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Rappresentanza legale associazione: onere della prova

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 1028/2024, ha stabilito che spetta a chi afferma di aver cessato la carica di rappresentante legale di un’associazione non riconosciuta fornire la prova di tale variazione all’Amministrazione Finanziaria. Una semplice dichiarazione verbale durante una verifica fiscale non è sufficiente. Pertanto, il Fisco può legittimamente procedere con la verifica e notificare gli atti al soggetto che risulta formalmente investito della carica, invertendo l’onere della prova in tema di rappresentanza legale associazione.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Rappresentanza legale associazione: chi deve comunicare il cambio al Fisco?

La gestione della rappresentanza legale di un’associazione, specialmente di quelle non riconosciute come i club sportivi dilettantistici, presenta delle complessità che possono avere serie ripercussioni fiscali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito un punto cruciale: a chi spetta l’onere di provare l’avvenuta cessazione dalla carica di presidente di fronte all’Amministrazione Finanziaria? La risposta della Suprema Corte ribalta un precedente giudizio, stabilendo che la responsabilità ricade su chi afferma di non essere più il rappresentante legale.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine da due avvisi di accertamento per IRES, IRAP e IVA notificati al presidente e legale rappresentante pro tempore di un’associazione sportiva dilettantistica. Il soggetto in questione impugnava gli avvisi sostenendo la loro nullità, in quanto, al momento della verifica fiscale, aveva dichiarato ai funzionari di non ricoprire più tale carica.

Inizialmente, la Commissione Tributaria Provinciale respingeva il ricorso. Successivamente, la Commissione Tributaria Regionale accoglieva l’appello dell’ex presidente, ritenendo che fosse onere dei verificatori fiscali accertare la veridicità di tale dichiarazione. Secondo i giudici di secondo grado, la mancata comunicazione della variazione all’Autorità finanziaria non era rilevante, poiché la competente federazione sportiva era stata informata. Di conseguenza, l’intera attività di verifica e i successivi avvisi di accertamento venivano dichiarati nulli.

L’Amministrazione Finanziaria proponeva quindi ricorso per cassazione contro questa decisione.

La Decisione sulla Rappresentanza Legale dell’Associazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia, cassando la sentenza della Commissione Tributaria Regionale e rinviando la causa per un nuovo esame. La Suprema Corte ha enunciato un principio di diritto fondamentale per la gestione della rappresentanza legale delle associazioni non riconosciute.

Il Fisco procede correttamente se svolge l’attività di verifica nei confronti della persona che formalmente risulta essere il legale rappresentante, anche se questa dichiara di aver cessato la carica. In assenza di una formale comunicazione di variazione, spetta a chi fa tale affermazione fornire una prova inequivocabile, come la delibera associativa di nomina del successore.

Le motivazioni della Corte

La Corte ha basato la sua decisione su diverse argomentazioni. In primo luogo, ha sottolineato che le associazioni non riconosciute, pur non essendo soggette agli stessi oneri di pubblicità legale delle società, sono comunque tenute a comunicare le variazioni rilevanti ai fini fiscali. In particolare, devono richiedere l’iscrizione all’anagrafe tributaria e denunciare le successive variazioni, inclusa quella del rappresentante legale, entro trenta giorni.

Di conseguenza, l’Amministrazione Finanziaria fa legittimo affidamento sui dati in suo possesso. Non è onere dei suoi funzionari svolgere indagini complesse per verificare una dichiarazione verbale fatta durante un’ispezione. Al contrario, l’onere della prova della cessazione dalla carica ricade interamente sull’interessato. La Corte ha specificato che una prova sufficiente non può essere la semplice dimostrazione che altri hanno agito per conto dell’associazione, ma deve consistere nella produzione degli atti associativi che attestano il cambiamento, come la delibera di nomina del nuovo presidente.

Nel caso specifico, l’ex presidente non solo non aveva prodotto tale delibera, ma aveva anche attivamente partecipato alla verifica, interloquendo con i funzionari e producendo documenti contabili e bancari. Questo comportamento, secondo la Corte, ha rafforzato l’apparenza della sua posizione di rappresentante legale, rendendo ancora più illegittima la successiva pretesa di nullità degli atti.

Conclusioni

Questa ordinanza offre un’importante lezione pratica per chiunque ricopra cariche all’interno di associazioni non riconosciute. La cessazione da un ruolo di responsabilità, come quello di presidente e legale rappresentante, deve essere gestita con rigore non solo internamente, ma anche nelle comunicazioni verso i terzi, specialmente il Fisco. È fondamentale che ogni variazione nella rappresentanza legale sia formalizzata tramite delibera e prontamente comunicata all’anagrafe tributaria. Trascurare questo adempimento significa esporre l’ex rappresentante al rischio di essere ancora considerato responsabile per le obbligazioni dell’ente, con tutte le conseguenze fiscali e legali che ne derivano.

A chi spetta l’onere di provare la cessazione della carica di rappresentante legale di un’associazione non riconosciuta al Fisco?
Secondo la Corte di Cassazione, l’onere di fornire la prova inequivocabile della cessazione dalla carica (ad esempio, tramite la delibera associativa) spetta a chi afferma di non essere più il rappresentante legale, e non all’Amministrazione Finanziaria.

Una dichiarazione verbale fatta ai verificatori fiscali è sufficiente per dimostrare di non essere più il presidente di un’associazione?
No, una semplice dichiarazione verbale non è considerata una prova sufficiente. È necessario produrre gli atti associativi corrispondenti che attestino formalmente il cambio di rappresentanza.

L’Amministrazione Finanziaria può legittimamente continuare una verifica fiscale con chi risulta formalmente rappresentante legale, anche se questi nega di ricoprire ancora la carica?
Sì. In assenza di una denuncia formale di variazione, il Fisco agisce correttamente proseguendo le operazioni di verifica e notificando gli atti al soggetto che, secondo i registri ufficiali, detiene ancora la rappresentanza legale dell’associazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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