LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Rendita catastale impianti eolici: la Cassazione

La Corte di Cassazione interviene sulla determinazione della rendita catastale impianti eolici. Con l’ordinanza in esame, ha stabilito che, sebbene la torre dell’aerogeneratore debba essere esclusa dal calcolo in quanto macchinario, la stima del valore delle componenti immobiliari residue (suolo, fondazioni) deve obbligatoriamente includere anche le spese tecniche, gli oneri finanziari e il profitto dell’imprenditore. La Corte ha cassato la precedente sentenza che aveva annullato l’avviso di accertamento limitandosi a sommare i valori base dei beni, rinviando la causa per una nuova e corretta determinazione della rendita secondo il principio dell'”approccio di costo”.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 19 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rendita catastale impianti eolici: la Cassazione chiarisce il metodo di calcolo

La corretta determinazione della rendita catastale impianti eolici è un tema di grande rilevanza per le aziende del settore energetico, con impatti diretti sulla fiscalità degli immobili. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale su come calcolare tale rendita, specificando quali componenti includere e quali escludere, e con quale metodologia. La pronuncia stabilisce che, sebbene la torre e l’aerogeneratore siano esclusi in quanto macchinari, la stima del valore residuo deve comprendere anche costi accessori come spese tecniche, oneri finanziari e profitto d’impresa.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un avviso di accertamento emesso dall’Agenzia delle Entrate nei confronti di una società energetica proprietaria di un parco eolico. L’Agenzia contestava la proposta di accatastamento presentata dalla società (procedura Docfa), la quale aveva escluso dal calcolo della rendita le componenti impiantistiche, inclusa la torre-traliccio di sostegno dell’aerogeneratore, in applicazione della Legge n. 208/2015.

Il contenzioso ha attraversato vari gradi di giudizio. Inizialmente, la Commissione Tributaria Regionale aveva dato ragione all’Ufficio, ritenendo che la torre dovesse essere inclusa nel calcolo. La società ha quindi presentato ricorso in Cassazione, che in una precedente pronuncia aveva accolto il ricorso, stabilendo che la torre, essendo un impianto funzionale al processo produttivo, dovesse essere esclusa dal computo della rendita. La causa era stata quindi rinviata al giudice di secondo grado per una nuova valutazione.

Nel giudizio di rinvio, la Corte territoriale ha confermato l’esclusione della torre e ha determinato la nuova rendita basandosi sulla semplice somma dei valori del suolo, della fondazione, della piazzola e della cabina prefabbricata, annullando di fatto l’accertamento dell’Agenzia. Quest’ultima ha nuovamente proposto ricorso in Cassazione, lamentando che questo metodo di calcolo fosse errato perché non teneva conto di altre componenti di costo essenziali.

La Decisione della Corte: il calcolo della rendita catastale impianti eolici

La Corte di Cassazione, con la presente ordinanza, ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate. I giudici hanno cassato la sentenza impugnata e rinviato nuovamente la causa alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado per una corretta rideterminazione della rendita.

La Corte ha enunciato un principio di diritto cruciale: l’esclusione delle componenti impiantistiche (come la torre) dal calcolo non esime dal dover applicare un corretto metodo di stima per le componenti immobiliari residue. Questo metodo, noto come “approccio di costo”, non si limita alla somma del valore dei singoli beni, ma deve includere anche tutte le spese accessorie che concorrono a formare il valore del capitale fondiario.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si articola su un’attenta analisi della normativa catastale e della sua evoluzione.

1. Distinzione tra Oggetto e Metodo di Stima: La Corte chiarisce che la Legge n. 208/2015 ha modificato l’oggetto della stima catastale, stabilendo che i “macchinari, congegni, attrezzature ed altri impianti, funzionali allo specifico processo produttivo” sono esclusi. Tuttavia, questa legge non ha abrogato né modificato le metodologie di stima per le componenti che restano (suolo, costruzioni ed elementi strutturalmente connessi).

2. Validità dell'”Approccio di Costo”: Per gli immobili a destinazione speciale come gli opifici industriali (categoria D), la stima della rendita avviene con procedimento diretto o indiretto. Quest’ultimo si basa sul valore del capitale fondiario, che può essere determinato tramite il valore di mercato o il costo di ricostruzione. La Corte ribadisce che il metodo del costo di ricostruzione (o “approccio di costo”), disciplinato dalla Circolare n. 6/T del 2012 (recepita dalla Legge n. 190/2014), è pienamente applicabile.

3. Componenti del Costo: Secondo tale approccio, il costo di produzione (K) di un immobile non è solo il valore del lotto e delle strutture, ma una somma di diverse voci: C1 (valore del lotto), C2 (costo delle strutture), C3 (costo impianti fissi), C4 (spese tecniche), C5 (oneri di urbanizzazione) e C6 (oneri finanziari). A questi si aggiunge il profitto (P) del promotore immobiliare. La sentenza impugnata aveva errato nel limitarsi a considerare solo le prime componenti, omettendo le altre.

4. Il Principio di Diritto: La Cassazione ha quindi stabilito che, una volta escluso il valore della torre, la rendita deve essere determinata sul valore degli immobili residui (suolo, fondazioni, piazzola, cabina) applicando il procedimento indiretto con “approccio di costo”. Ciò significa che nel calcolo devono essere considerate anche le spese tecniche, il profitto dell’imprenditore e gli oneri finanziari, secondo le istruzioni della Circolare n. 6/T del 2012.

Le Conclusioni

Questa ordinanza rappresenta un punto fermo nella disciplina della rendita catastale impianti eolici e, per estensione, di tutti gli immobili industriali a destinazione speciale. La decisione ha importanti implicazioni pratiche:

* Per le imprese: Non è sufficiente escludere i macchinari dal calcolo. È necessario applicare una metodologia di stima completa e corretta per le parti immobiliari, includendo tutti i costi accessori che concorrono alla formazione del valore dell’impianto.
* Per l’Amministrazione Finanziaria: Viene confermata la legittimità di accertamenti che, pur riconoscendo l’esclusione degli impianti, valorizzano correttamente tutte le altre componenti di costo secondo i principi estimativi consolidati.

In sintesi, la Corte di Cassazione bilancia l’esigenza di non tassare il “cuore” produttivo dell’impresa (i macchinari) con la necessità di determinare in modo equo e completo il valore della componente immobiliare, che resta soggetta a imposizione. Il giudice del rinvio dovrà ora attenersi a questo principio per calcolare la rendita in modo corretto e definitivo.

La torre di un impianto eolico va inclusa nel calcolo della rendita catastale?
No, la torre, in quanto elemento strumentale e funzionale al processo produttivo di energia, è considerata un macchinario e, ai sensi della normativa vigente, deve essere esclusa dal computo della rendita catastale.

Una volta esclusa la torre, come si calcola la rendita catastale delle parti rimanenti dell’impianto?
La rendita si determina sul valore cumulativo degli immobili residui (suolo, fondazioni, piazzola e cabina) utilizzando il procedimento indiretto con “approccio di costo”. Questo metodo richiede di considerare, oltre al valore dei beni fisici, anche le componenti delle spese tecniche, del profitto dell’imprenditore e degli oneri finanziari.

La legge del 2015 che esclude i macchinari ha modificato i metodi di stima catastale?
No, la legge n. 208/2015 ha ridefinito l’oggetto della stima (escludendo i macchinari), ma non ha abrogato le metodologie di calcolo preesistenti per le componenti immobiliari. Pertanto, i criteri di stima come l'”approccio di costo”, dettagliati nella Circolare n. 6/T del 2012, rimangono pienamente validi e applicabili.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati