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Rendita catastale: pozzi geotermici esclusi dal calcolo

La Cassazione chiarisce che, per la determinazione della rendita catastale di impianti energetici, i pozzi geotermici vanno esclusi. Essendo funzionali al processo produttivo, non rientrano nel calcolo secondo la normativa del 2016. La Corte ha rigettato il ricorso dell’Agenzia Entrate e accolto parzialmente quello della società energetica su un punto procedurale.

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Pubblicato il 6 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rendita catastale: la Cassazione esclude i pozzi geotermici dal calcolo

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha stabilito un principio fondamentale per il settore energetico, chiarendo le modalità di calcolo della rendita catastale per le centrali geotermiche. La decisione, basata sulla normativa introdotta nel 2016, sancisce che i pozzi geotermici, in quanto elementi funzionali al processo produttivo, non devono essere inclusi nella stima del valore catastale dell’immobile. Questa pronuncia offre importanti delucidazioni per tutte le imprese che operano con impianti a destinazione speciale.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un avviso di accertamento catastale notificato dall’Agenzia delle Entrate a una società energetica proprietaria di una centrale geotermica. L’Ufficio aveva rettificato la rendita proposta dal contribuente, aumentandola da circa 17.000 euro a oltre 175.000 euro. La divergenza principale riguardava l’inclusione, nella stima, di alcuni componenti dell’impianto, tra cui i pozzi di estrazione e reiniezione del vapore.

Il contenzioso è passato attraverso i due gradi di giudizio tributario prima di approdare in Cassazione. L’Agenzia delle Entrate ha presentato un ricorso principale per contestare l’esclusione dei pozzi dalla stima, mentre la società ha risposto con un controricorso e un ricorso incidentale su altri aspetti della decisione d’appello.

La Nuova Disciplina della Rendita Catastale per gli Immobili Speciali

Il punto cruciale della controversia è l’applicazione della Legge n. 208 del 2015 (Legge di Stabilità 2016). A decorrere dal 1° gennaio 2016, questa norma ha modificato i criteri per la determinazione della rendita catastale degli immobili a destinazione speciale e particolare, censibili nelle categorie catastali dei gruppi D ed E (come centrali elettriche, opifici, ecc.).

La legge stabilisce che la stima diretta deve tenere conto del suolo e delle costruzioni, escludendo “macchinari, congegni, attrezzature ed altri impianti, funzionali allo specifico processo produttivo”. L’obiettivo del legislatore era chiaro: tassare l’immobile in sé (il “contenitore”) e non il valore degli impianti utilizzati per l’attività produttiva (il “contenuto”).

La Decisione della Corte sulla Rendita Catastale e i Pozzi

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso principale dell’Agenzia delle Entrate, confermando la correttezza della decisione dei giudici di merito nell’escludere i pozzi geotermici dalla stima. I pozzi, infatti, non sono assimilabili a una miniera, ma costituiscono a tutti gli effetti impianti funzionali ed essenziali per la produzione di energia elettrica. Essi servono a intercettare il vapore, convogliarlo alle turbine e successivamente a reiniettare l’acqua nel sottosuolo. In quanto tali, rientrano pienamente nella categoria degli “impianti funzionali allo specifico processo produttivo” che la legge del 2016 intende escludere dalla base imponibile.

L’Analisi del Ricorso Incidentale della Società

La Corte ha poi esaminato il ricorso incidentale della società, accogliendolo solo in parte.

Il Giudicato Interno sui Carriponte

Il primo motivo, accolto, riguardava la valorizzazione dei carriponte. La Cassazione ha rilevato che l’Agenzia delle Entrate non aveva specificamente impugnato la decisione di primo grado su questo punto. Di conseguenza, si era formato un “giudicato interno”, una decisione parziale e definitiva che impediva al giudice d’appello di riesaminare la questione. La sentenza è stata quindi annullata senza rinvio su questo specifico aspetto.

I Motivi Inammissibili

Gli altri due motivi del ricorso incidentale sono stati dichiarati inammissibili. La società lamentava che il giudice d’appello si fosse pronunciato su elementi (vapordotti, alternatori) non oggetto di contestazione e che avesse erroneamente valutato il deprezzamento per vetustà. La Corte ha ritenuto tali censure un tentativo di ottenere una nuova valutazione del merito, non consentita in sede di legittimità.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda su un’interpretazione teleologica della Legge n. 208/2015. Il principio cardine è quello di separare il valore dell’immobile dal valore degli impianti produttivi. I pozzi geotermici, sebbene infissi al suolo, non sono “costruzioni” nel senso catastale del termine, ma componenti essenziali del ciclo produttivo energetico. La loro funzione è assimilabile a quella di un macchinario, il cui valore non deve concorrere alla formazione della rendita catastale.

La Corte ribadisce che il criterio distintivo introdotto nel 2016 privilegia la destinazione funzionale dell’elemento, indipendentemente dalla sua natura strutturale o dalla sua connessione fisica con il suolo. Pertanto, tutto ciò che serve direttamente alla produzione di energia deve essere escluso dalla stima.

Conclusioni

L’ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale di grande importanza per il settore industriale ed energetico. Stabilisce con chiarezza che la base imponibile ai fini catastali per gli impianti produttivi deve essere limitata al valore del suolo e delle strutture edilizie, escludendo gli impianti strettamente legati al processo produttivo. Questa interpretazione garantisce una maggiore certezza del diritto e allinea il carico fiscale alla volontà del legislatore di tassare il patrimonio immobiliare e non la capacità produttiva delle imprese.

I pozzi di una centrale geotermica vanno inclusi nel calcolo della rendita catastale?
No, a partire dal 1° gennaio 2016, i pozzi geotermici sono considerati componenti funzionali al processo produttivo e, pertanto, devono essere esclusi dalla stima della rendita catastale.

Cosa succede se una parte non appella uno specifico punto di una sentenza di primo grado?
Su quel punto si forma un “giudicato interno”. Ciò significa che la questione è decisa in via definitiva e non può più essere riesaminata dal giudice dell’appello, anche se il resto della causa prosegue.

Qual è lo scopo della legge n. 208 del 2015 in materia di rendita catastale per gli immobili speciali (gruppi D ed E)?
Lo scopo è sottrarre dal carico impositivo il valore delle componenti impiantistiche (macchinari, congegni, attrezzature) funzionali allo specifico processo produttivo, indipendentemente dalla loro natura strutturale o dal fatto che siano infisse al suolo. La stima deve basarsi solo sul valore del suolo e delle costruzioni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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