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Regolarizzazione Fiscale Scommesse: Nuova Sentenza

La Corte di Cassazione chiarisce i limiti della regolarizzazione fiscale scommesse. Un bookmaker aveva aderito alla procedura sanando la propria posizione, ma un suo centro scommesse affiliato (CTD) no. L’Agenzia delle Dogane ha quindi ritenuto il bookmaker solidalmente responsabile per le imposte non versate dal CTD. La Cassazione ha dato ragione all’Agenzia, affermando che la regolarizzazione del solo bookmaker non è sufficiente se anche il CTD non completa tutti i passaggi previsti dalla legge, inclusa l’adesione. La responsabilità solidale del bookmaker, pertanto, rimane.

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Pubblicato il 19 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Regolarizzazione Fiscale Scommesse: La Responsabilità del Bookmaker

La recente ordinanza della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento sulla regolarizzazione fiscale scommesse, delineando i confini della responsabilità solidale tra bookmaker e centri di trasmissione dati (CTD). La questione centrale è se l’adesione del solo bookmaker alla sanatoria sia sufficiente a liberarlo dagli obblighi fiscali dei suoi punti scommesse affiliati che non hanno aderito. La risposta della Suprema Corte è netta e stabilisce un principio fondamentale per l’intero settore.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da un avviso di accertamento emesso dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli nei confronti di una società di scommesse estera (bookmaker) e, in solido, di un suo Centro Trasmissione Dati (CTD) affiliato in Italia. L’accertamento riguardava il mancato versamento dell’imposta unica sulle scommesse per l’anno 2015.

La società bookmaker aveva aderito alla procedura di regolarizzazione prevista dalla Legge di Stabilità 2015 (L. 190/2014), effettuando i versamenti richiesti per sanare la propria posizione. Tuttavia, il CTD specifico oggetto dell’accertamento non aveva aderito alla stessa procedura.

La Commissione Tributaria di secondo grado aveva accolto le ragioni del bookmaker, ritenendo che la sua adesione alla sanatoria avesse fatto venir meno la responsabilità solidale anche per l’imposta dovuta dal CTD non aderente. L’Agenzia delle Dogane ha impugnato tale decisione dinanzi alla Corte di Cassazione, sostenendo che la regolarizzazione è efficace solo se anche il singolo punto di raccolta completa la procedura.

La Procedura di Regolarizzazione Fiscale Scommesse: Non Solo un Condono

La Corte di Cassazione ha analizzato la natura della normativa sulla regolarizzazione. Ha chiarito che l’obiettivo del legislatore non era semplicemente quello di offrire un condono fiscale, ma di realizzare una vera e propria “emersione” delle attività di scommesse che operavano in modo irregolare, per inserirle nel circuito legale.

Questa finalità implica che la procedura non si esaurisce con il solo pagamento di una somma di denaro. Al contrario, essa è un percorso complesso che richiede una serie di adempimenti specifici volti a rendere l’attività futura pienamente lecita e tracciabile. Tra questi, la domanda di rilascio del titolo abilitativo di polizia (ex art. 88 TULPS) e il collegamento al totalizzatore nazionale dell’Agenzia.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha stabilito che la regolarizzazione non può essere scissa tra la posizione del bookmaker e quella del singolo CTD. L’attività di raccolta scommesse è un’unica filiera: se il punto di raccolta sul territorio non si legalizza, l’intera operazione rimane illecita. Di conseguenza, l’adesione del solo bookmaker non può sanare la posizione di un CTD che ha rifiutato di aderire alla procedura.

Il principio cardine affermato dalla Corte è che la procedura di emersione ha lo scopo di legalizzare le attività in atto per consentirne la prosecuzione lecita. Se il CTD non aderisce, non manifesta alcuna volontà di proseguire l’attività in modo legale, e quindi non può esserci alcuna “emersione”.

Perché la sanatoria sia efficace, devono essere soddisfatte diverse condizioni cumulative:

1. Il CTD deve essere attivo alla data prevista dalla norma.
2. La domanda di regolarizzazione, anche se presentata dal bookmaker, deve riguardare specificamente quel CTD.
3. Il CTD deve aderire alla procedura, quantomeno per gli adempimenti che lo riguardano direttamente, come la richiesta della licenza di polizia.
4. Devono essere pagate le somme dovute e deve essere effettuato il collegamento al totalizzatore nazionale.

Poiché nel caso di specie il CTD si era rifiutato di aderire, la Corte ha concluso che la procedura non si è mai perfezionata per quella specifica postazione di gioco. Di conseguenza, la responsabilità solidale del bookmaker per le imposte non versate dal CTD rimane pienamente valida.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La decisione della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche per tutti gli operatori del settore delle scommesse. Viene stabilito in modo inequivocabile che i bookmaker non possono esimersi dalla responsabilità fiscale per la loro rete di punti scommesse semplicemente aderendo a una sanatoria a livello centrale.

La responsabilità solidale impone ai bookmaker un onere di vigilanza e di garanzia sul comportamento fiscale dei propri partner territoriali. Per beneficiare appieno di una procedura di regolarizzazione, è indispensabile che l’intera filiera, dal bookmaker estero al singolo punto di raccolta in Italia, si conformi a tutti i requisiti normativi. In assenza di una completa e congiunta adesione, il rischio di accertamenti fiscali per responsabilità solidale rimane concreto.

L’adesione di un bookmaker alla regolarizzazione fiscale scommesse è sufficiente a sanare la posizione dell’intera rete di punti scommesse affiliati (CTD)?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’adesione del solo bookmaker non è sufficiente. La procedura deve essere perfezionata anche dal singolo CTD, che deve aderire e compiere gli adempimenti a suo carico.

Quali sono le condizioni necessarie affinché la regolarizzazione di un punto scommesse sia valida?
Per essere valida, la procedura richiede che il CTD fosse attivo alla data di riferimento, che la domanda lo includesse specificamente e, soprattutto, che ci fosse l’adesione del CTD stesso per gli adempimenti pertinenti, come il pagamento delle somme, la richiesta della licenza di polizia e il collegamento al totalizzatore nazionale.

Cosa accade se un CTD non aderisce alla sanatoria fiscale avviata dal proprio bookmaker?
Se il CTD non aderisce, la procedura di regolarizzazione per quel punto specifico non si perfeziona. Di conseguenza, il bookmaker rimane solidalmente responsabile per le imposte e le sanzioni dovute da quel CTD, in quanto la sua adesione non è sufficiente a coprire la mancata conformità del suo affiliato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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