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Rendita catastale mobil-home: la Cassazione decide

Una società turistica ha contestato l’inclusione di 220 case mobili nel calcolo della rendita catastale mobil-home, sostenendo dovessero essere considerate “imbullonati”. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che le case mobili, essendo unità abitative stabili e autonome, contribuiscono direttamente alla redditività dell’immobile e devono essere incluse nella stima catastale, a differenza dei macchinari funzionali al processo produttivo.

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Pubblicato il 28 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rendita Catastale Mobil-Home: La Cassazione Fa Chiarezza

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito un chiarimento fondamentale per il settore turistico-ricettivo, in particolare per i gestori di campeggi e villaggi turistici. La questione centrale riguarda la corretta determinazione della rendita catastale mobil-home, stabilendo se queste strutture debbano essere considerate parte integrante dell’immobile ai fini fiscali o se possano essere assimilate ai cosiddetti “imbullonati”.

Il Caso: Case Mobili e Valore Catastale

Una società che gestisce un grande camping village ha presentato una dichiarazione di variazione catastale (DOCFA) indicando una certa rendita. Successivamente, l’Agenzia delle Entrate ha rettificato tale valore, aumentandolo in modo significativo. La differenza derivava dall’inclusione nel calcolo del valore di 220 case mobili presenti all’interno del complesso, quantificate in 5.000 euro ciascuna. La società ha impugnato l’avviso di accertamento, ma sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella Regionale hanno respinto i suoi ricorsi.

La Tesi della Società: Mobil-Home come “Imbullonati”

Il punto cardine della difesa della società si basava sull’art. 1, comma 21, della Legge n. 208/2015. Secondo questa norma, dalla stima diretta della rendita catastale sono esclusi macchinari, congegni e altri impianti “funzionali allo specifico processo produttivo”. La società sosteneva che le mobil-home fossero parte integrante del ciclo produttivo dell’attività turistica, fornendo alloggio ai clienti, e che quindi dovessero essere considerate attrezzature funzionali (appunto, “imbullonati”) e non costruzioni.

L’Analisi sulla Rendita Catastale Mobil-Home

La Corte di Cassazione ha respinto categoricamente questa interpretazione. I giudici hanno chiarito che la disciplina degli “imbullonati” è riservata a beni strumentali inseriti nel ciclo produttivo che sono privi di autonomia abitativa o reddituale. Le case mobili, al contrario, sono state qualificate come vere e proprie unità abitative. Esse sono complete di impianti, garantiscono l’abitabilità e, soprattutto, sono collegate in modo stabile alle reti di acqua, energia e gas, a conferma del loro uso continuativo e permanente. Questo le rende a tutti gli effetti delle costruzioni ai fini catastali.

Il Principio di Diritto sulla Rendita Catastale Mobil-Home

La Corte ha quindi affermato un principio di diritto cruciale: “Le case mobili (mobil-home) utilizzate nell’ambito di attività turistico-ricettive devono essere considerate ai fini della stima catastale, in quanto autonome, stabili e complete di impianti, contribuendo direttamente alla capacità reddituale dell’unità immobiliare, e non rientrano nella categoria degli imbullonati”.

Le Motivazioni della Corte

La decisione si fonda su una distinzione netta tra beni strumentali e unità immobiliari. Le mobil-home, per loro natura, non sono semplici attrezzature. Possiedono una propria autonomia abitativa e contribuiscono direttamente e autonomamente alla redditività del complesso turistico. Non possono essere assimilate a un macchinario che serve una fase della produzione. Inoltre, la Corte ha respinto anche gli altri motivi di ricorso. Ha dichiarato inammissibile la censura relativa all’omesso esame di fatti decisivi, in virtù del principio della “doppia conforme” (essendo le decisioni di primo e secondo grado concordi sui fatti). Infine, ha giudicato infondata la contestazione sul saggio di redditività del 2% applicato dall’Agenzia, chiarendo che le modifiche normative invocate dalla società riguardavano i moltiplicatori catastali e non il saggio di interesse, che rimane fissato dalla normativa in modo uniforme per gli immobili di categoria D.

Le Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione consolida un orientamento di grande importanza per gli operatori del settore. Le case mobili installate in modo stabile all’interno di strutture ricettive sono a tutti gli effetti parte del compendio immobiliare e, come tali, concorrono a determinarne la rendita catastale e il conseguente carico fiscale. Questa decisione impone una valutazione attenta del valore di tali strutture al momento della dichiarazione catastale, escludendo la possibilità di avvalersi della normativa di favore prevista per i beni strumentali.

Le case mobili (mobil-home) di un campeggio devono essere incluse nel calcolo della rendita catastale?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che le case mobili, quando utilizzate in attività turistico-ricettive, sono unità abitative autonome, stabili e complete di impianti. Contribuiscono direttamente alla capacità reddituale dell’immobile e quindi devono essere incluse nella stima catastale.

Le case mobili possono essere considerate “imbullonati” ed essere escluse dalla stima catastale?
No. La disciplina degli “imbullonati”, riservata a macchinari e impianti funzionali al processo produttivo, non si applica alle case mobili. Queste ultime hanno un’autonomia abitativa e reddituale che le differenzia dai beni puramente strumentali.

La variabilità del numero di case mobili nel tempo influisce sulla loro classificazione catastale?
No. La Corte ha ritenuto che la possibilità che il numero di unità mobili cambi nel tempo non ne modifica la natura ai fini catastali. Eventuali variazioni numeriche possono e devono essere gestite attraverso la presentazione di una nuova dichiarazione di variazione catastale (DOCFA), ma non giustificano la loro esclusione dalla stima iniziale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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