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Raggruppamento temporaneo di imprese e tributi locali

La Corte di Cassazione ha stabilito la legittimità di un avviso di accertamento per tributi locali emesso da un raggruppamento temporaneo di imprese (RTI). La sentenza chiarisce che non è necessaria l’iscrizione all’albo ministeriale per tutte le società facenti parte dell’RTI, ma solo per quelle che svolgono le attività principali di accertamento e riscossione. Il ricorso della società contribuente, basato anche sulla presunta violazione del contraddittorio preventivo e sulla decadenza, è stato interamente rigettato.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Raggruppamento Temporaneo di Imprese: Legittimo l’Accertamento Fiscale?

Una recente sentenza della Corte di Cassazione affronta un’importante questione sulla legittimità degli atti di accertamento fiscale emessi da un raggruppamento temporaneo di imprese (RTI). Il caso analizzato chiarisce i requisiti necessari per l’esercizio del potere impositivo da parte di queste aggregazioni, con particolare riferimento all’obbligo di iscrizione in appositi albi ministeriali. La decisione offre spunti fondamentali per comprendere i diritti e i doveri sia dei contribuenti che degli enti concessionari della riscossione.

I Fatti del Caso

Una società contribuente ha impugnato un avviso di accertamento relativo alla TARSU (Tassa per lo Smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani) per le annualità 2011 e 2012. L’atto era stato emesso da un raggruppamento temporaneo di imprese al quale era stata affidata la gestione e riscossione del tributo. La società ha contestato la legittimità dell’atto per diversi motivi, tra cui:
1. La carenza di potere del funzionario che aveva firmato l’avviso.
2. La mancanza di legittimazione e capacità impositiva dell’RTI, poiché una delle società associate non risultava iscritta nell’albo speciale dei soggetti abilitati alla riscossione dei tributi locali.
3. La violazione del principio del contraddittorio preventivo.
4. L’avvenuta decadenza del potere di accertamento.
La Commissione Tributaria Regionale aveva respinto l’appello della società, la quale ha quindi proposto ricorso per cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, confermando la piena legittimità dell’operato dell’RTI. I giudici hanno chiarito punto per punto le questioni sollevate, fornendo un’interpretazione coerente con la normativa nazionale ed europea in materia di appalti e concessioni di servizi pubblici.

Raggruppamento Temporaneo di Imprese: l’Iscrizione all’Albo è sempre necessaria?

Il punto centrale della controversia riguardava la necessità di iscrizione all’albo per tutte le componenti del raggruppamento temporaneo di imprese. La Corte ha precisato che l’RTI non dà vita a un nuovo soggetto giuridico, ma rappresenta una forma di cooperazione temporanea. Nel caso di un RTI di tipo “misto”, in cui alcune imprese svolgono le attività principali (accertamento e riscossione) e altre attività secondarie o di supporto, il requisito dell’iscrizione all’albo ministeriale si applica solo alle prime.
La società che svolgeva attività di mero supporto non era tenuta a possedere tale qualifica. Questo approccio, in linea con il diritto dell’Unione Europea, si basa su un principio di proporzionalità e valorizza il legame associativo, consentendo alle imprese di fare affidamento reciproco sulle rispettive capacità e qualifiche.

Il Principio del Contraddittorio Preventivo nei Tributi Locali

La Corte ha ribadito il suo consolidato orientamento secondo cui l’obbligo del contraddittorio preventivo vige in via generale solo per i cosiddetti “tributi armonizzati” a livello europeo. Per i tributi “non armonizzati”, come la TARSU, tale obbligo sussiste solo se espressamente previsto dalla legge. Nel caso specifico, l’accertamento era basato su una “rilevazione diretta” che, pur prevedendo un dialogo con il contribuente, non impone un contraddittorio formale a pena di nullità dell’atto.

Le Motivazioni

La Cassazione ha fondato la propria decisione su una solida base normativa e giurisprudenziale. In primo luogo, ha sottolineato che un RTI è uno strumento di cooperazione che non crea un’entità autonoma. La sua natura giuridica implica che i requisiti di qualificazione non devono essere posseduti in modo identico da tutti i membri, ma in base al ruolo specifico svolto da ciascuno. Per l’attività di accertamento e riscossione, è sufficiente che le società deputate a tali compiti principali siano iscritte all’albo previsto dall’art. 53 del D.Lgs. 446/1997. Le direttive UE in materia di appalti e concessioni sostengono questo approccio, permettendo a un operatore economico di fare affidamento sulle capacità di altri soggetti per soddisfare i requisiti di selezione. Riguardo al termine per l’accertamento, la Corte ha confermato che si tratta di un termine di decadenza e non di prescrizione. In base al principio della scissione soggettiva degli effetti della notificazione, per rispettare tale termine è sufficiente che l’ente impositore affidi l’atto per la spedizione entro la data di scadenza, a prescindere da quando il contribuente ne venga a conoscenza.

Le Conclusioni

La sentenza consolida importanti principi in materia di riscossione di tributi locali affidata a soggetti privati. Le conclusioni pratiche sono le seguenti:
Flessibilità per gli RTI: Un raggruppamento temporaneo di imprese ha la flessibilità di organizzarsi in modo che solo i membri che svolgono le attività qualificate posseggano i requisiti formali richiesti, come l’iscrizione all’albo. Questo facilita la partecipazione alle gare e l’efficienza operativa.
Limitazioni per le impugnazioni: I contribuenti non possono fondare un ricorso sulla mera assenza di iscrizione all’albo di una società dell’RTI che svolge unicamente attività di supporto. È necessario verificare la natura delle prestazioni di ciascun membro.
Rispetto dei termini: Per l’ente impositore, è cruciale consegnare l’atto per la notifica entro il termine di decadenza del quinto anno successivo a quello del dovuto versamento. La data di consegna all’ufficiale giudiziario o all’ufficio postale è quella che rileva ai fini del rispetto del termine.

Tutte le società di un raggruppamento temporaneo di imprese (RTI) devono essere iscritte all’albo per l’accertamento dei tributi?
No. Secondo la Corte, in un RTI di tipo misto, il requisito dell’iscrizione all’apposito albo è richiesto solo per le imprese che svolgono le prestazioni principali di accertamento e riscossione, e non per quelle che eseguono attività secondarie o di supporto.

È obbligatorio il contraddittorio preventivo prima di un avviso di accertamento per la TARSU?
No. La Corte ha ribadito che per i tributi non armonizzati, come la TARSU, l’obbligo di contraddittorio preventivo non è generalizzato e sussiste solo se una specifica norma lo prevede. In assenza di tale previsione, la sua omissione non determina l’invalidità dell’atto impositivo.

Quando si considera notificato un atto impositivo ai fini del termine di decadenza?
Ai fini del rispetto del termine di decadenza, rileva la data in cui l’ente impositore consegna l’atto all’agente notificatore (es. ufficio postale) per la spedizione, e non la data in cui il contribuente lo riceve effettivamente. Questo principio è noto come scissione soggettiva degli effetti della notificazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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