011. La società era stata cancellata dal registro delle imprese nel 2013, mentre l’accertamento era stato notificato solo nel 2017. Le corti di merito avevano escluso la responsabilità del liquidatore, sostenendo che l’ufficio non avesse provato la sua colpa o la conoscenza del debito erariale, sorto a seguito di un accertamento successivo alla chiusura della liquidazione.

La Decisione della Corte di Cassazione e la Responsabilità del Liquidatore

La Suprema Corte ha accolto i primi due motivi di ricorso dell’Agenzia delle Entrate, cassando la sentenza impugnata e rinviando la causa alla Corte di Giustizia Tributaria per un nuovo esame. Il cuore della decisione risiede nella corretta interpretazione dell’art. 36 del D.P.R. n. 602/1973, alla luce dei recenti orientamenti delle Sezioni Unite.

I giudici hanno chiarito che la responsabilità del liquidatore non è una forma di successione nel debito della società estinta, ma una responsabilità civile ex lege, di natura risarcitoria, che sorge per un fatto proprio. Tale responsabilità si fonda sulla violazione degli obblighi di diligenza imposti dagli articoli 1176 e 1218 del codice civile. In sostanza, il liquidatore risponde personalmente quando, con la sua condotta negligente, ha pregiudicato il soddisfacimento dei crediti tributari.

L’Inversione dell’Onere della Prova

Il punto cruciale della pronuncia riguarda l’onere della prova. La Cassazione ha stabilito che la Corte di merito ha errato nell’addossare all’Amministrazione Finanziaria l’onere di provare la colpa o la conoscenza del debito da parte del liquidatore.

Secondo il corretto riparto, l’ente impositore ha il solo compito di dimostrare due elementi:
1. L’esistenza di un debito tributario insoddisfatto della società.
2. La disponibilità di un attivo nel patrimonio della società durante la fase di liquidazione.

Una volta provati questi presupposti, scatta una presunzione di colpa a carico del liquidatore. Sarà quindi quest’ultimo a dover fornire la prova liberatoria, dimostrando che il mancato pagamento delle imposte non è dipeso da una sua negligenza. Ad esempio, dovrà provare di non aver distribuito l’attivo ai soci o di non aver pagato creditori di grado inferiore prima di aver saldato integralmente il Fisco, oppure che l’attivo era insufficiente a coprire i debiti tributari.

Le Motivazioni

La Corte ha fondato il suo ragionamento sui principi espressi dalle Sezioni Unite (in particolare, sent. n. 32790/2023). La natura civilistica della responsabilità del liquidatore comporta l’applicazione delle regole sull’inadempimento contrattuale (art. 1218 c.c.). Di conseguenza, il creditore (l’Erario) deve solo allegare l’inadempimento e provare la fonte del suo diritto (il debito fiscale e l’esistenza di attivo), mentre spetta al debitore (il liquidatore) dimostrare che l’inadempimento non è a lui imputabile.

La Corte ha inoltre specificato che è irrilevante che il debito tributario sia stato accertato dopo la cancellazione della società. La responsabilità del liquidatore sorge per aver gestito la liquidazione senza la dovuta diligenza nel preservare la garanzia patrimoniale per i creditori, incluso il Fisco. La pretesa tributaria, anche se accertata successivamente, si riferisce a un periodo d’imposta in cui la società era attiva e il liquidatore (che spesso era anche amministratore) era tenuto a conoscere la situazione contabile e fiscale.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale rigoroso nei confronti dei liquidatori. La decisione chiarisce che la responsabilità del liquidatore è una questione seria e non può essere elusa semplicemente perché l’accertamento fiscale arriva dopo la chiusura della società. I liquidatori devono agire con la massima diligenza, accantonando le somme necessarie a coprire i debiti tributari, anche se solo potenziali, prima di distribuire l’attivo residuo. In caso contrario, rischiano di dover rispondere con il proprio patrimonio personale. Per l’Amministrazione Finanziaria, la strada per recuperare i crediti da società estinte diventa più agevole, potendo contare su un regime probatorio più favorevole.

Qual è la natura della responsabilità del liquidatore per i debiti fiscali della società estinta?
Non si tratta di una successione nel debito della società, ma di una responsabilità civile personale e autonoma, di natura risarcitoria. Essa deriva dalla violazione degli obblighi di diligenza nella gestione della fase di liquidazione, come previsto dagli artt. 1176 e 1218 del codice civile.

Su chi ricade l’onere della prova in un contenzioso sulla responsabilità del liquidatore?
L’onere della prova è invertito. L’Amministrazione Finanziaria deve solo dimostrare l’esistenza del debito tributario della società e la presenza di un attivo durante la liquidazione. Spetta poi al liquidatore fornire la prova liberatoria, dimostrando che il mancato pagamento delle imposte non è a lui imputabile per negligenza.

Il Fisco può agire contro il liquidatore anche se il debito tributario non era stato accertato prima della cancellazione della società?
Sì. La responsabilità del liquidatore non è esclusa dal fatto che l’accertamento del debito sia avvenuto dopo la cancellazione della società dal registro delle imprese. La sua responsabilità sorge dalla condotta negligente tenuta durante la liquidazione, come l’aver distribuito l’attivo ai soci senza aver prima soddisfatto i crediti tributari.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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