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Rendita catastale: pozzi geotermici esclusi

Una società energetica contesta l’aumento della rendita catastale di un impianto geotermico. La Cassazione conferma l’esclusione dei pozzi geotermici dalla stima, qualificandoli come ‘imbullonati’ secondo la L. 208/2015. Accolto anche il ricorso incidentale sul giudicato interno relativo ai carriponte.

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Pubblicato il 7 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rendita catastale e impianti industriali: i pozzi geotermici sono ‘imbullonati’

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale sulla determinazione della rendita catastale per gli impianti a destinazione speciale, in particolare per le centrali geotermiche. La decisione stabilisce un principio chiave: i pozzi geotermici, essendo componenti essenziali e funzionali al processo produttivo, devono essere esclusi dal calcolo della base imponibile, rientrando a pieno titolo nella categoria dei cosiddetti ‘imbullonati’.

I fatti del caso

La controversia nasce dalla rettifica, da parte dell’Agenzia Fiscale, della rendita catastale proposta da una società energetica per una sua centrale geotermica. L’amministrazione finanziaria aveva aumentato significativamente il valore, includendo nella stima anche i pozzi di estrazione e reiniezione del vapore. La società ha impugnato l’avviso di accertamento, ottenendo ragione sia in primo che in secondo grado. I giudici tributari di merito hanno infatti escluso i pozzi dalla valutazione, equiparandoli a miniere. Contro la decisione d’appello, l’Agenzia Fiscale ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo che i pozzi geotermici fossero componenti strutturali dell’impianto e quindi dovessero contribuire alla determinazione della rendita. La società, a sua volta, ha presentato un controricorso, sollevando due questioni: la formazione di un giudicato interno sull’esclusione dei carriponte e l’erronea valutazione dei costi e del deprezzamento da parte dei giudici.

La disciplina della rendita catastale per gli ‘imbullonati’

Il cuore della questione giuridica risiede nell’interpretazione dell’art. 1, comma 21, della Legge di Stabilità 2016 (L. n. 208/2015). Questa norma ha introdotto un cambiamento epocale per la stima degli immobili a destinazione speciale (gruppi catastali D ed E). A decorrere dal 1° gennaio 2016, la rendita catastale viene determinata tenendo conto del suolo e delle costruzioni, escludendo però ‘macchinari, congegni, attrezzature ed altri impianti, funzionali allo specifico processo produttivo’.

Il legislatore ha voluto sottrarre dal carico impositivo il valore delle componenti impiantistiche, privilegiando un criterio basato sulla funzionalità al processo produttivo piuttosto che sulla natura strutturale o sull’infissione al suolo del bene. Ciò che conta è il rapporto di strumentalità dell’impianto rispetto all’attività svolta.

Pozzi geotermici e la loro funzione

I pozzi geotermici, come descritto dalla stessa Corte, sono essenziali per il funzionamento della centrale. Essi intercettano e convogliano le acque e i vapori caldi dal sottosuolo, trasformandoli in energia. Non sono assimilabili a una miniera (attività estrattiva), ma rappresentano il primo, indispensabile anello della catena di produzione di energia elettrica. Sono, a tutti gli effetti, parti integranti dell’impianto produttivo, senza le quali la centrale non potrebbe operare.

La questione del giudicato interno sui carriponte

Un altro aspetto rilevante affrontato dalla Corte riguarda il principio del giudicato interno. La società contribuente ha eccepito che la decisione di primo grado, nella parte in cui escludeva dalla stima anche i carriponte, non era stata specificamente impugnata dall’Agenzia Fiscale nel suo atto di appello. Di conseguenza, quella parte della decisione doveva considerarsi definitiva. La Cassazione ha accolto questa tesi, affermando che la mancata impugnazione di un capo specifico della sentenza ne determina la preclusione per giudicato interno, impedendo che la questione possa essere riesaminata.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso principale dell’Agenzia Fiscale, pur correggendo la motivazione della sentenza d’appello. I giudici di legittimità hanno chiarito che l’esclusione dei pozzi geotermici dalla rendita catastale non deriva dalla loro assimilazione a miniere (normativa non pertinente al caso), ma direttamente dall’applicazione della Legge di Stabilità 2016. I pozzi sono impianti funzionali al ciclo produttivo e, come tali, rientrano nella nozione di ‘imbullonati’. Secondo la Corte, il rapporto di strumentalità con il processo produttivo è l’elemento decisivo, rendendo irrilevante la consistenza fisica o l’infissione al suolo. La loro funzione è produrre energia, non aggiungere valore strutturale all’immobile. Relativamente al ricorso incidentale della società, la Corte ha accolto il primo motivo, cassando senza rinvio la sentenza per la parte relativa ai carriponte, in virtù del formatosi giudicato interno. Ha invece dichiarato inammissibile il secondo motivo, relativo alla stima dei costi, ritenendolo una richiesta di riesame del merito non consentita in sede di legittimità.

Le conclusioni

Questa ordinanza consolida l’orientamento giurisprudenziale formatosi a seguito della Legge di Stabilità 2016, rafforzando un’interpretazione funzionale e non meramente strutturale della nozione di impianto ai fini catastali. La decisione ha importanti implicazioni pratiche per tutte le imprese che operano in settori ad alta intensità di impianti, come quello energetico, manifatturiero e siderurgico. Viene confermato che il valore degli asset direttamente impiegati nel ciclo produttivo non deve essere incluso nella base imponibile della rendita catastale, con un conseguente alleggerimento del carico fiscale immobiliare. Inoltre, la pronuncia ribadisce l’importanza strategica di redigere atti di appello precisi e puntuali, poiché l’omessa impugnazione di uno specifico capo della sentenza può renderlo definitivo.

I pozzi di un impianto geotermico devono essere inclusi nel calcolo della rendita catastale?
No. Secondo la Corte di Cassazione, a partire dal 1° gennaio 2016, i pozzi geotermici devono essere esclusi dal calcolo della rendita catastale perché sono considerati impianti funzionali allo specifico processo produttivo (i cosiddetti ‘imbullonati’), come previsto dalla Legge n. 208/2015.

Cosa si intende per ‘imbullonati’ ai fini della stima catastale?
Con il termine ‘imbullonati’ si intendono macchinari, congegni, attrezzature e altri impianti che sono funzionali allo specifico processo produttivo svolto in un immobile. La loro esclusione dalla stima catastale si basa sul criterio della loro funzione produttiva, indipendentemente dal fatto che siano o meno stabilmente infissi al suolo.

Cosa succede se una parte della sentenza di primo grado non viene specificamente impugnata in appello?
Se un capo della decisione di primo grado (ad esempio, l’esclusione di un bene dalla stima) non viene specificamente contestato nell’atto di appello, su quel punto si forma il ‘giudicato interno’. Ciò significa che quella parte della sentenza diventa definitiva e non può più essere messa in discussione nei successivi gradi di giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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