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Querela di Falso: Sospensione Processo Tributario

Un contribuente ha impugnato delle intimazioni di pagamento, presentando una querela di falso contro le relate di notifica di alcuni atti presupposti. La Commissione Tributaria Regionale ha ignorato la querela, decidendo nel merito. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5741/2024, ha cassato tale decisione, affermando il principio inderogabile per cui la presentazione di una querela di falso impone la sospensione del processo tributario, in attesa della decisione del giudice ordinario, unico competente in materia.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Querela di Falso: Quando il Processo Tributario Deve Fermarsi

La presentazione di una querela di falso rappresenta uno strumento processuale di grande impatto, capace di paralizzare temporaneamente un giudizio. Con l’ordinanza n. 5741 del 4 marzo 2024, la Corte di Cassazione ribadisce un principio fondamentale: il giudice tributario ha l’obbligo di sospendere il processo quando viene sollevata una questione sulla falsità di un documento decisivo, la cui competenza spetta unicamente al giudice ordinario. Analizziamo questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso

Un contribuente si opponeva a diverse intimazioni di pagamento notificategli da un Agente della riscossione. Il contenzioso si sviluppava su più gradi di giudizio. La Commissione Tributaria Provinciale accoglieva parzialmente le ragioni del cittadino. Successivamente, la Commissione Tributaria Regionale riformava in parte la prima decisione, rigettando l’appello del contribuente e confermando la legittimità di quasi tutte le pretese fiscali. La CTR basava la sua decisione sul fatto che le cartelle di pagamento fossero state indicate in un successivo atto di pignoramento presso terzi, del quale il contribuente era a conoscenza e che non aveva opposto.

Tuttavia, un elemento cruciale era stato trascurato: il giorno prima dell’udienza di trattazione in appello, il contribuente aveva presentato una querela di falso dinanzi al Tribunale ordinario, contestando l’autenticità degli avvisi di ricevimento relativi alla notifica di alcune delle cartelle di pagamento. Nonostante ciò, il giudice tributario aveva proceduto a decidere la causa nel merito.

La Decisione della Cassazione e la Querela di Falso

Investita della questione, la Corte di Cassazione ha accolto i motivi di ricorso del contribuente incentrati sulla mancata considerazione della querela presentata. I giudici di legittimità hanno censurato l’operato della Commissione Tributaria Regionale, riaffermando con forza il disposto dell’art. 39 del d.lgs. n. 546/1992.

Secondo tale norma, il processo tributario “è sospeso quando è presentata querela di falso o deve essere decisa in via pregiudiziale una questione sullo stato o la capacità delle persone”. La Corte ha chiarito che si tratta di un accertamento pregiudiziale riservato ad un’altra giurisdizione, quella ordinaria, che il giudice tributario non può affrontare neppure in via incidentale (“incidenter tantum”).

L’Obbligo di Sospensione del Processo

Di fronte alla presentazione di una querela di falso, il giudice tributario non può ignorarla e proseguire. Egli ha il dovere di compiere una valutazione preliminare sulla pertinenza dell’istanza rispetto al documento contestato e sulla sua rilevanza ai fini della decisione finale. Una volta superato questo vaglio, la sospensione del giudizio diventa un atto dovuto, necessario per attendere il verdetto del giudice ordinario, l’unico a poter decidere sulla falsità o meno del documento.

Le Motivazioni

La motivazione della Cassazione si fonda sulla netta separazione di giurisdizione tra giudice tributario e giudice ordinario per quanto riguarda l’accertamento del falso documentale. Consentire al giudice tributario di decidere una controversia la cui risoluzione dipende da un documento la cui autenticità è sub iudice in un’altra sede, significherebbe violare le norme sulla competenza giurisdizionale e potenzialmente portare a decisioni basate su presupposti falsi.
La ratio della norma è quella di garantire la certezza del diritto e l’integrità del processo, evitando che una sentenza possa fondarsi su prove la cui validità è formalmente contestata in un procedimento apposito. L’errore della Commissione Regionale è stato proprio quello di non aver dato il giusto peso alla presentazione della querela, procedendo a una decisione di merito che, a quel punto, era prematura e viziata.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un importante presidio di garanzia per il contribuente. La decisione insegna che la querela di falso non è un mero artificio dilatorio, ma uno strumento giuridico effettivo che, se pertinente e rilevante, impone uno stop al processo tributario. Per i professionisti del settore, ciò significa che la strategia difensiva può e deve includere tale azione quando vi siano fondati dubbi sull’autenticità di documenti cruciali, come le relate di notifica. La Corte di Cassazione ha quindi cassato la sentenza impugnata, rinviando la causa alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado della Lombardia, in diversa composizione, che dovrà attendere l’esito del giudizio civile sulla querela prima di poter emettere una nuova pronuncia.

Cosa succede al processo tributario se viene presentata una querela di falso contro un documento rilevante?
Il processo tributario deve essere obbligatoriamente sospeso. Il giudice tributario deve attendere la decisione definitiva del giudice ordinario, che ha giurisdizione esclusiva sulla questione di falso.

Il giudice tributario può decidere autonomamente sulla falsità di un documento?
No, il giudice tributario non ha il potere di decidere, neppure in via incidentale, sulla falsità di un documento. La competenza è riservata per legge alla giurisdizione ordinaria.

Quale verifica deve compiere il giudice tributario prima di sospendere il processo per una querela di falso?
Prima di sospendere, il giudice tributario deve effettuare una valutazione preliminare per verificare che la querela sia pertinente (cioè che riguardi un documento rilevante nel giudizio) e che la sua risoluzione sia effettivamente decisiva per l’esito della causa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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