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Provvedimento abnorme: Cassazione annulla l’ordine

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di una commissione tributaria regionale qualificandola come provvedimento abnorme. Il giudice di merito aveva contraddittoriamente accolto in via definitiva l’appello di un contribuente e, allo stesso tempo, sospeso il giudizio. Il caso nasce da un accertamento fiscale basato su dati dello “Spesometro”, contestato dal contribuente che aveva sporto denuncia per la presunta falsa notifica di un invito al contraddittorio. La Suprema Corte ha ritenuto l’atto del giudice di secondo grado insanabilmente viziato per la sua intrinseca illogicità, cassando la decisione e rinviando la causa per un nuovo esame.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Provvedimento Abnorme: Quando una Decisione Giudiziaria è Nullo

Nel sistema giuridico, la coerenza e la logica delle decisioni giudiziarie sono fondamentali per garantire la certezza del diritto. Un provvedimento abnorme rappresenta una rottura di questa logica, un atto talmente anomalo da non poter trovare posto nell’ordinamento. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha affrontato un caso emblematico, annullando una decisione di una Commissione Tributaria che era intrinsecamente contraddittoria: accoglieva un appello in via definitiva e, allo stesso tempo, sospendeva il processo. Analizziamo questa interessante pronuncia.

I Fatti del Caso: Accertamento Fiscale e Contestazione della Notifica

La vicenda trae origine da due avvisi di accertamento notificati a un contribuente per gli anni 2014 e 2015. L’Agenzia delle Entrate aveva riscontrato una discrepanza: l’ammontare delle operazioni attive dichiarate dal contribuente era inferiore a quello degli acquisti comunicati dalle sue controparti commerciali tramite il sistema “Spesometro”.

Prima di emettere gli avvisi, l’Ufficio aveva inviato al contribuente un invito a fornire chiarimenti, che però era rimasto senza risposta. Il contribuente, ricevuti gli accertamenti, li ha impugnati sostenendo, tra le altre cose, di non aver mai ricevuto tale invito. A sostegno della sua tesi, ha presentato una denuncia-querela nei confronti del portalettere, ipotizzando un falso nella relazione di notifica.

La Decisione Contraddittoria della Commissione Tributaria

La Commissione Tributaria Regionale, chiamata a decidere sull’appello del contribuente, ha emesso un’ordinanza a dir poco singolare. Nel dispositivo, il collegio ha dichiarato di voler “definitivamente pronunciare” e ha contemporaneamente disposto due azioni inconciliabili:

1. Ha accolto l’appello del contribuente.
2. Ha dichiarato la sospensione del processo fino al passaggio in giudicato della decisione sulla querela (erroneamente definita “querela di falso”).

Questa decisione è un palese ossimoro giuridico. Un processo non può essere contemporaneamente concluso e sospeso. La sospensione è una misura interlocutoria, che ferma temporaneamente il corso del giudizio in attesa di un evento futuro. L’accoglimento definitivo dell’appello, al contrario, definisce la controversia e chiude il procedimento. L’Agenzia delle Entrate ha quindi proposto ricorso per cassazione, denunciando l’assoluta illogicità e nullità del provvedimento.

Le Motivazioni della Cassazione sul Provvedimento Abnorme

La Corte di Cassazione ha accolto il primo motivo di ricorso dell’Agenzia, assorbendo tutti gli altri. I giudici supremi hanno qualificato l’ordinanza della Commissione Tributaria come un provvedimento abnorme. Secondo la giurisprudenza costante, un provvedimento è abnorme quando è privo degli elementi minimi per produrre certezza giuridica o quando, pur essendo materialmente esistente, è irriconoscibile come atto processuale tipico.

Nel caso specifico, l’abnormità risiede nella manifesta e insanabile contraddittorietà tra la parte del dispositivo che accoglie l’appello in via definitiva e quella che sospende il giudizio. La Corte ha sottolineato come una pronuncia non possa, logicamente e giuridicamente, essere al contempo finale e interlocutoria. Questa contraddizione radicale rende l’atto del giudice di merito nullo e privo di qualsiasi effetto giuridico.

La Cassazione ha evidenziato come tale vizio sia talmente grave da poter essere rilevato in ogni tempo. La decisione di accogliere il ricorso dell’Agenzia si è basata sulla necessità di espellere dall’ordinamento un atto processuale errato e confuso, che mina le fondamenta della prevedibilità e della coerenza del sistema giudiziario.

Le Conclusioni: Annullamento con Rinvio

In conclusione, la Suprema Corte ha cassato senza riserve l’ordinanza impugnata. La causa è stata rinviata alla Corte di giustizia tributaria di secondo grado di Abruzzo, in diversa composizione, che dovrà pronunciarsi nuovamente sulla vicenda, questa volta emettendo una decisione coerente e conforme alle norme procedurali.

Questa pronuncia ribadisce un principio cardine del nostro sistema processuale: i provvedimenti giudiziari devono seguire percorsi logici e riconoscibili. Un atto che decide e al contempo sospende è un provvedimento abnorme, un “non-atto” dal punto di vista giuridico, che deve essere rimosso per ripristinare la corretta dialettica processuale.

Può un giudice decidere definitivamente una causa e contemporaneamente sospenderla?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che una pronuncia di questo tipo è un provvedimento abnorme, illogico e contraddittorio, e come tale deve essere annullata. Una decisione è o definitiva o interlocutoria (come la sospensione), non può essere entrambe le cose.

Cosa si intende per provvedimento abnorme?
È un atto del giudice che, per la sua stranezza o per la sua intrinseca contraddittorietà, si colloca al di fuori degli schemi legali previsti, risultando talmente viziato da essere considerato giuridicamente inesistente o radicalmente nullo.

Cosa succede quando la Cassazione annulla un provvedimento abnorme?
La Corte di Cassazione “cassa” (annulla) il provvedimento viziato e “rinvia” la causa al giudice del grado precedente. Quest’ultimo dovrà emettere una nuova decisione che sia corretta, logica e conforme ai principi di diritto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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