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Redditometro: la Cassazione chiarisce le regole

La Corte di Cassazione accoglie il ricorso dell’Agenzia delle Entrate relativo a un accertamento fiscale basato sul redditometro per gli anni 2007 e 2008. L’ordinanza chiarisce che per i periodi d’imposta anteriori al 2009 si applica la vecchia normativa, che prevede una soglia di scostamento del 25% tra reddito netto dichiarato e reddito netto accertato. Inoltre, ribadisce che l’onere di provare la provenienza delle somme da fonti non imponibili per giustificare le maggiori spese spetta interamente al contribuente. La sentenza impugnata è stata cassata con rinvio per un nuovo esame.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Redditometro e Anni Precedenti al 2009: la Cassazione Fa Chiarezza su Calcolo e Prova Contraria

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi sul tema dell’accertamento sintetico, meglio noto come redditometro, fornendo chiarimenti cruciali sulla sua applicazione per i periodi d’imposta antecedenti alla riforma del 2010. La decisione si sofferma su due aspetti fondamentali: la corretta soglia di scostamento da applicare e la ripartizione dell’onere della prova tra Fisco e contribuente. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti di Causa: L’Accertamento Fiscale e i Primi Gradi di Giudizio

La vicenda trae origine da due avvisi di accertamento notificati dall’Agenzia delle Entrate a un contribuente per gli anni d’imposta 2007 e 2008. L’Ufficio, utilizzando il cosiddetto ‘vecchio redditometro’ basato sui decreti ministeriali del 1992, aveva rideterminato sinteticamente il reddito del soggetto in base ad alcuni indici di capacità contributiva.

Il contribuente impugnava gli atti impositivi. Mentre la Commissione Tributaria Provinciale respingeva il ricorso, la Commissione Tributaria Regionale (CTR) riformava parzialmente la decisione. In particolare, i giudici d’appello annullavano l’accertamento per il 2007, ritenendo (erroneamente) che mancasse lo scostamento minimo del 20% tra reddito dichiarato e accertato. Per il 2008, invece, pur confermando in parte l’accertamento, criticavano l’Agenzia per un ‘uso matematico’ degli indici, senza un’analisi concreta dei fatti.

L’Applicazione del Redditometro ante 2009: Il Ricorso in Cassazione

L’Agenzia delle Entrate, insoddisfatta della sentenza di secondo grado, proponeva ricorso per cassazione, sollevando due questioni di diritto decisive:

1. Errore di diritto per il 2007: La CTR aveva applicato la normativa successiva al 2010 (che prevede uno scostamento di un quinto, ovvero il 20%), mentre per gli anni d’imposta anteriori al 2009 la legge in vigore ratione temporis richiedeva uno scostamento di almeno un quarto (25%). Inoltre, il confronto era stato fatto tra dati non omogenei (reddito netto accertato contro reddito dichiarato al lordo degli oneri detraibili).
2. Violazione delle regole sull’onere della prova per il 2008: La CTR aveva parzialmente accolto l’appello del contribuente nonostante quest’ultimo non avesse fornito alcuna prova documentale sulla provenienza non reddituale delle somme utilizzate per il mantenimento di beni-indice (un’autovettura e un immobile).

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha accolto integralmente il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, stabilendo principi chiari sull’uso del redditometro per le annualità ‘incriminate’.

La Corretta Normativa per gli Anni d’Imposta Antecedenti al 2009

Innanzitutto, la Corte ha ribadito che la disciplina del ‘nuovo redditometro’, introdotta nel 2010, non è retroattiva. Pertanto, per gli accertamenti relativi a periodi d’imposta anteriori al 2009, come nel caso di specie (2007 e 2008), si applica la versione dell’art. 38 del D.P.R. 600/1973 allora vigente. Questa norma prevedeva che la determinazione sintetica del reddito fosse possibile quando ‘il reddito complessivo netto accertabile si discosta per almeno un quarto da quello dichiarato’. La soglia corretta, quindi, era del 25% e non del 20% come erroneamente applicato dalla CTR.

Il Calcolo dello Scostamento: Dati Omogenei a Confronto

Un altro errore censurato dalla Cassazione riguarda le modalità di calcolo dello scostamento. La giurisprudenza consolidata impone che il confronto avvenga tra dati omogenei. La rettifica deve essere operata rapportando il reddito complessivo netto accertato dall’Ufficio con il reddito complessivo netto dichiarato dal contribuente. La CTR aveva invece confrontato il reddito netto accertato con il reddito dichiarato al lordo degli oneri detraibili, violando questo principio fondamentale.

L’Onere della Prova a Carico del Contribuente

Infine, per quanto riguarda l’anno 2008, la Corte ha sottolineato che il redditometro introduce una presunzione legale iuris tantum. Ciò significa che, una volta che l’Ufficio ha dimostrato l’esistenza di spese o beni indicativi di una maggiore capacità contributiva, spetta al contribuente superare tale presunzione. La prova contraria, tuttavia, deve essere rigorosa e documentale. Il contribuente deve dimostrare non solo la disponibilità di redditi esenti o non imponibili, ma anche la loro entità e la durata del possesso, in modo da rendere verosimile il loro utilizzo per coprire le spese contestate. Nel caso esaminato, la CTR non aveva verificato se il contribuente avesse fornito tale prova, omettendo un accertamento di merito essenziale.

Le Conclusioni: Il Principio di Diritto e le Implicazioni Pratiche

L’ordinanza si conclude con la cassazione della sentenza impugnata e il rinvio della causa alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado, in diversa composizione, che dovrà riesaminare il caso attenendosi ai principi espressi dalla Suprema Corte. Questa decisione rafforza la validità dello strumento del redditometro come mezzo di accertamento presuntivo, ma al contempo ne delimita con precisione le regole di applicazione, specialmente per il contenzioso ancora pendente relativo agli anni antecedenti alla riforma. Per i contribuenti, emerge ancora una volta l’importanza cruciale di conservare idonea documentazione per poter dimostrare, in caso di accertamento, la provenienza lecita e non imponibile delle somme utilizzate per sostenere il proprio tenore di vita.

Quale versione della legge sul redditometro si applica agli accertamenti per anni d’imposta precedenti al 2009?
Per gli accertamenti relativi a periodi d’imposta anteriori al 2009, si applica la formulazione dell’art. 38 del D.P.R. n. 600/1973 in vigore all’epoca dei fatti (ratione temporis), la quale prevedeva che lo scostamento tra reddito accertabile e reddito dichiarato dovesse essere di ‘almeno un quarto’ (25%).

Come si calcola correttamente lo scostamento tra reddito dichiarato e reddito accertato sinteticamente?
Il confronto deve essere eseguito sulla base di dati omogenei. Pertanto, la rettifica va operata rapportando il reddito complessivo netto accertato dall’Ufficio con il reddito complessivo netto dichiarato dal contribuente, e non con il reddito al lordo di oneri o deduzioni.

Chi deve provare che le maggiori spese sono state sostenute con redditi non tassabili in un accertamento con redditometro?
L’onere della prova spetta al contribuente. Il redditometro si basa su una presunzione legale che può essere superata solo se il contribuente fornisce una prova documentale idonea a dimostrare che il maggior reddito determinato sinteticamente è costituito, in tutto o in parte, da redditi esenti o non soggetti a imposta, specificandone l’entità e la durata del possesso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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