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Responsabilità albergatore: sanzioni e imposta

Una società alberghiera ha contestato il suo ruolo di responsabile per il versamento dell’imposta di soggiorno. La Corte di Cassazione ha confermato la piena responsabilità dell’albergatore, anche retroattivamente, qualificandolo come ‘responsabile d’imposta’. Tuttavia, ha accolto il ricorso sul punto delle sanzioni, stabilendo che il giudice di merito ha il potere e il dovere di valutarne la proporzionalità rispetto al tributo, annullando la decisione precedente che aveva negato tale competenza.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Responsabilità Albergatore: la Cassazione su Imposta di Soggiorno e Sanzioni

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 6187/2024, ha affrontato un tema cruciale per il settore turistico: la responsabilità albergatore per il versamento dell’imposta di soggiorno. La pronuncia chiarisce in via definitiva la natura degli obblighi del gestore della struttura ricettiva e, al contempo, delinea i poteri del giudice tributario nella valutazione delle sanzioni.

I Fatti del Caso

Una società che gestisce una struttura ricettiva si è opposta a degli avvisi di accertamento relativi agli anni 2015-2017, con cui un Comune le contestava l’omesso versamento dell’imposta di soggiorno. La società sosteneva di non poter essere considerata soggetto passivo del tributo, ruolo che spetta esclusivamente al turista, e che la normativa provinciale che la qualificava come sostituto d’imposta fosse in contrasto con i principi statali. I giudici di primo e secondo grado avevano respinto le sue tesi, confermando la sua responsabilità.

L’Evoluzione Normativa e la Responsabilità Albergatore

Il cuore della controversia risiedeva nell’inquadramento giuridico del gestore alberghiero. La normativa nazionale (D.Lgs. 23/2011) individuava nel turista l’unico soggetto passivo, lasciando al gestore un ruolo simile a quello di un agente contabile, incaricato della sola riscossione e riversamento.

La svolta è avvenuta con il D.L. n. 34/2020 (Decreto Rilancio), che ha introdotto una modifica fondamentale: il gestore della struttura ricettiva è stato qualificato esplicitamente come “responsabile d’imposta”. Questo significa che è obbligato in solido con il cliente al pagamento del tributo, con diritto di rivalsa su quest’ultimo.

La Cassazione ha evidenziato come una successiva norma di interpretazione autentica (art. 5-quinquies del D.L. n. 146/2021) abbia reso questa nuova disciplina retroattiva, applicandola anche ai fatti antecedenti al 19 maggio 2020. Di conseguenza, anche per gli anni 2015-2017, la responsabilità dell’albergatore è piena e di natura puramente tributaria.

Il Potere del Giudice sulla Proporzionalità delle Sanzioni

Se da un lato la Corte ha confermato la piena responsabilità dell’albergatore, dall’altro ha accolto una specifica doglianza della società ricorrente. Quest’ultima lamentava che la Corte di merito avesse rifiutato di valutare la sproporzione tra l’imposta dovuta (circa 40.000 euro) e la sanzione irrogata (10.000 euro), ritenendo di non avere il potere di entrare nel merito della quantificazione decisa dall’ente impositore.

Su questo punto, la Cassazione è stata netta: i giudici tributari hanno il potere e il dovere di valutare la proporzionalità della sanzione. L’art. 7 del D.Lgs. 472/1997 consente di ridurre la sanzione fino alla metà del minimo quando vi sia una manifesta sproporzione rispetto all’entità del tributo. Affermare di non avere tale potere costituisce un errore di diritto.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto i motivi di ricorso relativi alla qualifica del gestore, basando la propria decisione sulla chiara evoluzione legislativa che, con efficacia retroattiva, ha trasformato l’albergatore in un responsabile d’imposta. Questa qualifica, precisa la Corte, sposta il rapporto su un piano esclusivamente tributario, superando le precedenti incertezze e le implicazioni penali (come l’accusa di peculato, ora esclusa).

Ha invece accolto il motivo relativo alle sanzioni. I giudici di legittimità hanno ribadito che il potere discrezionale del giudice di commisurare la sanzione alla gravità del fatto concreto è un principio fondamentale. Il giudice tributario non può abdicare a questa funzione, ma deve valutare le circostanze del caso per determinare un’eventuale manifesta sproporzione, esercitando così il proprio potere di riduzione previsto dalla legge. Per questo motivo, la sentenza è stata cassata con rinvio, affinché un nuovo collegio decida specificamente sulla quantificazione della sanzione.

Conclusioni

Questa ordinanza offre due messaggi chiari agli operatori del settore ricettivo:
1. Responsabilità certa: La responsabilità dell’albergatore per il versamento dell’imposta di soggiorno è ormai un punto fermo, anche per il passato. Il gestore è tenuto a versare l’imposta al Comune, anche se il cliente non l’ha pagata, salvo poi agire contro quest’ultimo per recuperare la somma.
2. Sanzioni contestabili: Le sanzioni per omesso o tardivo versamento non sono intoccabili. Se ritenute sproporzionate rispetto all’importo del tributo, possono essere contestate in giudizio, poiché il giudice ha il potere-dovere di ricalibrarle in base alla gravità effettiva della violazione.

L’albergatore è responsabile per il pagamento dell’imposta di soggiorno anche se il cliente non paga?
Sì. La Corte di Cassazione ha confermato che, in virtù di una normativa con efficacia retroattiva, il gestore della struttura ricettiva è qualificato come “responsabile d’imposta”. Ciò significa che è obbligato a versare il tributo al Comune anche in caso di mancato pagamento da parte dell’ospite, pur conservando il diritto di rivalersi su quest’ultimo.

Il giudice può ridurre una sanzione tributaria se la ritiene sproporzionata?
Sì. La sentenza afferma chiaramente che il giudice tributario ha il potere discrezionale di valutare la proporzionalità tra l’entità del tributo e la sanzione applicata. Se rileva una “manifesta sproporzione”, può ridurre la sanzione fino alla metà del minimo previsto dalla legge, come stabilito dall’art. 7 del D.Lgs. 472/1997.

La nuova qualifica di “responsabile d’imposta” per l’albergatore si applica anche a violazioni commesse prima del 2020?
Sì. La Corte ha stabilito che la normativa che qualifica l’albergatore come “responsabile d’imposta” ha efficacia retroattiva, grazie a una specifica norma di interpretazione autentica. Di conseguenza, si applica anche ai casi verificatisi prima del 19 maggio 2020.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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