LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Rendita catastale impianti eolici: i costi inclusi

Una società proprietaria di un parco eolico aveva calcolato la rendita catastale escludendo il valore della torre e i costi accessori come spese tecniche, oneri finanziari e profitto d’impresa. L’Amministrazione Finanziaria ha rettificato tale valore, includendo tutte le componenti. La Corte di Cassazione, con questa ordinanza, ha stabilito un principio fondamentale per la determinazione della rendita catastale impianti eolici: sebbene le torri e gli aerogeneratori siano esclusi dalla stima in quanto macchinari, il calcolo del valore delle componenti immobiliari residue (suolo, fondazioni, cabina) deve obbligatoriamente includere anche le spese tecniche, gli oneri finanziari e il profitto dell’imprenditore a esse riferibili, secondo il metodo dell’approccio di costo.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 3 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rendita catastale impianti eolici: quali costi includere nel calcolo

La determinazione della rendita catastale impianti eolici rappresenta un tema di cruciale importanza fiscale per le aziende del settore energetico. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti decisivi su quali componenti di costo debbano essere incluse nella stima, anche a seguito dell’esclusione delle torri e degli aerogeneratori. Questa decisione stabilisce un punto fermo, orientando le corrette modalità di accatastamento e prevenendo futuri contenziosi con l’Amministrazione Finanziaria.

I Fatti del Caso

Una società operante nel settore dell’energia eolica presentava una dichiarazione di variazione catastale (DOCFA) per un proprio impianto. Nel calcolo della rendita, l’azienda aveva considerato esclusivamente il valore del terreno, delle fondazioni e delle aree esterne, escludendo non solo la torre eolica – in quanto bene strumentale al processo produttivo – ma anche le spese tecniche, gli oneri finanziari e il profitto dell’imprenditore.

L’Amministrazione Finanziaria, ritenendo incompleta tale dichiarazione, procedeva a una rettifica, includendo nel calcolo del valore tutte le componenti escluse dalla società. Ne scaturiva un avviso di accertamento per una maggiore rendita catastale, che veniva impugnato dall’azienda. I giudici di primo e secondo grado accoglievano le ragioni della società, portando l’Amministrazione a ricorrere per cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla rendita catastale impianti eolici

La Suprema Corte ha analizzato la questione sotto due profili. In primo luogo, ha rigettato il motivo di ricorso relativo all’omessa pronuncia da parte dei giudici d’appello sui costi accessori, ritenendo che la decisione di merito avesse implicitamente respinto tali censure.

Il punto centrale della decisione, tuttavia, risiede nell’accoglimento del secondo motivo, che verteva sulla violazione delle norme catastali. La Corte ha colto l’occasione per delineare con precisione il perimetro di calcolo della rendita per questa tipologia di immobili.

L’Esclusione delle Torri Eoliche dal Calcolo

La Corte ribadisce un principio ormai consolidato, soprattutto dopo la Legge di Stabilità 2016 (L. n. 208/2015): i macchinari, i congegni e le attrezzature funzionali allo specifico processo produttivo non concorrono alla determinazione della rendita catastale. In questo ambito rientrano a pieno titolo le torri e gli aerogeneratori degli impianti eolici, che devono quindi essere esclusi dalla stima.

L’Inclusione dei Costi Accessori nella rendita catastale impianti eolici

La vera novità e il fulcro della pronuncia riguardano ciò che resta dopo l’esclusione delle componenti impiantistiche. La stima delle parti immobiliari residue (suolo, fondazioni, piazzole, cabine prefabbricate) non può limitarsi al mero costo materiale di costruzione.

La Cassazione stabilisce che, utilizzando il cosiddetto “approccio di costo” (previsto dalla normativa e dettagliato nella Circolare n. 6/T del 2012), la valutazione deve necessariamente comprendere anche:

* Spese tecniche: costi di progettazione, direzione lavori, collaudo.
* Oneri finanziari: interessi passivi e altri costi sostenuti per finanziare la realizzazione delle opere immobiliari.
* Profitto dell’imprenditore: la quota di utile che remunera il rischio e l’attività del promotore immobiliare.

Questi elementi, infatti, concorrono a formare il valore complessivo dell’immobile e, di conseguenza, devono essere inclusi nella base di calcolo della rendita.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando come la normativa del 2015, pur avendo escluso gli “imbullonati” dalla stima, non abbia abrogato i metodi di valutazione preesistenti per le componenti strutturali. In particolare, non è venuto meno il rinvio, operato dalla Legge n. 190/2014, alla Circolare dell’Agenzia del Territorio n. 6/T del 2012, che ha assunto così valore di fonte normativa secondaria.

Questa circolare descrive dettagliatamente le metodologie estimative, tra cui l’approccio di costo. Secondo tale approccio, il valore di un bene non è dato solo dalla somma dei materiali e della manodopera, ma da tutti i fattori che ne determinano il valore di mercato o di ricostruzione. Il profitto del promotore e gli oneri tecnici e finanziari sono componenti intrinseche di questo valore. Annullare integralmente l’avviso di accertamento, come avevano fatto i giudici di merito, è stato un errore, poiché, pur esclusa la torre, restava da valutare la correttezza della stima sulle componenti residue, che l’Amministrazione aveva calcolato includendo correttamente tutti i costi accessori.

Le Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche per gli operatori del settore eolico. In sintesi:

1. Esclusione Confermata: Le torri e gli aerogeneratori non si contano ai fini della rendita catastale.
2. Base Imponibile Ampliata: La rendita delle componenti immobiliari residue (fondazioni, suolo, etc.) deve essere calcolata includendo una quota parte delle spese tecniche, degli oneri finanziari e del profitto d’impresa.
3. Metodologia Chiara: Il metodo da utilizzare è l’approccio di costo, come delineato dalla prassi e dalla normativa di settore, che mira a determinare un valore perequativo e non condizionato dalle singole capacità gestionali dell’imprenditore.

Questa pronuncia impone quindi una maggiore attenzione nella redazione delle dichiarazioni DOCFA, richiedendo una stima completa e analitica che, pur espungendo correttamente le parti impiantistiche, valorizzi in modo corretto tutte le componenti che contribuiscono a formare il valore catastale dell’immobile.

Le torri di un parco eolico devono essere incluse nel calcolo della rendita catastale?
No, la Corte di Cassazione conferma che le torri e gli aerogeneratori, in quanto elementi funzionali allo specifico processo produttivo, sono assimilabili a macchinari e quindi devono essere esclusi dalla stima diretta finalizzata alla determinazione della rendita catastale.

Quali costi devono essere considerati nel calcolo della rendita catastale di un impianto eolico, una volta escluse le torri?
Una volta escluse le torri, la stima deve concentrarsi sulle componenti immobiliari residue (suolo, fondazioni, piazzola, cabina prefabbricata). Su queste componenti devono essere calcolate e incluse le spese tecniche, il profitto dell’imprenditore e gli oneri finanziari, secondo il metodo dell’approccio di costo.

La legge del 2015 che esclude i macchinari dalla stima catastale ha annullato i precedenti metodi di calcolo basati sull’approccio di costo?
No, la Corte ha chiarito che la legge n. 208 del 2015 si è limitata a ridefinire l’oggetto della stima (escludendo i macchinari), ma non ha abrogato, neppure tacitamente, le metodologie di calcolo alternative come l’approccio di costo, previste dalla Circolare n. 6/T del 2012, il cui valore normativo era stato sancito dalla legge n. 190 del 2014.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati