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Rendita catastale impianti eolici: la Cassazione

In una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha affrontato il tema della rendita catastale impianti eolici. La Corte ha stabilito che la torre di sostegno, essendo parte funzionale del processo produttivo, deve essere esclusa dal calcolo. Tuttavia, ha cassato la decisione del giudice di merito per un errore nel calcolo del valore residuo. La rendita deve essere determinata secondo l’approccio di costo, includendo non solo il valore di suolo e fondazioni, ma anche le quote pertinenti di spese tecniche, oneri finanziari e profitto d’impresa. Il caso è stato rinviato per una corretta rideterminazione della rendita.

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Pubblicato il 20 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rendita Catastale Impianti Eolici: La Cassazione detta le regole di calcolo

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi su un tema di grande attualità per il settore delle energie rinnovabili: la corretta determinazione della rendita catastale impianti eolici. La decisione chiarisce un punto fondamentale: la torre di sostegno va esclusa dal calcolo, ma la stima dei componenti residui deve seguire un metodo rigoroso che include anche spese e profitto d’impresa.

I Fatti di Causa

Una società operante nel settore dell’energia eolica aveva ricevuto un avviso di accertamento dall’Agenzia Fiscale. L’atto rettificava la proposta di accatastamento (Docfa) per un parco eolico, contestando l’esclusione della torre-traliccio dal calcolo della rendita. La controversia è giunta fino in Cassazione, che in una precedente pronuncia aveva rinviato il caso al giudice di merito ponendo un quesito specifico: la torre costituisce un macchinario funzionale al processo produttivo? In sede di rinvio, il giudice aveva risposto affermativamente, escludendo il valore della torre dalla rendita e ricalcolandola sulla base della semplice somma dei valori del suolo, delle fondazioni, della piazzola e della cabina. L’Agenzia Fiscale ha nuovamente impugnato tale decisione, sostenendo che il metodo di calcolo fosse errato.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla rendita catastale impianti eolici

La Suprema Corte ha accolto parzialmente il ricorso dell’Agenzia Fiscale. Ha confermato in via definitiva il principio secondo cui la torre eolica deve essere esclusa dalla stima catastale, in quanto componente inscindibile e funzionale dell’aerogeneratore, assimilabile a un macchinario. Tuttavia, ha censurato la sentenza impugnata per aver determinato la rendita residua in modo errato e semplicistico. La Corte ha stabilito che, una volta espunta la componente impiantistica, la stima delle componenti immobiliari rimanenti deve seguire l'”approccio di costo”, un metodo più complesso che non si limita alla somma dei valori dei singoli beni.

Le Motivazioni

Il ragionamento della Corte si articola su due pilastri fondamentali.

L’esclusione della Torre Eolica dalla Stima

La Cassazione ribadisce l’orientamento consolidato, basato sulla Legge n. 208/2015. Questa norma stabilisce che dalla stima diretta degli immobili a destinazione speciale sono esclusi “macchinari, congegni, attrezzature ed altri impianti, funzionali allo specifico processo produttivo”. Ciò che conta è la funzionalità, non il fatto che un bene sia stabilmente infisso al suolo. La torre, essendo priva di autonomia funzionale e indispensabile per sostenere l’aerogeneratore, è parte integrante dell’impianto produttivo e come tale deve essere esclusa dal computo della rendita catastale.

Il Corretto Calcolo della Rendita con l’Approccio di Costo

Questo è il punto cruciale e innovativo della decisione. Il giudice del rinvio aveva errato nel calcolare la rendita semplicemente sommando i valori nudi dei beni immobili residui (suolo, fondazioni, piazzola, cabina). La Cassazione ha chiarito che il metodo corretto è quello dell'”approccio di costo”, disciplinato dalla normativa catastale e richiamato dalla circolare n. 6/T del 2012. Secondo questo criterio, la stima deve includere non solo il costo dei singoli componenti immobiliari, ma anche le quote a essi imputabili di:

* Spese tecniche (progettazione, direzione lavori, collaudo)
* Oneri finanziari
* Profitto dell’imprenditore

In pratica, anche se la torre è esclusa, il valore delle fondamenta che la sorreggono e del terreno su cui insiste deve essere calcolato tenendo conto di tutti i costi accessori che concorrono a formare il valore complessivo dell’opera immobiliare. Omettere queste voci significherebbe sottostimare la base imponibile.

Le Conclusioni

La Corte di Cassazione ha cassato la sentenza e ha rinviato la causa alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado, enunciando un chiaro principio di diritto. Per determinare la rendita catastale impianti eolici, si deve prima escludere il valore delle torri e degli aerogeneratori. Successivamente, la rendita va calcolata applicando il procedimento indiretto con “approccio di costo” agli immobili residui (suolo, fondazioni, piazzola, cabina). Questo calcolo deve obbligatoriamente tenere conto delle spese tecniche, del profitto dell’imprenditore e degli oneri finanziari. Questa decisione fornisce uno strumento metodologico preciso agli operatori del settore e all’amministrazione finanziaria, ponendo fine all’incertezza su come valorizzare correttamente le componenti immobiliari dei parchi eolici ai fini fiscali.

La torre di un impianto eolico va inclusa nel calcolo della rendita catastale?
No, la Corte ha stabilito che la torre, essendo un elemento strumentale e funzionale al processo produttivo di energia, va esclusa dal calcolo, al pari dei macchinari e degli aerogeneratori.

Come si calcola la rendita catastale delle parti che rimangono dopo aver escluso la torre?
Si deve utilizzare il metodo dell'”approccio di costo”. Questo significa che la rendita si basa sul valore del suolo, delle fondazioni, della piazzola e della cabina, a cui si aggiungono le quote pertinenti di spese tecniche, oneri finanziari e profitto dell’imprenditore.

La legge del 2015 ha annullato le precedenti circolari sul calcolo della rendita?
No, la Corte ha chiarito che la legge n. 208/2015 ha solo ridefinito l’oggetto della stima (escludendo i macchinari), ma non ha eliminato le metodologie di calcolo previste dalla normativa precedente, in particolare dalla circolare n. 6/T del 2012, che restano valide per determinare il valore dei componenti immobiliari residui.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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