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Rendita catastale centrale geotermica: cosa include?

La Corte di Cassazione ha stabilito che per la determinazione della rendita catastale centrale geotermica si devono includere tutti i componenti essenziali al suo funzionamento, come pozzi, vapordotti, alternatori e trasformatori. Questi elementi, essendo funzionalmente inscindibili dall’impianto, concorrono a definire l’unità immobiliare e il suo valore. La sentenza ha accolto il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, ribaltando una decisione precedente che escludeva i pozzi geotermici dal calcolo, assimilabili a miniere.

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Pubblicato il 9 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rendita Catastale Centrale Geotermica: La Cassazione include Pozzi e Impianti

Con l’ordinanza n. 21436 del 31 luglio 2024, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento cruciale sulla determinazione della rendita catastale centrale geotermica. La decisione stabilisce un principio fondamentale: tutti i componenti strutturalmente e funzionalmente connessi all’impianto, inclusi pozzi di estrazione, vapordotti, alternatori e trasformatori, devono essere considerati nel calcolo della rendita. Questa pronuncia consolida un orientamento giurisprudenziale estensivo, con importanti implicazioni fiscali per le aziende del settore energetico.

I Fatti di Causa

La controversia nasce dal ricorso dell’Agenzia delle Entrate contro una società energetica, proprietaria di una centrale geotermica in Toscana. L’Amministrazione finanziaria aveva emesso un avviso di classamento che incrementava notevolmente la rendita catastale dell’impianto. La società aveva impugnato l’atto, e la Commissione Tributaria Regionale le aveva dato parzialmente ragione, escludendo dal calcolo il valore dei pozzi geotermici, ritenendoli assimilabili a miniere e quindi non computabili nella stima della centrale.

Contro questa decisione, l’Agenzia delle Entrate ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo che i pozzi non fossero elementi estranei, ma parti integranti e indispensabili per il funzionamento della centrale. A sua volta, la società energetica ha presentato un ricorso incidentale, contestando l’inclusione nella stima anche di altri elementi come vapordotti, alternatori e trasformatori.

Il Calcolo della Rendita Catastale Centrale Geotermica

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso principale dell’Agenzia delle Entrate e rigettato quello incidentale della società, cassando la sentenza impugnata e rinviando la causa alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado. Il principio di diritto affermato è che, ai fini catastali, una centrale geotermica deve essere considerata come un’unica unità immobiliare, dotata di autonomia funzionale e reddituale.

Di conseguenza, la stima deve includere tutti i componenti che, insieme, ne garantiscono il funzionamento e la capacità di produrre reddito. Non è possibile separare gli elementi strutturali da quelli impiantistici se questi ultimi sono essenziali per la destinazione produttiva del bene.

La Funzione dei Pozzi Geotermici

Il punto centrale della decisione riguarda la natura dei pozzi geotermici. La Corte ha chiarito che la loro funzione non è quella estrattiva tipica di una miniera, bensì quella di captare e veicolare il vapore necessario ad azionare le turbine. Essi sono, quindi, il primo anello della catena produttiva di energia elettrica e costituiscono una componente imprescindibile della ‘centrale’ stessa. Assimilarli a una miniera è un errore di sussunzione, poiché il loro scopo non è l’estrazione di un minerale, ma l’alimentazione del processo di generazione energetica.

L’Inclusione degli Impianti nella Rendita Catastale Centrale Geotermica

Coerentemente con il principio di unità funzionale, la Corte ha rigettato anche le doglianze della società relative agli altri componenti. Vapordotti, alternatori e trasformatori, a prescindere dalla loro collocazione fisica, sono stati ritenuti parti indispensabili per il corretto funzionamento dell’impianto. Separarli dalla valutazione significherebbe alterare la natura stessa del bene complesso, che non sarebbe più qualificabile come ‘centrale elettrica’.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha fondato la sua decisione su un consolidato orientamento giurisprudenziale, applicabile anche alle centrali idroelettriche e termoelettriche. La normativa di riferimento, in particolare l’art. 1-quinquies del D.L. 44/2005 (applicabile ratione temporis al caso di specie), impone di includere nel calcolo della rendita tutti gli impianti e i macchinari che, pur essendo amovibili, risultano strutturalmente e funzionalmente connessi alla centrale al punto da caratterizzarne la destinazione produttiva. Il criterio determinante è l’essenzialità del componente per assicurare all’unità immobiliare un’autonomia funzionale e reddituale stabile. La Corte ha inoltre precisato che la normativa successiva (la Legge di Stabilità 2016), che ha modificato i criteri di stima escludendo i cosiddetti ‘imbullonati’, non ha efficacia retroattiva e non si applica al caso in esame, sorto in data anteriore.

Conclusioni

L’ordinanza n. 21436/2024 rafforza un’interpretazione onnicomprensiva del concetto di ‘unità immobiliare’ per gli impianti a destinazione speciale. Per la determinazione della rendita catastale centrale geotermica, il valore dell’immobile deve riflettere la sua piena capacità produttiva, inglobando tutti gli elementi, fissi o mobili, che ne costituiscono parte essenziale e integrante. Questa decisione ha un impatto diretto sulla base imponibile di diverse imposte (come l’IMU) e obbliga le imprese del settore a una valutazione attenta e completa dei propri asset industriali ai fini catastali, conformemente a un approccio basato sulla funzionalità economica del bene nel suo complesso.

Quali componenti devono essere inclusi nel calcolo della rendita catastale di una centrale geotermica?
Secondo la Corte di Cassazione, devono essere inclusi tutti i componenti indispensabili al corretto funzionamento dell’impianto, in quanto parti integranti di un’unica unità immobiliare. Tra questi rientrano i pozzi di estrazione e reiniezione, i vapordotti, gli alternatori e i trasformatori.

Perché i pozzi geotermici sono considerati parte della centrale e non assimilabili a una miniera ai fini catastali?
I pozzi geotermici non hanno una funzione di estrazione mineraria, ma servono a captare e veicolare il vapore necessario per alimentare il processo di produzione di energia elettrica. Pertanto, sono funzionali ed essenziali alla produzione energetica della centrale e ne costituiscono una componente imprescindibile, non un’entità separata.

Questa decisione si applica anche ai classamenti effettuati dopo il 1° gennaio 2016?
No. La Corte chiarisce che il caso in esame è regolato dalla normativa previgente alla riforma introdotta con la Legge di Stabilità 2016 (L. n. 208/2015). Tale legge, che ha innovato i criteri di stima escludendo dal calcolo della rendita i macchinari ‘imbullonati’, opera solo a decorrere dal 1° gennaio 2016 e non ha efficacia retroattiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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