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Prova di resistenza: Cassazione attende le Sezioni Unite

Una società di ristorazione ha impugnato un avviso di accertamento IVA relativo a un’errata applicazione del pro-rata per i ricavi derivanti da slot machine. In Cassazione, la società ha lamentato la violazione del contraddittorio endoprocedimentale. La Corte Suprema ha emesso un’ordinanza interlocutoria, sospendendo il giudizio. La decisione è stata rinviata in attesa della pronuncia delle Sezioni Unite sulla definizione e sui limiti della cosiddetta ‘prova di resistenza’, un onere che grava sul contribuente per dimostrare l’utilità del contraddittorio omesso.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Prova di Resistenza: La Cassazione Sospende il Giudizio in Attesa delle Sezioni Unite

L’ordinanza interlocutoria n. 15523/2025 della Corte di Cassazione mette in luce un tema cruciale del diritto tributario: il valore del contraddittorio preventivo e la relativa prova di resistenza. Una società ha contestato un accertamento IVA, ma il suo ricorso è stato messo in pausa dalla Suprema Corte in attesa di un chiarimento fondamentale da parte delle Sezioni Unite, che definirà come un contribuente può far valere la violazione del suo diritto al dialogo con il Fisco.

I Fatti del Caso: IVA sui Ricavi da Slot Machine

La vicenda nasce da un avviso di accertamento notificato dall’Agenzia delle Entrate a una società per l’anno d’imposta 2014. L’amministrazione finanziaria contestava l’errata detrazione dell’IVA a causa di un’incorretta applicazione del calcolo del pro-rata. Nello specifico, la società non aveva considerato nel calcolo i ricavi derivanti dalla gestione di slot machine, operazioni che sono esenti da IVA.

Secondo il Fisco, l’inclusione di tali ricavi esenti avrebbe dovuto ridurre la percentuale di IVA detraibile sugli acquisti. La società, che gestiva locali destinati prevalentemente alla somministrazione di alimenti e bevande, sosteneva che i ricavi delle slot machine fossero operazioni occasionali e accessorie e quindi da escludere dal calcolo. Dopo un parziale annullamento in autotutela, la pretesa fiscale residua è stata contestata dalla società, ma i giudici di primo e secondo grado hanno dato ragione all’Agenzia delle Entrate.

La Violazione del Contraddittorio e la Prova di Resistenza

Arrivata in Cassazione, la società ha sollevato, tra i vari motivi, la nullità dell’atto impositivo per violazione del diritto al contraddittorio endoprocedimentale. Questo principio, fondamentale nei tributi armonizzati come l’IVA, impone all’amministrazione finanziaria di sentire il contribuente prima di emettere un atto che leda i suoi interessi.

Tuttavia, per far valere tale violazione, la giurisprudenza richiede che il contribuente superi la cosiddetta prova di resistenza. Non basta lamentare la mancata interlocuzione; è necessario dimostrare che, se il contraddittorio si fosse svolto, sarebbero state presentate ragioni concrete e non pretestuose capaci di portare a una decisione finale diversa e più favorevole.

La Decisione della Corte di Cassazione: Rinvio a Nuovo Ruolo

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, non si è pronunciata sul merito della controversia. Ha invece rilevato che la questione relativa al contenuto e ai limiti della prova di resistenza è attualmente pendente dinanzi alle Sezioni Unite, a seguito dell’ordinanza di rimessione n. 7829 del 2024.

Esiste infatti un contrasto giurisprudenziale su cosa si intenda esattamente per ‘superare’ questa prova: è sufficiente enunciare le argomentazioni che si sarebbero fatte valere, o è necessario dimostrare con certezza che l’esito del provvedimento sarebbe cambiato? Data l’incertezza e l’importanza della questione, la Quinta Sezione ha ritenuto opportuno sospendere il giudizio e rinviare la causa a nuovo ruolo, in attesa della pronuncia chiarificatrice delle Sezioni Unite.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda su un principio di economia processuale e di certezza del diritto. Decidere il caso senza attendere la pronuncia delle Sezioni Unite avrebbe creato il rischio di un giudicato contrastante con i principi che verranno a breve stabiliti dal massimo organo nomofilattico. La Corte ha evidenziato come la giurisprudenza post-2015 si sia divisa tra un approccio più rigoroso, che richiede una verifica concreta dell’impatto della violazione, e uno più formale, che si accontenta dell’enunciazione delle ragioni non pretestuose che il contribuente avrebbe potuto esporre. La pendenza della questione innanzi alle Sezioni Unite rende quindi necessario attendere una soluzione univoca per garantire una corretta e uniforme applicazione della legge.

Le Conclusioni

L’ordinanza interlocutoria ha un’importante implicazione pratica: congela la posizione del contribuente e dell’amministrazione finanziaria fino a quando le Sezioni Unite non avranno sciolto il nodo sulla prova di resistenza. La futura decisione avrà un impatto significativo su tutti i contenziosi tributari in cui si lamenta la violazione del contraddittorio. Stabilirà con precisione l’onere probatorio a carico del contribuente, chiarendo se per annullare un atto sia sufficiente allegare le proprie difese potenziali o se sia richiesta una dimostrazione più stringente del pregiudizio subito. Per ora, il destino di questo e di molti altri ricorsi simili resta sospeso.

Perché la Corte di Cassazione ha sospeso il giudizio?
La Corte ha sospeso il giudizio perché una questione giuridica fondamentale per la decisione del caso, ovvero il contenuto e i limiti della ‘prova di resistenza’, è attualmente all’esame delle Sezioni Unite della stessa Corte. Per garantire l’uniformità e la certezza del diritto, la Sezione ha preferito attendere questa pronuncia definitiva prima di decidere.

In cosa consiste la ‘prova di resistenza’ nel diritto tributario?
La ‘prova di resistenza’ è l’onere che grava sul contribuente di dimostrare che la violazione del suo diritto al contraddittorio preventivo ha avuto un effetto concreto. Deve provare che, se fosse stato ascoltato prima dell’emissione dell’atto impositivo, avrebbe potuto presentare argomenti validi e non pretestuosi in grado di portare a un risultato finale diverso e a lui più favorevole.

Qual era l’oggetto della controversia fiscale originale?
La controversia riguardava un accertamento IVA. L’Agenzia delle Entrate contestava alla società un’errata applicazione del pro-rata di detraibilità, sostenendo che nel calcolo avrebbero dovuto essere inclusi anche i ricavi, esenti da IVA, derivanti dalla gestione di slot machine, con la conseguenza di ridurre l’importo dell’IVA detraibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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