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Rendita catastale aerogeneratori: la torre è esclusa

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 31324/2025, ha stabilito un principio fondamentale per la rendita catastale aerogeneratori. La Corte ha accolto il ricorso di una società energetica, chiarendo che la torre eolica non deve essere inclusa nel calcolo della rendita catastale. Secondo i giudici, la torre non è un mero sostegno strutturale, ma una componente attiva e funzionale al processo di produzione di energia, rientrando così tra gli ‘impianti’ esclusi dalla stima ai sensi della Legge n. 208/2015. Questa decisione annulla la sentenza precedente e rinvia la causa per un nuovo esame.

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Pubblicato il 28 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rendita Catastale Aerogeneratori: La Torre Eolica è Fuori dal Calcolo

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha messo un punto fermo su una questione cruciale per il settore delle energie rinnovabili: la corretta determinazione della rendita catastale aerogeneratori. La Suprema Corte ha stabilito che la torre che sorregge le pale eoliche deve essere esclusa dal calcolo della base imponibile, in quanto parte integrante dell’impianto produttivo e non semplice ‘costruzione’. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Una società operante nel settore eolico si è vista rettificare la dichiarazione catastale (DOCFA) per i propri aerogeneratori da parte dell’Agenzia delle Entrate. L’Amministrazione Finanziaria aveva aumentato significativamente la rendita, includendo nel calcolo anche il valore delle torri eoliche. La società ha impugnato l’avviso di accertamento, sostenendo che la torre fosse un elemento funzionale al processo produttivo e, come tale, dovesse essere esclusa dalla stima secondo la normativa vigente.

Il contenzioso è passato per la Commissione Tributaria Provinciale, che ha accolto parzialmente il ricorso, e successivamente per la Commissione Tributaria Regionale. Quest’ultima, riformando la decisione di primo grado, ha dato ragione all’Agenzia delle Entrate, ritenendo le torri eoliche come ‘immobili strumentali ancorati al suolo’ e quindi da includere nella rendita catastale. La società ha quindi presentato ricorso in Cassazione.

La Decisione della Cassazione sulla Rendita Catastale Aerogeneratori

La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione della Commissione Tributaria Regionale, accogliendo il motivo di ricorso principale della società. I giudici hanno affermato la violazione dell’art. 1, comma 21, della Legge n. 208/2015 (Legge di Stabilità 2016).

Questa norma prevede che dalla stima catastale degli immobili a destinazione speciale (come gli impianti eolici, categoria ‘D’) siano esclusi ‘macchinari, congegni, attrezzature ed altri impianti, funzionali allo specifico processo produttivo’. La Corte ha quindi cassato la sentenza impugnata e rinviato la causa alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado per un nuovo giudizio basato sul principio di diritto enunciato.

Le Motivazioni

Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione della natura della torre eolica. Secondo la Cassazione, la Commissione Regionale ha errato nel considerarla una semplice struttura di sostegno, assimilabile a un edificio. I giudici supremi, richiamando un orientamento ormai consolidato, hanno chiarito che la torre non svolge una mera funzione passiva di supporto.

Al contrario, essa è una ‘componente essenziale ed attiva della macchina’. Oltre a sostenere il peso della navicella e del rotore, la torre svolge una funzione attiva di contrasto alla forza impressa dal vento sulle pale, garantendo il corretto funzionamento dell’intero aerogeneratore. È, in sostanza, un elemento inscindibile e funzionale allo specifico processo produttivo, che è la trasformazione dell’energia eolica in energia elettrica.

Di conseguenza, la torre rientra a pieno titolo nella definizione di ‘impianto’ da escludere dalla stima catastale, proprio come il rotore e la navicella. La Corte ha sottolineato che la scelta del legislatore del 2015 è stata quella di sottrarre dal carico impositivo locale il valore delle componenti impiantistiche destinate ad attività produttive, indipendentemente dalla loro natura strutturale o dal fatto che siano infisse al suolo.

Un altro punto interessante toccato dalla Corte riguarda un motivo di ricorso preliminare. La società sosteneva che l’Agenzia non potesse emettere un nuovo accertamento dopo aver annullato il precedente in autotutela. La Corte ha respinto questo motivo, chiarendo che un annullamento unilaterale in autotutela, pur se sollecitato dal contribuente, non equivale a un accordo di mediazione e non consuma il potere dell’Amministrazione di riemettere un atto corretto.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio di fondamentale importanza per gli operatori del settore delle energie rinnovabili. Escludere la torre dal calcolo della rendita catastale riduce significativamente la base imponibile per tributi come l’IMU, alleggerendo il carico fiscale sugli impianti eolici. La decisione offre maggiore certezza giuridica e favorisce gli investimenti in un settore strategico per la transizione energetica, allineando la prassi fiscale alla natura tecnologica e produttiva di questi impianti. Per i contribuenti, si tratta di una vittoria che riafferma come la valutazione catastale debba concentrarsi sul valore del suolo e delle costruzioni ‘pure’, escludendo ciò che è strettamente funzionale alla produzione.

La torre di un aerogeneratore va inclusa nel calcolo della rendita catastale?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la torre eolica deve essere esclusa dalla stima della rendita catastale, in quanto non è una mera costruzione ma una componente funzionale al processo produttivo.

Perché la torre eolica è considerata parte dell’impianto e non dell’immobile?
Perché, oltre a sostenere la navicella e il rotore, svolge una funzione attiva e indispensabile per la produzione di energia, contrastando la spinta del vento. È quindi considerata una componente essenziale della ‘macchina’ secondo l’art. 1, comma 21, della Legge n. 208/2015.

Se l’Agenzia delle Entrate annulla un atto in autotutela, può emetterne uno nuovo sulla stessa questione?
Sì. La Corte ha chiarito che un annullamento unilaterale in autotutela non preclude all’Amministrazione Finanziaria di esercitare nuovamente il proprio potere ed emettere un nuovo provvedimento corretto, a differenza di un accordo transattivo concluso in sede di mediazione, che definisce il rapporto in modo stabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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