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Querela di falso: sospensione del processo tributario

Una società ha impugnato un’intimazione di pagamento milionaria, contestando la validità delle notifiche di 52 cartelle esattoriali e presentando una querela di falso. La Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha sospeso la decisione sul merito per acquisire i fascicoli dei gradi precedenti al fine di valutare la pendenza e il contenuto della querela di falso, evidenziando la sua potenziale influenza sul giudizio tributario.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Querela di falso: la Cassazione ordina l’acquisizione degli atti per valutare la sospensione del processo

L’ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione n. 25140 del 2025 offre un importante spunto di riflessione su una questione procedurale cruciale nel contenzioso tributario: l’impatto di una querela di falso sul giudizio in corso. Quando un contribuente contesta l’autenticità dei documenti prodotti dall’Agente della riscossione, il giudice tributario deve sospendere il processo? La Corte, prima di decidere, ha ritenuto indispensabile approfondire la questione.

I Fatti di Causa: Da una notifica milionaria al ricorso

Una società a responsabilità limitata si è vista notificare un’intimazione di pagamento per un importo superiore a 4 milioni di euro, relativa a 52 cartelle di pagamento e 11 avvisi di addebito non saldati. La società ha immediatamente impugnato l’atto dinanzi alla Commissione Tributaria Provinciale (C.T.P.), contestando l’illegittimità o la totale assenza delle notifiche di 35 delle cartelle presupposte.

In primo grado, la C.T.P. ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo valide e regolari le notifiche. La società ha quindi presentato appello alla Commissione Tributaria Regionale (C.T.R.), la quale ha parzialmente riformato la decisione. La C.T.R. ha dichiarato il proprio difetto di giurisdizione per le cartelle relative a crediti contributivi (di competenza del giudice ordinario) e ha accolto l’appello solo per una cartella, confermando per il resto la sentenza di primo grado. È contro questa decisione che la società ha proposto ricorso in Cassazione.

I Motivi del Ricorso e la questione della querela di falso

Il ricorso principale della società si fondava su tre motivi principali, ma il più rilevante è il primo, che introduce il tema della querela di falso. La ricorrente ha sostenuto che la C.T.R. avrebbe dovuto sospendere il giudizio, poiché era stata presentata una formale querela di falso dinanzi al Tribunale ordinario contro i documenti (copie fotostatiche delle relate di notifica) prodotti in giudizio dall’Agente della riscossione. Secondo la difesa, si configurava un’ipotesi di sospensione necessaria del processo tributario.

Altre censure sollevate dalla società

Oltre alla questione principale, la società lamentava:
* Violazione delle norme sulla valutazione delle prove: Si contestava il fatto che la C.T.R. avesse dato valore a delle semplici copie fotostatiche, nonostante la società ne avesse tempestivamente disconosciuto la conformità all’originale.
* Vizio procedurale: Si criticava la concessione di un termine all’Agente della riscossione per sanare un presunto vizio della procura conferita al proprio avvocato, vizio ritenuto insanabile dalla ricorrente.

La Posizione dell’Agente della Riscossione

L’Agente della riscossione, costituitosi in giudizio, ha resistito al ricorso principale e ha presentato a sua volta un ricorso incidentale. Con esso, ha lamentato la contraddittorietà della motivazione della C.T.R. nella parte in cui aveva accolto l’appello per una specifica cartella, ritenendo non provata la sua notificazione.

Le motivazioni dell’Ordinanza Interlocutoria

La Corte di Cassazione, esaminati i motivi di ricorso di entrambe le parti, non ha emesso una decisione definitiva sul merito. Ha invece ritenuto opportuno, con un’ordinanza interlocutoria, disporre l’acquisizione dei fascicoli dei precedenti gradi di giudizio. La ragione di questa scelta risiede proprio nella necessità di verificare la pendenza effettiva del giudizio di querela di falso promosso dalla società ricorrente e di esaminarne il contenuto. La Corte ha compreso che la decisione su questo punto è pregiudiziale rispetto a tutte le altre questioni. Se la querela di falso fosse fondata, infatti, verrebbe meno il presupposto stesso della pretesa tributaria, ossia la valida notificazione degli atti.

Le conclusioni

L’ordinanza in esame è un chiaro esempio di come la procedura civile e quella tributaria si intreccino. La querela di falso rappresenta uno strumento potente a disposizione del contribuente per contestare alla radice l’autenticità degli atti prodotti dall’amministrazione. La decisione della Cassazione di sospendere il proprio giudizio per acquisire gli atti dimostra la serietà con cui viene trattata tale eccezione. La pendenza di un giudizio di falso può, in determinate circostanze, portare alla sospensione necessaria del processo tributario, in attesa che il giudice ordinario si pronunci sulla veridicità dei documenti. Questo provvedimento, pur non decidendo la controversia, riafferma il principio fondamentale secondo cui nessuna pretesa, nemmeno quella fiscale, può fondarsi su atti la cui autenticità è seriamente messa in discussione.

Cosa succede se un contribuente sostiene che i documenti di notifica dell’Agenzia delle Entrate sono falsi?
Il contribuente può avviare un procedimento specifico chiamato ‘querela di falso’ davanti a un giudice ordinario per contestare l’autenticità dei documenti. Come evidenziato in questo caso, la pendenza di tale giudizio può avere un impatto diretto sul processo tributario.

La presentazione di una querela di falso comporta automaticamente la sospensione del processo tributario?
Sì, secondo il ricorso della società, si tratterebbe di un’ipotesi di sospensione necessaria ai sensi dell’art. 39 del d.lgs. 546/1992. La Corte di Cassazione, prima di pronunciarsi su questo punto, ha ritenuto necessario verificare l’effettiva pendenza e il contenuto della querela per valutarne la rilevanza.

Qual è stata la decisione della Corte di Cassazione in questa ordinanza?
La Corte non ha deciso il merito della causa. Ha emesso un’ordinanza interlocutoria con cui ha disposto l’acquisizione dei fascicoli dei precedenti gradi di giudizio per poter valutare la pendenza e il contenuto della querela di falso. La causa è stata quindi rinviata a nuovo ruolo in attesa di questi adempimenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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