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Regime del margine: quando non si applica agli usati

Una società di compravendita di auto ha impugnato un avviso di accertamento fiscale relativo all’errata applicazione del regime del margine IVA. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che tale regime speciale non è applicabile se i veicoli usati sono acquistati da società di noleggio o leasing, in quanto si presume che l’IVA sia già stata detratta a monte. La Corte ha sottolineato la necessità per l’acquirente di esercitare la massima diligenza nel verificare la provenienza dei beni per poter beneficiare del trattamento fiscale agevolato.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Regime del Margine IVA: La Cassazione chiarisce i limiti per le auto usate

L’applicazione del regime del margine nella compravendita di beni usati, in particolare di autoveicoli, rappresenta un tema di grande interesse per gli operatori del settore. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali sui presupposti e sui limiti di questo regime fiscale agevolato, sottolineando l’importanza della diligenza dell’acquirente. Il caso analizzato riguarda una società di rivendita di auto che si è vista contestare dall’Amministrazione finanziaria l’indebita applicazione del regime speciale IVA. Vediamo nel dettaglio la vicenda e i principi affermati dalla Suprema Corte.

I fatti di causa: dal contenzioso tributario al ricorso in Cassazione

Una società specializzata nella compravendita di autoveicoli riceveva un avviso di accertamento con cui il Fisco contestava l’illegittima applicazione del regime del margine per l’IVA, oltre a recuperi su IRES e IRAP per l’anno d’imposta 2003. Secondo l’Amministrazione Finanziaria, la società intratteneva rapporti con fornitori fittizi, creati al solo scopo di realizzare frodi IVA, e acquistava veicoli da società di noleggio e leasing, una condizione che, secondo il Fisco, escludeva la possibilità di accedere al regime speciale.

Il contenzioso tributario vedeva una prima vittoria per la società contribuente davanti alla Commissione Tributaria Provinciale. Tuttavia, la Commissione Tributaria Regionale, in appello, ribaltava parzialmente la decisione, accogliendo le tesi dell’Agenzia delle Entrate, in particolare sull’inapplicabilità del regime del margine. La società decideva quindi di ricorrere in Cassazione, affidando le proprie ragioni a tredici motivi di ricorso.

L’analisi della Corte sul regime del margine e la diligenza richiesta

Il cuore della controversia risiedeva nell’interpretazione dell’art. 36 del D.L. n. 41/1995. La Corte di Cassazione, richiamando un precedente intervento delle Sezioni Unite (sent. n. 21105/2017), ha ribadito che il regime del margine è un regime speciale, facoltativo e derogatorio rispetto al sistema ordinario dell’IVA. Proprio per questa sua natura, la sua disciplina deve essere interpretata in modo restrittivo e applicata con rigore.

Il principio fondamentale è che tale regime si applica quando un rivenditore acquista beni usati da soggetti che non hanno potuto detrarre l’IVA sull’acquisto originario (tipicamente, i privati). Quando, invece, i beni provengono da soggetti commerciali come società di noleggio o leasing, si presume che queste abbiano esercitato il diritto alla detrazione dell’IVA. Di conseguenza, la successiva vendita non può beneficiare del regime del margine, ma deve essere assoggettata a IVA secondo le regole ordinarie.

La Corte ha chiarito che spetta al rivenditore (il cessionario) l’onere di dimostrare non solo la propria buona fede, ma anche di aver agito con la massima diligenza esigibile da un operatore accorto. Ciò significa che il rivenditore deve adottare tutte le cautele necessarie per accertare, anche solo in via presuntiva, che l’IVA non sia stata detratta a monte. Nel caso specifico, la provenienza delle auto da società di leasing e noleggio costituiva un chiaro indizio che avrebbe dovuto allertare l’acquirente, escludendo l’applicazione del regime agevolato.

Le altre questioni: operazioni inesistenti e vizi procedurali

Oltre alla questione principale sul regime del margine, la società ricorrente aveva lamentato la violazione di obblighi informativi da parte dell’Amministrazione Finanziaria durante la verifica e la contestazione di operazioni soggettivamente inesistenti. Tuttavia, la Cassazione ha dichiarato inammissibili tali motivi per difetto di “autosufficienza”. Il ricorso, infatti, è risultato generico, non avendo riportato in modo specifico gli atti e i documenti su cui si fondavano le censure. La Corte ha ricordato che il giudizio di legittimità non consente un riesame dei fatti, ma solo una verifica della corretta applicazione delle norme di diritto.

Le motivazioni della decisione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso in toto. Per quanto riguarda il regime del margine, ha ritenuto corretta la valutazione della Commissione Tributaria Regionale: le auto acquistate provenivano tutte da società di autonoleggio e leasing, fatto che di per sé escludeva l’applicabilità del regime speciale. La presunzione di avvenuta detrazione dell’IVA a monte non è stata superata dalla società, che non ha fornito prove adeguate della propria diligenza.

Per gli altri motivi, relativi sia ai vizi procedurali che alla deducibilità dei costi per operazioni soggettivamente inesistenti, la Corte ne ha sancito l’inammissibilità. Il ricorrente non ha rispettato il principio di autosufficienza, omettendo di trascrivere gli elementi fattuali e documentali necessari a sostenere le proprie argomentazioni, trasformando di fatto il ricorso in un inammissibile tentativo di ottenere un terzo grado di giudizio nel merito.

Le conclusioni

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale in materia di IVA sui beni usati: il regime del margine è un’eccezione che richiede presupposti rigorosi. Gli operatori del settore della compravendita di auto usate devono prestare la massima attenzione alla natura del venditore. L’acquisto da società commerciali che presumibilmente detraggono l’IVA, come quelle di noleggio e leasing, preclude l’accesso al regime agevolato. La decisione evidenzia come la buona fede non sia sufficiente se non accompagnata da una condotta diligente e verificabile, volta a prevenire il coinvolgimento in schemi di evasione fiscale.

Quando non è applicabile il regime del margine IVA nella compravendita di veicoli usati?
Secondo la sentenza, il regime del margine non è applicabile quando i veicoli usati vengono acquistati da società di noleggio o di leasing. In questi casi, si presume che tali società abbiano già detratto l’IVA al momento dell’acquisto originario, facendo venir meno il presupposto per l’applicazione del regime speciale.

Cosa deve dimostrare un rivenditore di auto usate per poter applicare legittimamente il regime del margine?
Il rivenditore deve dimostrare di aver agito con la massima diligenza per accertare che il precedente proprietario non avesse detratto l’IVA. Questo comporta una verifica della natura del venditore e delle circostanze dell’acquisto, al fine di evitare di essere coinvolto, anche inconsapevolmente, in situazioni di evasione fiscale.

Perché la Corte di Cassazione ha ritenuto inammissibili molti motivi del ricorso della società?
Molti motivi sono stati dichiarati inammissibili per “difetto di autosufficienza”. Questo significa che il ricorso era formulato in modo generico e non conteneva tutti gli elementi specifici (come la trascrizione di atti o l’indicazione precisa di documenti) necessari alla Corte per valutare le censure senza dover compiere indagini autonome sugli atti dei precedenti gradi di giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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