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Querela di falso nel processo tributario: la Cassazione

Un contribuente ha impugnato degli avvisi di accertamento sostenendo la falsità delle firme sulle ricevute di notifica e proponendo una querela di falso. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 24560/2024, ha rigettato il ricorso, specificando che la sola proposta di querela di falso non è sufficiente a sospendere il processo tributario. È necessario che la querela sia formalmente presentata dinanzi al tribunale competente.

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Pubblicato il 17 dicembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Querela di falso: quando sospende il processo tributario?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 24560 del 12 settembre 2024, è tornata a pronunciarsi su un tema cruciale del contenzioso tributario: gli effetti della querela di falso sul processo. La decisione chiarisce che la semplice intenzione di contestare la veridicità di un documento, come una ricevuta di notifica, non è sufficiente a bloccare il giudizio. Per ottenere la sospensione, è necessario un passo formale e concreto. Questa pronuncia offre importanti spunti sulla corretta gestione processuale quando si dubita dell’autenticità di un atto fondamentale per la difesa del contribuente.

I fatti del caso

Un contribuente, in qualità di ex amministratore e socio unico di tre società ormai cessate, ha ricevuto diversi avvisi di accertamento per Ires, Irap e Iva relativi agli anni 2011-2013. Egli ha impugnato tali atti, ma i suoi ricorsi sono stati dichiarati inammissibili dalla Commissione Tributaria Provinciale e, successivamente, dalla Commissione Tributaria Regionale, perché presentati oltre i termini di legge.
Il punto centrale della difesa del contribuente era la presunta nullità della notifica degli avvisi. Egli sosteneva che le firme apposte sulle attestazioni di consegna delle raccomandate informative fossero false. Per dimostrarlo, in appello, aveva chiesto l’autorizzazione a presentare una querela di falso presso il tribunale ordinario, con conseguente sospensione del processo tributario. I giudici di secondo grado, tuttavia, hanno respinto tale istanza, ritenendo le prove offerte (la comparazione con altre firme) non sufficienti a dimostrare in modo evidente la falsità e hanno confermato la tardività dei ricorsi.

La decisione della Corte di Cassazione sulla querela di falso

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del contribuente, confermando la decisione dei giudici di merito ma correggendone parzialmente la motivazione. I giudici supremi hanno stabilito che la Commissione Tributaria Regionale ha agito correttamente nel non sospendere il processo e nel dichiarare inammissibili i ricorsi.
Il principio fondamentale enunciato è che, nel processo tributario, la sospensione del giudizio a seguito di una querela di falso non è automatica. L’articolo 39 del D.Lgs. 546/1992 prevede la sospensione quando è presentata una querela di falso, non quando viene semplicemente proposta o annunciata.

Le motivazioni

La Corte ha articolato il suo ragionamento su alcuni punti chiave:

1. Onere del Contribuente: Non basta chiedere al giudice tributario l’autorizzazione per presentare la querela. Il contribuente che intende contestare la falsità di un atto con efficacia di atto pubblico (come l’avviso di ricevimento di una raccomandata postale) ha l’onere di avviare autonomamente e tempestivamente il procedimento di falso dinanzi al tribunale civile competente. Solo una volta che la querela è stata formalmente incardinata, il processo tributario può e deve essere sospeso in attesa della decisione sulla falsità.

2. Ruolo del Giudice Tributario: Il giudice tributario, di fronte a un’istanza di querela di falso, non deve compiere una valutazione preliminare sulla fondatezza delle prove di falsità, come erroneamente fatto dalla CTR. Il suo compito si limita a una delibazione sulla pertinenza e rilevanza del documento contestato ai fini della decisione della causa. In questo caso, la sottoscrizione sulla ricevuta di notifica era senza dubbio rilevante, poiché da essa dipendeva la tempestività dei ricorsi. Tuttavia, in assenza di una querela formalmente presentata, il giudice tributario non aveva il potere di sospendere il procedimento.

3. Inammissibilità della Querela in Cassazione: La Corte ha inoltre respinto la richiesta del ricorrente di presentare la querela direttamente in sede di legittimità. Ha chiarito che nel giudizio di Cassazione la querela di falso è ammissibile solo per contestare l’autenticità degli atti propri di quel giudizio (es. il ricorso, il controricorso) e non per documenti che sono stati alla base della decisione di merito. L’eventuale accertamento della falsità di tali documenti può, semmai, costituire un motivo di revocazione della sentenza, un rimedio processuale diverso.

Le conclusioni

L’ordinanza in commento ribadisce un principio di rigore procedurale fondamentale: chi intende utilizzare lo strumento della querela di falso per paralizzare gli effetti di un atto deve agire con diligenza, attivando il relativo giudizio civile senza attendere un’improbabile autorizzazione dal giudice tributario. La semplice minaccia o proposta di querela non produce alcun effetto sospensivo. Questa decisione serve da monito per i contribuenti e i loro difensori, sottolineando che la contestazione della veridicità di un atto pubblico richiede un’azione processuale specifica e non può essere usata come una mera tattica dilatoria.

È sufficiente proporre una querela di falso per sospendere il processo tributario?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che il processo tributario viene sospeso solo quando la querela di falso è stata effettivamente presentata dinanzi al tribunale ordinario competente, non quando viene semplicemente annunciata o proposta al giudice tributario.

Qual è il compito del giudice tributario quando un contribuente dichiara di voler presentare una querela di falso?
Il giudice tributario non deve valutare nel merito le prove della presunta falsità. Il suo compito è limitato a verificare se il documento contestato è pertinente e rilevante per la decisione della causa. Se lo è, deve attendere che la parte presenti formalmente la querela in sede civile prima di poter sospendere il processo.

Si può presentare una querela di falso per la prima volta in Corte di Cassazione?
No, se la querela riguarda documenti utilizzati nei precedenti gradi di giudizio (come gli avvisi di ricevimento in questo caso). La querela di falso in Cassazione è proponibile solo contro gli atti del giudizio di Cassazione stesso (ad esempio, il ricorso o il controricorso). L’eventuale falsità di un documento del giudizio di merito può essere fatta valere attraverso l’azione di revocazione della sentenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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