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Rendita catastale aerogeneratori: la torre è esclusa

La Corte di Cassazione conferma che la torre di un aerogeneratore non deve essere inclusa nel calcolo della rendita catastale. La decisione si basa sulla Legge di Stabilità 2016, la quale esclude dalla stima i macchinari funzionali al processo produttivo. Secondo la Corte, la torre non è una semplice costruzione di supporto, ma una componente essenziale e attiva dell’impianto, formando un “unicum impiantistico” con navicella e rotore. Di conseguenza, il suo valore va escluso dalla base imponibile ai fini fiscali, consolidando un importante principio per il settore delle energie rinnovabili.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rendita Catastale Aerogeneratori: la Torre è Macchinario, non Costruzione

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha messo un punto fermo su una questione cruciale per il settore delle energie rinnovabili: la corretta determinazione della rendita catastale degli aerogeneratori. La Corte ha stabilito che la torre in acciaio che sorregge la navicella e il rotore di una pala eolica deve essere considerata parte integrante del macchinario e, di conseguenza, esclusa dal calcolo della base imponibile. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale favorevole alle imprese del settore.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine dalla dichiarazione di variazione catastale presentata da una società energetica per un suo impianto eolico. In seguito all’entrata in vigore della Legge di Stabilità 2016 (L. 208/2015), la società aveva proposto una nuova rendita catastale notevolmente ridotta, escludendo dal calcolo il valore della torre, della navicella e del rotore, considerandoli componenti impiantistiche funzionali al processo produttivo.

L’Amministrazione Finanziaria, tuttavia, aveva rettificato la rendita, includendo nel calcolo il valore della torre, ritenendola una “costruzione” stabile e non un macchinario. Ne è scaturito un lungo contenzioso tributario che, dopo vari gradi di giudizio, è approdato in Cassazione. In un primo momento, la Corte aveva annullato la decisione dei giudici di merito, rinviando la causa per un nuovo esame che accertasse la funzione specifica della torre: mero supporto passivo o componente attiva ed essenziale del processo produttivo.

La Commissione Tributaria Regionale, in sede di rinvio, aveva accolto la tesi della società, riconoscendo la torre come parte di un unicum impiantistico. Contro questa decisione, l’Amministrazione Finanziaria ha proposto un nuovo ricorso in Cassazione, che è stato definitivamente respinto con l’ordinanza in esame.

L’Analisi sulla Rendita Catastale degli Aerogeneratori

Il cuore della controversia risiede nell’interpretazione dell’art. 1, comma 21, della L. 208/2015. Questa norma ha introdotto un principio fondamentale per la stima degli immobili a destinazione speciale (categorie D ed E), stabilendo che dal calcolo della rendita catastale devono essere esclusi “macchinari, congegni, attrezzature ed altri impianti, funzionali allo specifico processo produttivo”.

L’Amministrazione Finanziaria sosteneva che la torre, per le sue caratteristiche di stabilità, consistenza volumetrica e ancoraggio al suolo, dovesse essere qualificata come “costruzione” e non come “impianto”.

La Corte di Cassazione ha rigettato questa interpretazione, ribadendo un orientamento ormai consolidato. Il criterio distintivo non è la consistenza fisica o l’infissione al suolo, ma il rapporto di strumentalità con il processo produttivo. Ciò che conta è se un determinato bene sia essenziale per la produzione di energia.

La Torre come Componente Funzionale

La Corte ha chiarito che l’aerogeneratore (composto da torre, navicella e rotore) costituisce un unicum impiantistico inscindibile. La torre non svolge una funzione passiva di mero sostegno, paragonabile a un traliccio della luce, ma una funzione attiva ed essenziale:

1. Sostiene il peso della navicella e del rotore.
2. Resiste alle enormi sollecitazioni generate dal vento e dal movimento delle pale.
3. Contribuisce attivamente a contrastare la forza impressa dal vento, consentendo alle pale di offrire la massima resistenza possibile e al generatore di sfruttare la potenza per produrre energia elettrica.

In assenza della torre, l’intero impianto non potrebbe funzionare. Essa è, quindi, una componente essenziale della “macchina” e non un semplice involucro o una struttura di supporto.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte Suprema ha respinto il ricorso dell’Amministrazione Finanziaria ritenendolo infondato. I giudici hanno sottolineato come la Commissione Tributaria Regionale, in sede di rinvio, avesse correttamente applicato i principi di diritto enunciati dalla stessa Cassazione nella precedente ordinanza di annullamento. Era stato adeguatamente dimostrato che la torre costituiva parte inscindibile dell’impianto, priva di autonomia funzionale e non utilizzabile in processi produttivi differenti.

Secondo la Corte, il criterio introdotto dalla normativa del 2015 è quello della funzionalità diretta al processo produttivo. La consistenza fisica e la stabilità non sono più rilevanti. Se un bene è essenziale per la produzione, è un macchinario da escludere dalla stima, a prescindere dal fatto che sia o meno infisso stabilmente al suolo.

La Corte ha inoltre specificato che l’Amministrazione Finanziaria, con il suo ricorso, tentava di riproporre argomenti già valutati e superati, sollecitando una nuova valutazione dei fatti che non è consentita in sede di legittimità.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza rappresenta un punto di riferimento fondamentale per tutte le società che operano nel settore delle energie rinnovabili. Le implicazioni pratiche sono significative:

* Certezza del Diritto: Viene consolidato il principio secondo cui la torre eolica è esclusa dal calcolo della rendita catastale, riducendo l’incertezza normativa e il rischio di contenziosi futuri.
* Corretta Imposizione Fiscale: Si garantisce che la base imponibile per tributi come l’IMU sia calcolata solo sulle componenti immobiliari (suolo, fondazioni, cabine), escludendo i macchinari che generano il reddito d’impresa.
* Sostegno al Settore: La decisione evita un aggravio fiscale improprio per le aziende del settore eolico, allineando la normativa catastale alla natura industriale di questi impianti.

In conclusione, la Corte di Cassazione ha riaffermato che nella valutazione della rendita catastale degli aerogeneratori, il criterio funzionale prevale su quello strutturale, definendo la torre non come un bene immobile, ma come il cuore pulsante di un macchinario produttivo.

La torre di un aerogeneratore va inclusa nel calcolo della rendita catastale?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la torre è una componente funzionale essenziale del macchinario destinato alla produzione di energia e, come tale, deve essere esclusa dal calcolo della rendita catastale, ai sensi della Legge di Stabilità 2016 (L. 208/2015).

Qual è il criterio per distinguere un ‘macchinario’ da una ‘costruzione’ ai fini catastali?
Il criterio decisivo non è la stabilità o l’infissione al suolo, ma la funzionalità diretta allo specifico processo produttivo. Se un bene è essenziale per il funzionamento del processo (in questo caso, la produzione di energia), è considerato un macchinario, anche se stabilmente ancorato al terreno.

Perché la Corte di Cassazione ha considerato la torre parte integrante del macchinario?
Perché la torre non svolge solo una funzione passiva di sostegno, ma anche una funzione attiva e indispensabile. Essa resiste alle sollecitazioni del vento e permette all’intero sistema (navicella e rotore) di funzionare correttamente per generare elettricità. Senza la torre, l’impianto sarebbe inutilizzabile. Pertanto, forma un ‘unicum impiantistico’ inscindibile con le altre componenti produttive.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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