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Rendita catastale pale eoliche: l’omessa pronuncia

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza d’appello relativa alla determinazione della rendita catastale di pale eoliche. La decisione è stata cassata per omessa pronuncia, poiché il giudice di secondo grado non aveva valutato tutte le voci di costo contestate dall’Agenzia delle Entrate (come plinti e oneri), limitandosi a esaminare solo l’esclusione della torre eolica. Il caso è stato rinviato per un nuovo esame.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rendita catastale pale eoliche: la Cassazione interviene sull’omessa pronuncia

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riacceso i riflettori sulla corretta determinazione della rendita catastale pale eoliche, evidenziando un importante principio processuale: il dovere del giudice di pronunciarsi su tutte le domande formulate dalle parti. Nel caso di specie, la Corte ha annullato una decisione di secondo grado per “omessa pronuncia”, poiché i giudici d’appello avevano analizzato solo una parte delle questioni sollevate.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento con cui l’Agenzia delle Entrate rideterminava la rendita catastale di un parco eolico gestito da due società energetiche. L’Agenzia includeva nel calcolo non solo la torre eolica, ma anche una serie di altre voci di costo: plinti di fondazione, spese tecniche di progettazione e direzione lavori, oneri concessori e di urbanizzazione, e oneri finanziari.

Le società contribuenti impugnavano l’atto, ottenendo in primo grado una sentenza favorevole che escludeva dal computo sia la torre eolica sia le altre voci, ritenendo che l’Amministrazione finanziaria non avesse fornito prove adeguate a sostegno della sua pretesa.

L’Agenzia delle Entrate proponeva appello, insistendo per l’inclusione di tutte le voci accessorie nel calcolo della rendita. La Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado, tuttavia, rigettava l’appello motivando la sua decisione esclusivamente sulla questione dell’esclusione della torre eolica, senza affrontare il tema delle altre componenti di costo.

Il Ricorso in Cassazione e la questione della rendita catastale pale eoliche

Di fronte a questa decisione, l’Agenzia delle Entrate si è rivolta alla Corte di Cassazione, lamentando un vizio di “omessa pronuncia” ai sensi dell’art. 112 del codice di procedura civile. Nel suo ricorso, l’Agenzia ha specificato di prestare acquiescenza, ovvero di accettare la decisione, riguardo all’esclusione della sola torre eolica. Tuttavia, ha sottolineato come i giudici d’appello avessero completamente ignorato il motivo di gravame relativo a tutte le altre voci di costo (plinti, oneri tecnici, finanziari, ecc.), che erano state specificamente contestate.

Le società contribuenti, dal canto loro, si erano difese sostenendo che le altre voci erano state contestate specificamente per il loro ammontare (quantum) e non per la loro inclusione in sé. La questione centrale per la Cassazione era quindi stabilire se la sentenza di secondo grado, concentrandosi solo su un aspetto del contenzioso, avesse violato il principio che impone al giudice di corrispondere a tutte le richieste delle parti.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha ritenuto fondato il ricorso dell’Agenzia delle Entrate. Gli Ermellini hanno chiarito che la sentenza di appello era viziata da omessa pronuncia. Sebbene l’appello dell’Ufficio riguardasse diverse componenti rilevanti per la rendita catastale pale eoliche, la motivazione della corte territoriale si era limitata a giustificare solo l’esclusione della torre, tralasciando completamente le altre voci.

Il fatto che le società contribuenti avessero contestato il quantum di tali voci non eliminava l’obbligo del giudice di pronunciarsi sulla loro inclusione nel calcolo. Il giudice d’appello avrebbe dovuto esaminare punto per punto i motivi del gravame, invece di limitarsi a una valutazione parziale. Questo comportamento integra una violazione del principio della corrispondenza tra il chiesto e il pronunciato, un pilastro del diritto processuale.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, cassato la sentenza impugnata e rinviato la causa alla Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado della Basilicata, in diversa composizione. Il nuovo giudice dovrà ora pronunciarsi specificamente sulle voci di costo diverse dalla torre eolica (plinti, oneri tecnici, ecc.) per stabilire se e in che misura debbano concorrere alla determinazione della rendita catastale dell’impianto. La decisione riafferma l’importanza per i giudici di merito di esaminare in modo completo ed esaustivo tutti i motivi di impugnazione, pena l’annullamento della sentenza per un vizio procedurale.

Cosa si intende per ‘omessa pronuncia’ in un processo?
Per omessa pronuncia si intende il vizio di una sentenza che si verifica quando il giudice non decide su una o più domande o eccezioni che le parti hanno sottoposto al suo esame, violando così il principio processuale che gli impone di pronunciarsi su tutto ciò che è stato richiesto.

Quali elementi erano contestati per il calcolo della rendita catastale delle pale eoliche in questo caso?
La contestazione riguardava l’inclusione nella rendita catastale della torre eolica e di altre voci di costo, quali i plinti di fondazione, le spese tecniche di progettazione, i costi di direzione dei lavori, gli oneri concessori e di urbanizzazione, e gli oneri finanziari.

Per quale motivo la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di secondo grado?
La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza perché il giudice di secondo grado si era pronunciato solo sull’esclusione della torre eolica dal calcolo della rendita, omettendo completamente di decidere sulle altre voci di costo che erano state specificamente oggetto dell’appello dell’Agenzia delle Entrate, configurando così un vizio di omessa pronuncia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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