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Rendita catastale impianti eolici: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 13830/2025, è intervenuta sul calcolo della rendita catastale degli impianti eolici. Il caso riguarda una società energetica e l’Agenzia delle Entrate. La Corte ha cassato la sentenza di merito per motivazione apparente, stabilendo che, una volta escluse le torri eoliche e gli aerogeneratori (in quanto funzionali al processo produttivo), la rendita deve essere calcolata solo sul valore degli immobili residui (suolo, fondazioni, piazzola, cabina). Di conseguenza, anche le spese tecniche, il profitto d’impresa e gli oneri finanziari devono essere calcolati solo in relazione a tali beni residui.

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Pubblicato il 3 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rendita Catastale Impianti Eolici: La Cassazione Fissa i Paletti per il Calcolo

La determinazione della rendita catastale impianti eolici rappresenta una questione complessa e di grande rilevanza economica per le aziende del settore energetico. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 13830/2025) ha fornito chiarimenti decisivi, cassando una sentenza di merito per motivazione inadeguata e stabilendo un principio di diritto fondamentale per il corretto calcolo del valore catastale.

I Fatti di Causa: Dalla Stima Iniziale al Ricorso in Cassazione

La vicenda trae origine da un avviso di accertamento catastale emesso dall’Agenzia delle Entrate nei confronti di una società proprietaria di un impianto eolico. La società aveva proposto un accatastamento con una rendita di 2.400 euro, ma l’Agenzia l’aveva rettificata a 9.790 euro.

Il contenzioso, dopo i primi gradi di giudizio, era già arrivato una prima volta in Cassazione. In quella sede, la Suprema Corte aveva stabilito che il giudice di merito avrebbe dovuto verificare se la torre eolica costituisse un impianto funzionale al processo produttivo, e come tale da escludere dal calcolo della rendita ai sensi della L. n. 208/2015.

Il giudice del rinvio, pur escludendo il valore della torre dal calcolo, aveva determinato la nuova rendita in 4.490 euro, basandosi acriticamente su un prospetto fornito dall’Agenzia delle Entrate e senza fornire un’adeguata motivazione. Contro questa decisione, la società ha proposto un nuovo ricorso per cassazione.

La Questione Giuridica e la Rendita Catastale Impianti Eolici

Il nodo centrale della controversia è l’interpretazione e l’applicazione dell’art. 1, comma 21, della Legge n. 208/2015. Questa norma stabilisce che, a partire dal 1° gennaio 2016, la determinazione della rendita catastale degli immobili a destinazione speciale deve avvenire tramite stima diretta, tenendo conto del suolo e delle costruzioni, ma escludendo “macchinari, congegni, attrezzature ed altri impianti, funzionali allo specifico processo produttivo”.

La giurisprudenza ha già chiarito che non solo il rotore e la navicella, ma anche la torre eolica, è da considerarsi funzionale al processo produttivo e, quindi, esente dal calcolo. Il problema affrontato in questa ordinanza riguarda il come si debba procedere alla stima una volta operata tale esclusione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso della società, cassando la sentenza impugnata con rinvio. Il motivo principale dell’annullamento è la “motivazione inesistente e/o meramente apparente”. I giudici di legittimità hanno ritenuto che la Corte di Giustizia Tributaria si sia limitata a un mero richiamo a una tabella contenuta in una memoria dell’Agenzia delle Entrate, senza esplicitare l’iter logico-giuridico seguito e senza spiegare perché avesse disatteso le conclusioni della Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU).

Le Motivazioni: Oltre l’Esclusione della Torre Eolica

La Corte non si è fermata alla censura del vizio di motivazione, ma ha enunciato un principio di diritto per guidare il giudice del rinvio. Ha stabilito che l’esclusione della torre dal computo non si risolve in una semplice sottrazione del suo valore dal totale. La stima, invece, deve essere interamente rifondata, concentrandosi esclusivamente sugli elementi immobiliari residui.

In pratica, la stima diretta con “approccio di costo” deve essere applicata solo al valore del suolo, delle fondazioni, della piazzola e della cabina prefabbricata. Di conseguenza, anche le componenti di costo accessorie, come le spese tecniche, il profitto dell’imprenditore e gli oneri finanziari, non possono essere calcolate sul valore totale originario dell’impianto, ma devono essere determinate in proporzione al solo valore degli immobili residui. La metodologia di stima, basata sulle istruzioni della Circolare n. 6/T del 2012, rimane valida, ma il suo oggetto viene ridefinito e limitato.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per il Settore Energetico

Questa ordinanza consolida un orientamento fondamentale per il settore delle energie rinnovabili. La corretta determinazione della rendita catastale impianti eolici non può prescindere da una valutazione analitica che isoli completamente le componenti impiantistiche. Le aziende del settore devono quindi assicurarsi che la metodologia di calcolo non si limiti a una mera sottrazione, ma riparta da una base imponibile costituita unicamente dalle opere civili. La decisione rafforza la tutela del contribuente contro accertamenti basati su calcoli forfettari o non adeguatamente motivati, imponendo ai giudici di merito un’analisi dettagliata e trasparente di tutte le componenti che concorrono alla formazione della rendita.

Le torri degli aerogeneratori devono essere incluse nel calcolo della rendita catastale degli impianti eolici?
No. La Corte di Cassazione, in linea con la normativa (L. 208/2015) e la precedente giurisprudenza, conferma che le torri eoliche, al pari di rotori e navicelle, sono considerate componenti funzionali allo specifico processo produttivo di energia e pertanto devono essere escluse dal calcolo della rendita catastale.

Come si calcola la rendita catastale di un impianto eolico dopo aver escluso torri e aerogeneratori?
La stima deve essere effettuata con il metodo dell'”approccio di costo” applicato esclusivamente agli immobili residui, ovvero il suolo, le fondazioni, la piazzola e la cabina prefabbricata. Anche le componenti accessorie come spese tecniche, profitto dell’imprenditore e oneri finanziari devono essere calcolate solo in relazione al valore di questi immobili residui, e non sull’intero costo dell’impianto.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la precedente sentenza del giudice di merito?
La Corte ha annullato la sentenza per “motivazione inesistente e/o meramente apparente”. Il giudice del rinvio non aveva spiegato il ragionamento logico-giuridico alla base della sua decisione, limitandosi a recepire un valore indicato in un prospetto dell’Agenzia delle Entrate senza un’analisi autonoma e critica, disattendendo così anche le risultanze della consulenza tecnica d’ufficio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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