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Reddito da scommesse: il caso attende le Sezioni Unite

Un’impresa individuale, operante nel settore delle scommesse, ha ricevuto un avviso di accertamento per redditi non dichiarati derivanti dalla raccolta di giocate per un bookmaker estero non autorizzato. Dopo decisioni contrastanti nei primi due gradi di giudizio, la Corte di Cassazione ha esaminato il caso. Rilevando la sopravvenuta assoluzione penale della contribuente “perché il fatto non sussiste” e la pendenza di una questione analoga dinanzi alle Sezioni Unite, la Corte ha deciso di sospendere il procedimento (rinvio a nuovo ruolo) in attesa della pronuncia nomofilattica sul vincolo tra giudicato penale e processo tributario.

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Pubblicato il 5 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Reddito da Scommesse e Giudicato Penale: la Cassazione Sospende il Giudizio

La tassazione del reddito da scommesse, specialmente quando derivante da attività non autorizzate, è un terreno complesso che interseca diritto tributario e penale. Un’ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione mette in luce una questione cruciale: quale peso ha un’assoluzione penale definitiva nel relativo processo fiscale? La Corte, anziché decidere, ha scelto di attendere una pronuncia delle Sezioni Unite, creando un precedente procedurale di notevole interesse.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine da un avviso di accertamento notificato dall’Amministrazione Finanziaria alla titolare di un’impresa individuale. L’accertamento contestava la mancata contabilizzazione di ricavi per circa 73.000 euro, relativi all’anno d’imposta 2012. Questi proventi derivavano dall’attività di gestione di un centro scommesse autorizzato, nell’ambito della quale la contribuente aveva raccolto giocate per conto di un bookmaker estero privo di concessione in Italia.

L’Agenzia delle Entrate, basandosi su un processo verbale della Guardia di Finanza, ha ripreso a tassazione tali somme ai fini IRPEF e IRAP, in applicazione della normativa che prevede l’imposizione sui proventi da scommesse anche se raccolte in assenza di concessione statale.

Il Percorso Giudiziario e i Motivi del Ricorso

Il caso ha seguito un iter complesso nei primi due gradi di giudizio.

1. Commissione Tributaria Provinciale (C.T.P.): Ha accolto parzialmente il ricorso della contribuente. I giudici hanno stabilito che il reddito imponibile non fosse l’intero ammontare delle giocate raccolte, ma solo i proventi netti, ovvero la differenza tra le somme incassate e quelle riversate al bookmaker estero. Tuttavia, hanno negato la deducibilità dei costi sostenuti per produrre tali proventi.

2. Commissione Tributaria Regionale (C.T.R.): Ha riformato la decisione di primo grado. La C.T.R. ha dichiarato inammissibile per tardività l’appello principale dell’Agenzia delle Entrate e ha accolto quello incidentale della contribuente. Secondo la corte d’appello, l’unico reddito imponibile era costituito dai compensi percepiti per l’attività di intermediazione, poiché le somme relative alle giocate erano state detenute solo temporaneamente e per conto del bookmaker.

L’Agenzia delle Entrate ha quindi proposto ricorso per cassazione, lamentando l’erronea dichiarazione di tardività del suo appello e la violazione delle norme sulla prova in merito alla deducibilità delle vincite distribuite. A sua volta, la contribuente ha proposto un ricorso incidentale, sostenendo che l’appello dell’Agenzia non fosse tardivo, ma nullo per un vizio di notifica.

La questione del reddito da scommesse e l’efficacia del giudicato penale

Un elemento decisivo è emerso durante il giudizio di cassazione: la contribuente è stata assolta in sede penale per i medesimi fatti con la formula “perché il fatto non sussiste”. Questa assoluzione, passata in giudicato, pone un problema fondamentale sul rapporto tra processo penale e processo tributario.

La Corte di Cassazione ha rilevato che la pretesa fiscale si fondava proprio sulla tassabilità di proventi derivanti da un fatto costituente reato. Di conseguenza, l’assoluzione penale che nega l’esistenza stessa del fatto storico potrebbe avere un impatto vincolante anche ai fini fiscali.

Le Motivazioni dell’Ordinanza Interlocutoria

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, non entra nel merito dei singoli motivi di ricorso. La sua decisione è puramente procedurale e si basa su un’attenta valutazione del contesto giurisprudenziale. I giudici hanno infatti evidenziato che una questione di massima di particolare importanza, del tutto analoga a quella del caso di specie – ovvero il vincolo derivante dalla sentenza penale definitiva di assoluzione nel giudizio tributario – è stata recentemente rimessa al vaglio delle Sezioni Unite.

Per garantire uniformità e coerenza nell’interpretazione del diritto, il Collegio ha ritenuto opportuno sospendere la decisione. Invece di pronunciarsi e rischiare un potenziale contrasto con la futura decisione delle Sezioni Unite, ha preferito disporre il “rinvio della causa a nuovo ruolo”.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte Suprema ha scelto la via della prudenza. La decisione di sospendere il giudizio e attendere la pronuncia delle Sezioni Unite è sintomo della delicatezza e della rilevanza della questione. Il destino di questo contenzioso tributario è ora legato a una decisione di portata generale che chiarirà in via definitiva l’efficacia del giudicato penale di assoluzione nel processo fiscale. Questa ordinanza interlocutoria, pur non risolvendo la controversia, sottolinea l’importanza di un’interpretazione nomofilattica per assicurare certezza del diritto in una materia così complessa come la tassazione del reddito da scommesse e, più in generale, dei proventi di origine illecita.

Qual è la questione principale che ha portato la Corte di Cassazione a non decidere immediatamente il caso?
La Corte ha sospeso il giudizio perché è in attesa di una pronuncia delle Sezioni Unite su una questione di massima di particolare importanza, ossia l’efficacia vincolante di una sentenza penale definitiva di assoluzione (con la formula “perché il fatto non sussiste”) all’interno del processo tributario.

Perché il contribuente è stato oggetto di accertamento fiscale?
L’accertamento è scaturito dalla constatazione che la contribuente, nell’ambito della sua attività di gestione di un centro scommesse, aveva raccolto giocate per conto di un bookmaker estero non autorizzato, omettendo di dichiarare i relativi proventi ai fini IRAP e IRPEF.

Cosa ha deciso la Corte in questa fase del procedimento?
La Corte ha emesso un’ordinanza interlocutoria con cui ha disposto il rinvio della causa a nuovo ruolo, ovvero ha sospeso il procedimento in attesa della decisione delle Sezioni Unite sulla questione pregiudiziale relativa al rapporto tra giudicato penale e processo tributario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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