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Rendita catastale centrali: inclusi i pozzi

La Corte di Cassazione ha stabilito che per la determinazione della rendita catastale di una centrale geotermica, devono essere inclusi anche i pozzi, i vapordotti e gli altri impianti funzionali alla produzione di energia. La Corte ha accolto il ricorso dell’Agenzia fiscale, affermando che tali elementi sono componenti strutturali e impiantistiche essenziali della centrale, e non pertinenze di una miniera, cassando la precedente decisione di merito.

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Pubblicato il 9 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rendita Catastale e Centrali Geotermiche: La Cassazione include i Pozzi nella Stima

La determinazione della rendita catastale per gli impianti industriali complessi, come le centrali geotermiche, è un tema di costante dibattito tra contribuenti e amministrazione finanziaria. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento cruciale, stabilendo che i pozzi geotermici, i vapordotti e altri macchinari essenziali devono essere inclusi nel calcolo della base imponibile, poiché costituiscono un unicum inscindibile con l’impianto stesso.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine dall’impugnazione, da parte di una società energetica, di un avviso di accertamento con cui l’Agenzia delle Entrate aveva rettificato la rendita catastale di una centrale geotermica. La società, nella sua dichiarazione (Docfa), aveva escluso dalla stima i pozzi geotermici, i vapordotti, gli alternatori e i trasformatori, ritenendoli non assimilabili a costruzioni.

Il giudice di primo grado aveva respinto il ricorso della società. Tuttavia, la Commissione Tributaria Regionale aveva parzialmente accolto l’appello, escludendo i pozzi di estrazione e reiniezione dalla stima, qualificandoli come parte di una ‘miniera’ e quindi non soggetti a valutazione catastale. Contro questa decisione, l’Agenzia delle Entrate ha proposto ricorso in Cassazione, mentre la società ha risposto con un ricorso incidentale.

La Questione della Rendita Catastale e i Componenti della Centrale

L’Agenzia delle Entrate sosteneva che i pozzi geotermici, incaricati di intercettare e convogliare i vapori per la produzione di energia, sono componenti strutturali ed impiantistici della centrale. Pertanto, non possono essere assimilati a una miniera e devono concorrere alla determinazione della rendita catastale. Secondo l’amministrazione, tali elementi sono essenziali per la funzionalità e la redditività dell’unità immobiliare.

Dal canto suo, la società lamentava, tra le altre cose, la violazione di diverse norme, sostenendo che vapordotti, alternatori e trasformatori non dovessero essere inclusi nella stima in quanto non stabilmente infissi al suolo o perché non rientranti nell’elenco dei beni da considerare secondo la normativa di riferimento.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, ribaltando la decisione della Commissione Tributaria Regionale. Il ragionamento dei giudici si fonda sul principio della connessione funzionale e strutturale.

L’Unità Funzionale dell’Impianto

La Corte ha ribadito un consolidato orientamento giurisprudenziale secondo cui, ai fini della determinazione della rendita catastale, un’unità immobiliare è costituita da tutti quei componenti che, insieme, le conferiscono un’autonomia funzionale e reddituale stabile nel tempo. Nel caso delle centrali geotermiche, i pozzi di estrazione e reiniezione, i vapordotti, gli alternatori e i trasformatori sono elementi non separabili dall’impianto senza comprometterne la funzione precipua: la generazione di energia.

I giudici hanno chiarito che i pozzi non servono allo sfruttamento di una ‘miniera’ in senso tradizionale, ma sono parte integrante del processo produttivo della ‘centrale’. Separare questi elementi significherebbe alterare la natura stessa del bene, che perderebbe la sua qualifica di centrale elettrica. Di conseguenza, tutti questi componenti devono essere considerati un unicum e inclusi nella stima.

La Normativa Applicabile

La Corte ha inoltre precisato che la normativa di riferimento per il caso in esame è quella antecedente alla Legge di Stabilità 2016. Tale legge ha introdotto il principio secondo cui i macchinari e gli impianti funzionali allo specifico processo produttivo sono esclusi dalla stima diretta della rendita catastale. Tuttavia, la Cassazione ha sottolineato che questa norma ha carattere innovativo e non è retroattiva. Pertanto, per le annualità precedenti al 1° gennaio 2016, si applica il principio consolidato che include nella stima tutti gli elementi che contribuiscono a definire la specifica destinazione d’uso dell’immobile.

Le Conclusioni

L’ordinanza della Corte di Cassazione cassa la sentenza impugnata e rinvia la causa alla Corte di Giustizia tributaria di secondo grado per una nuova valutazione. La decisione stabilisce un principio fondamentale: per le annualità antecedenti al 2016, la rendita catastale di un impianto industriale complesso come una centrale geotermica deve essere calcolata tenendo conto di tutti i componenti, anche mobili o interrati, che sono essenziali per il suo funzionamento e la sua redditività. Questo include pozzi, vapordotti e macchinari, in quanto parti inscindibili di un’unica unità produttiva. La sentenza offre quindi un importante metro di giudizio per la valutazione di immobili a destinazione speciale, rafforzando una visione unitaria e funzionale del bene immobile ai fini fiscali.

I pozzi geotermici devono essere inclusi nel calcolo della rendita catastale di una centrale?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che i pozzi, insieme a vapordotti, alternatori e trasformatori, sono componenti essenziali e non separabili per la funzione di generazione energetica della centrale e, pertanto, devono essere inclusi nella stima della rendita catastale.

Perché i pozzi geotermici non sono stati considerati parte di una ‘miniera’, come sostenuto in secondo grado?
La Corte ha chiarito che la funzione dei pozzi non è l’estrazione di un minerale, tipica di una miniera, ma è quella di captare e veicolare vapori per immetterli nel circuito produttivo della centrale elettrica. La loro funzione è quindi inscindibilmente legata a quella della centrale, non a un’attività mineraria autonoma.

La normativa del 2016, che esclude i macchinari dalla stima, è applicabile a questo caso?
No. La Corte ha specificato che la Legge di Stabilità 2016, che ha escluso dalla stima i cosiddetti ‘imbullonati’, ha un’efficacia non retroattiva. Poiché la controversia riguardava un’annualità precedente, si applica la normativa previgente, che include nella stima tutti i componenti che conferiscono all’immobile la sua specifica autonomia funzionale e reddituale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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