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Requisiti ONLUS: la Cassazione conferma l’accertamento

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 24070/2024, ha confermato un avviso di accertamento fiscale contro un’associazione che non rispettava i requisiti ONLUS. La Corte ha ritenuto legittima la revoca dei benefici fiscali a causa di gravi carenze gestionali, come la mancanza di democraticità interna, l’irregolare funzionamento degli organi direttivi e la scarsa trasparenza contabile, validando la decisione dell’Agenzia delle Entrate.

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Pubblicato il 16 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Requisiti ONLUS: senza democraticità e trasparenza si perdono i benefici fiscali

L’ordinanza della Corte di Cassazione n. 24070 del 6 settembre 2024 ribadisce un principio fondamentale: per godere delle agevolazioni fiscali, non basta qualificarsi come ONLUS, ma è necessario rispettare scrupolosamente tutti i requisiti ONLUS previsti dalla legge, in particolare quelli legati alla democraticità e alla trasparenza gestionale. La pronuncia conferma la legittimità di un accertamento fiscale nei confronti di un’associazione che, pur operando nel volontariato, presentava gravi irregolarità nella sua struttura e operatività.

I Fatti di Causa

Una associazione di volontariato e i suoi legali rappresentanti si sono visti notificare un avviso di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate per l’anno 2013. L’amministrazione finanziaria contestava la mancanza dei requisiti oggettivi e soggettivi necessari per la qualifica di ONLUS, disconoscendo di conseguenza il regime fiscale agevolato. L’Agenzia aveva quindi rideterminato le imposte (Ires, Irap e Iva) per un importo complessivo di oltre 122.000 euro, sanzioni incluse.

L’ente ha impugnato l’atto impositivo, ma sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale hanno respinto le sue ragioni. In particolare, i giudici di merito hanno confermato la correttezza dell’operato dell’ufficio, evidenziando numerose e gravi criticità:
* Assenza di democraticità nella struttura associativa.
* Funzionamento irregolare del Consiglio Direttivo e dell’assemblea.
* Scarsa trasparenza nella gestione dei pagamenti e delle quote sociali.
* Ammissione irregolare di nuovi soci.
* Mancata iscrizione nel registro delle associazioni di volontariato.

L’associazione ha quindi deciso di ricorrere in Cassazione, affidando le proprie difese a tre motivi di impugnazione.

L’Analisi della Corte sui Requisiti ONLUS

La Corte di Cassazione, prima di esaminare i motivi del ricorso, ha svolto un’attenta ricognizione della disciplina normativa delle ONLUS, delineata dal D.Lgs. 460/1997. La normativa impone un quadro di regole rigorose che un ente deve seguire per beneficiare delle agevolazioni fiscali. Tra i pilastri fondamentali vi sono:

Esclusivo perseguimento di finalità di solidarietà

L’attività dell’ente deve essere diretta ad arrecare benefici a persone svantaggiate per condizioni fisiche, psichiche, economiche o sociali. Questo fine solidaristico deve essere l’unico e principale obiettivo, anche in presenza di utili, i quali non devono essere distribuiti ma reinvestiti nelle attività istituzionali.

Principio di democraticità e gestione trasparente

La legge impone l’obbligo di assicurare un rapporto associativo uniforme, con diritto di voto per tutti i partecipanti per le modifiche statutarie e la nomina degli organi direttivi. Questo principio di democraticità è cruciale e la sua assenza è stata uno dei punti cardine della decisione.

La Corte ha sottolineato che il rispetto di questi requisiti deve essere formale e sostanziale, e non può essere surrogato da un generico accertamento della fattuale osservanza dei precetti. La normativa è di stretta interpretazione.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte Suprema ha dichiarato inammissibili tutti i motivi del ricorso presentato dall’associazione.

Sul primo motivo, relativo al mancato accoglimento della richiesta di una consulenza tecnica d’ufficio (CTU) per ricostruire costi e ricavi, i giudici hanno ribadito che la decisione di avvalersi di un consulente rientra nel potere discrezionale del giudice di merito e, nel caso specifico, il rigetto era stato ampiamente e dettagliatamente motivato.

Anche il secondo e il terzo motivo sono stati giudicati inammissibili. La Corte ha rilevato una sovrapposizione confusa di censure (violazione di norme sostanziali, processuali e vizi di motivazione) senza una chiara distinzione dei punti della sentenza impugnata. L’associazione non ha specificato dove e come avesse sollevato le questioni nei gradi di merito, rendendo il ricorso generico. In particolare, la Corte ha definito “eccentrico” il motivo relativo alla mancanza dei requisiti ONLUS, poiché la sentenza regionale aveva analiticamente esaminato tutte le irregolarità e le violazioni dei principi fondativi, con un accertamento in fatto incensurabile in sede di legittimità.

La decisione del giudice regionale, che ha evidenziato l’assenza di requisiti essenziali, è stata quindi ritenuta esente da vizi logici o errori materiali.

Conclusioni

L’ordinanza in esame rappresenta un importante monito per tutti gli enti del terzo settore. La qualifica di ONLUS e i relativi benefici fiscali non sono automatici ma sono subordinati al rispetto rigoroso e costante di requisiti formali e sostanziali. La mancanza di democraticità interna, la gestione poco trasparente e le irregolarità amministrative possono portare al disconoscimento della qualifica e a pesanti conseguenze fiscali. La decisione della Cassazione conferma che l’amministrazione finanziaria ha il potere di effettuare tali controlli e che, in presenza di gravi carenze, la revoca delle agevolazioni è un atto legittimo. Gli enti devono quindi prestare la massima attenzione alla corretta implementazione delle regole statutarie e alla trasparenza della loro gestione per non incorrere in spiacevoli sorprese.

Cosa succede se un’associazione non rispetta i requisiti formali e sostanziali per essere una ONLUS?
L’associazione perde il diritto al regime fiscale agevolato. L’Agenzia delle Entrate può disconoscere la qualifica di ONLUS e procedere alla rideterminazione delle imposte dovute (Ires, Irap, Iva) come se si trattasse di un’attività commerciale, applicando anche le relative sanzioni.

Quali sono le principali carenze che possono portare alla revoca dello status di ONLUS?
La sentenza evidenzia diverse criticità, tra cui l’assenza del principio di democraticità interna, l’irregolare funzionamento degli organi direttivi, la scarsa trasparenza nei pagamenti e nella gestione contabile, modalità non chiare di ammissione dei soci e la mancanza di iscrizione in appositi registri previsti dalla legge.

È sempre necessaria una consulenza tecnica d’ufficio (CTU) per accertare i ricavi e i costi di un’associazione in un contenzioso tributario?
No. La decisione di disporre una CTU rientra nel potere discrezionale del giudice di merito. Se il giudice ritiene di avere elementi sufficienti per decidere e motiva adeguatamente il rigetto della richiesta di consulenza, la sua decisione non è censurabile in Cassazione, se non per vizi specifici previsti dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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