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Raggruppamento Temporaneo di Imprese: Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha stabilito che, in un Raggruppamento Temporaneo di Imprese (RTI) incaricato della riscossione tributi, l’obbligo di iscrizione all’albo ministeriale riguarda solo le società che svolgono le attività principali. La sentenza ha annullato una decisione precedente che aveva invalidato un avviso di accertamento perché una delle società dell’RTI, con mansioni di supporto, non era iscritta. La Corte ha chiarito che tale requisito non si estende alle imprese che forniscono prestazioni secondarie, in linea con il diritto dell’Unione Europea.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Raggruppamento Temporaneo di Imprese: Iscrizione all’Albo solo per Chi Svolge Attività Principali

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale sui requisiti necessari per le società che operano in un Raggruppamento Temporaneo di Imprese (RTI) nel settore della riscossione dei tributi. La Corte ha stabilito che l’obbligo di iscrizione all’apposito albo ministeriale vale solo per le imprese che svolgono le attività principali di accertamento e riscossione, e non per quelle che forniscono servizi secondari o di supporto. Questa decisione ha importanti implicazioni pratiche per la partecipazione delle imprese agli appalti pubblici.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dall’impugnazione di un avviso di accertamento relativo alla tassa sui rifiuti (TARSU) da parte di un contribuente. La Commissione Tributaria Regionale (CTR) aveva dato ragione al contribuente, annullando l’avviso. La motivazione della CTR si basava su un’eccezione preliminare: l’avviso era stato emesso da un RTI composto da tre società, ma non tutte erano iscritte all’albo ministeriale previsto per i soggetti abilitati all’accertamento e alla riscossione dei tributi locali. Secondo la CTR, questa mancanza rendeva l’intero RTI non legittimato a emettere l’atto, viziandolo di nullità per difetto di capacità impositiva.

Contro questa decisione, l’RTI ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che la CTR avesse erroneamente interpretato la normativa, in particolare l’art. 53 del d.lgs. 446/1997, che istituisce l’albo. L’RTI ha argomentato che il requisito dell’iscrizione non dovrebbe applicarsi a tutte le società del raggruppamento, ma solo a quelle effettivamente incaricate delle prestazioni principali.

Analisi dell’istituto del Raggruppamento Temporaneo di Imprese

La Corte di Cassazione, nell’accogliere il ricorso, ha svolto un’approfondita analisi della natura giuridica del Raggruppamento Temporaneo di Imprese. L’RTI non è una nuova entità legale con un proprio patrimonio, ma una mera aggregazione di scopo. Si tratta di una forma di cooperazione temporanea e occasionale che permette a diverse imprese di unire le proprie capacità per partecipare a una gara d’appalto, conservando ciascuna la propria autonomia.

La Corte ha distinto tra raggruppamenti di tipo orizzontale (dove tutte le imprese eseguono la stessa prestazione) e verticale (dove una mandataria esegue la prestazione principale e le mandanti quelle secondarie). Nel caso di specie, si trattava di un RTI di tipo misto. La giurisprudenza, sia amministrativa che unionale, ha da tempo chiarito che i requisiti soggettivi, come l’iscrizione a un albo, devono essere posseduti singolarmente da ciascuna associata solo se questa è chiamata a svolgere prestazioni per cui tale requisito è richiesto.

L’impatto del Diritto Unionale

La decisione si allinea pienamente con i principi del diritto dell’Unione Europea, in particolare con le direttive 2014/23/UE e 2014/24/UE in materia di appalti e concessioni. Tali direttive promuovono la massima partecipazione alle gare, consentendo a un operatore economico di fare affidamento sulle capacità di altri soggetti (cd. avvalimento). Il principio di proporzionalità impone di non richiedere requisiti sproporzionati rispetto all’obiettivo. Esigere l’iscrizione all’albo anche per un’impresa che svolge mere attività di supporto (es. servizi informatici, logistica) sarebbe una restrizione ingiustificata e contraria allo spirito della normativa europea.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha affermato che, in tema di affidamento del servizio di accertamento e riscossione dei tributi a un Raggruppamento Temporaneo di Imprese di tipo misto, il requisito soggettivo dell’iscrizione all’albo ministeriale è necessario solo per le società che svolgono le attività principali. Per le imprese associate che si occupano di attività secondarie, di mero supporto e non fungibili con la prestazione principale, tale requisito non è richiesto.

La sentenza della CTR è stata quindi cassata perché non ha operato questa fondamentale distinzione. Essa ha ritenuto, in modo apodittico, che anche la terza società dell’RTI svolgesse attività non secondarie, senza però analizzare nel dettaglio il bando di gara e la convenzione tra le parti, che avrebbero potuto chiarire la ripartizione dei compiti. La Corte ha inoltre sottolineato che l’avviso di accertamento era stato validamente sottoscritto da un rappresentante di una delle società principali, delegato a tale scopo, confermando la legittimità formale dell’atto.

Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado della Campania per un nuovo esame. Il giudice del rinvio dovrà attenersi al principio di diritto secondo cui l’iscrizione all’albo dei concessionari per la riscossione è richiesta solo per le imprese dell’RTI che svolgono le attività principali e non per quelle con compiti di mero supporto.

Questa pronuncia consolida un orientamento fondamentale per il settore degli appalti pubblici, favorendo la flessibilità e la cooperazione tra imprese. Si chiarisce che i requisiti di qualificazione devono essere valutati in modo proporzionato e funzionale alle specifiche attività svolte da ciascun membro del raggruppamento, evitando oneri burocratici che potrebbero limitare la concorrenza.

In un Raggruppamento Temporaneo di Imprese che si occupa di riscossione tributi, tutte le aziende associate devono essere iscritte all’albo ministeriale?
No. Secondo la Corte di Cassazione, l’obbligo di iscrizione all’apposito albo istituito presso il Ministero delle Finanze è richiesto solo per le imprese associate che sono chiamate a svolgere le prestazioni principali di accertamento e riscossione. Non è necessario per quelle che svolgono attività secondarie, di mero supporto e non fungibili con la prestazione principale.

Che cos’è un Raggruppamento Temporaneo di Imprese (RTI)?
È una forma di cooperazione temporanea tra più imprese che si uniscono per partecipare a una gara d’appalto, senza creare una nuova entità giuridica. Si tratta di un’aggregazione di scopo, basata su un mandato collettivo, in cui ogni impresa conserva la propria autonomia giuridica e patrimoniale.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la precedente sentenza?
La Corte ha annullato la sentenza perché il giudice precedente (CTR) aveva erroneamente ritenuto necessario che tutte le società facenti parte dell’RTI fossero iscritte all’albo ministeriale. La CTR non aveva distinto tra le attività principali (per le quali l’iscrizione è obbligatoria) e quelle secondarie (per le quali non lo è), applicando un principio troppo restrittivo e non in linea con la normativa nazionale ed europea.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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