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Responsabilità contribuente: la delega non basta

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 22745/2025, ha stabilito che la responsabilità del contribuente per sanzioni derivanti da un’indebita compensazione effettuata dal commercialista non viene meno con la semplice delega. Per evitare le sanzioni, il contribuente deve dimostrare di aver esercitato un’attenta vigilanza sull’operato del professionista, provando la propria assenza di colpa. La Corte ha cassato la decisione di merito che aveva annullato le sanzioni, rinviando il caso per un nuovo esame basato su questo principio.

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Pubblicato il 19 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Responsabilità del Contribuente e Errori del Commercialista: Quando la Delega non Salva dalle Sanzioni

Affidare la gestione fiscale a un commercialista è una pratica comune e spesso necessaria, ma cosa succede se il professionista commette un errore? La recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un punto fondamentale sulla responsabilità del contribuente, affermando che la semplice delega non è sufficiente a esonerarlo dalle sanzioni. L’affidamento a un terzo non comporta una totale deresponsabilizzazione, ma impone un preciso dovere di vigilanza.

I Fatti del Caso

Un contribuente si è visto recapitare un avviso di recupero da parte dell’Agenzia delle Entrate per un’indebita compensazione orizzontale. La compensazione era stata gestita da una società di professionisti a cui il contribuente si era affidato. Quest’ultimo, ritenendosi estraneo alla condotta illecita, ha impugnato l’atto, sostenendo di essere stato vittima di una truffa, tanto da aver sporto denuncia penale (poi archiviata) contro la società.

In secondo grado, la Commissione Tributaria Regionale aveva dato ragione al contribuente, annullando le sanzioni proprio in virtù della sua presunta estraneità ai fatti. L’Agenzia delle Entrate, non condividendo questa interpretazione, ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che il contribuente non potesse essere considerato esente da colpa.

La Decisione della Corte e la Responsabilità del Contribuente

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Amministrazione Finanziaria, ribaltando la decisione precedente. Gli Ermellini hanno ribadito un principio consolidato: in materia di sanzioni tributarie, la prova dell’assenza di colpa grava sul contribuente. Questo significa che chi affida i propri adempimenti fiscali a un professionista non è automaticamente libero da ogni responsabilità, ma conserva un obbligo di supervisione e controllo.

Le Motivazioni: Il Dovere di Vigilanza

La Suprema Corte ha chiarito che, per escludere la propria responsabilità, il contribuente deve dimostrare di aver diligentemente vigilato sull’operato del professionista incaricato. Non è sufficiente affermare la propria estraneità al comportamento illecito o, come nel caso di specie, presentare una denuncia penale. È necessario fornire la prova positiva della propria assenza di colpa.

Secondo la giurisprudenza richiamata nell’ordinanza, la responsabilità del contribuente è esclusa solo se si dimostra che il comportamento del professionista è stato fraudolento e finalizzato a mascherare il proprio inadempimento, rendendo estremamente difficile per il cliente accorgersene. In assenza di tali ‘artifici e raggiri’, permane una presunzione di colpa in capo al contribuente per non aver adeguatamente controllato l’operato del suo delegato.

Il principio si applica non solo all’omessa presentazione delle dichiarazioni, ma anche, come in questo caso, all’indebita compensazione di crediti. L’affidamento a un commercialista non solleva il contribuente dai suoi obblighi tributari; egli rimane il soggetto tenuto al puntuale adempimento.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche per i Contribuenti

Questa decisione rafforza un importante monito per tutti i contribuenti. La scelta del professionista a cui affidarsi deve essere oculata e, soprattutto, non deve trasformarsi in una delega in bianco. Per tutelarsi e dimostrare la propria diligenza, è consigliabile:

1. Mantenere un dialogo costante con il proprio commercialista, chiedendo aggiornamenti e chiarimenti.
2. Richiedere e conservare la documentazione che attesta gli adempimenti, come le ricevute di trasmissione telematica delle dichiarazioni e le quietanze dei modelli F24 pagati.
3. Verificare periodicamente la propria posizione fiscale, ad esempio attraverso il cassetto fiscale messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate.

In conclusione, la responsabilità del contribuente rimane centrale nel rapporto con il Fisco. La collaborazione con un professionista è un ausilio fondamentale, ma non un alibi per esimersi dal proprio dovere di diligenza e controllo.

Delegare gli adempimenti fiscali a un commercialista esonera il contribuente da ogni responsabilità per le sanzioni?
No, la semplice delega non è sufficiente. Secondo la Corte, il contribuente è sempre tenuto a vigilare sul puntuale adempimento del professionista e la sua responsabilità è esclusa solo con la prova del comportamento fraudolento di quest’ultimo.

Cosa deve dimostrare il contribuente per evitare le sanzioni in caso di errore del professionista?
Il contribuente deve fornire la prova dell’assenza di colpa, ossia di aver diligentemente vigilato sull’operato del professionista. L’onere di dimostrare questa diligenza grava interamente su di lui.

Presentare una denuncia penale contro il commercialista è una prova sufficiente per essere esonerati dalle sanzioni?
No. La Corte ha affermato che la sola presentazione di una denuncia, come avvenuto nel caso specifico, non è di per sé sufficiente a dimostrare di aver assolto al proprio dovere di vigilanza o l’assenza di colpa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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