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Principio di competenza: quando dedurre i costi?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7115/2024, ha chiarito l’applicazione del principio di competenza fiscale. Un costo è deducibile solo nell’anno in cui la sua esistenza è giuridicamente certa, non nell’anno in cui viene approvato il bilancio. Nel caso esaminato, un istituto di credito aveva dedotto un costo nel 2004, ma il contratto che lo giustificava è stato stipulato solo nel 2005. La Corte ha stabilito che il costo doveva essere imputato all’esercizio 2005, accogliendo il ricorso dell’Agenzia delle Entrate.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Principio di Competenza: la Cassazione Stabilisce Quando un Costo è Deducibile

Il principio di competenza è uno dei pilastri del diritto tributario italiano e determina il corretto periodo d’imposta in cui imputare costi e ricavi. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 7115 del 15 marzo 2024) è tornata su questo tema cruciale, offrendo chiarimenti fondamentali per le imprese sulla corretta deducibilità dei costi. La decisione sottolinea che un costo può essere dedotto solo quando la sua esistenza è giuridicamente certa, a prescindere da quando viene approvato il bilancio.

I Fatti del Caso: Un Costo Contabilizzato in Anticipo

La vicenda ha origine da un avviso di accertamento notificato dall’Agenzia delle Entrate a un noto istituto di credito internazionale con stabile organizzazione in Italia. L’amministrazione finanziaria contestava la deduzione, nell’anno fiscale 2004, di un costo di oltre 1,5 milioni di euro. Tale costo derivava da un’operazione di copertura di un rischio finanziario legato a un importante progetto.

Il problema cruciale era la tempistica: sebbene il costo fosse stato iscritto nel bilancio 2004, il contratto di garanzia che ne costituiva il fondamento giuridico era stato stipulato solo il 21 marzo 2005. La Commissione Tributaria Regionale aveva dato ragione alla banca, sostenendo che i requisiti per la deducibilità non dovessero necessariamente sussistere al 31 dicembre 2004, ma potessero perfezionarsi entro il termine di approvazione del bilancio relativo a quell’esercizio.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha ribaltato la decisione di merito, accogliendo pienamente il ricorso dell’Agenzia delle Entrate. I giudici supremi hanno riaffermato l’inderogabilità del principio di competenza, così come delineato dall’articolo 109, comma 1, del TUIR.

Secondo la Corte, l’imputazione temporale di un costo a un determinato esercizio fiscale non è una scelta discrezionale dell’impresa, ma deve seguire regole precise. Il costo in questione, pur relativo a un rischio sorto nel 2004, ha acquisito il requisito della “certezza” giuridica solo nel 2005, con la firma del contratto. Di conseguenza, la sua deduzione andava effettuata nell’esercizio 2005 e non in quello precedente.

Le Motivazioni: l’Applicazione Rigorosa del Principio di Competenza

Il cuore della motivazione della Corte risiede nell’interpretazione rigorosa dell’art. 109 del TUIR. Questa norma stabilisce che i costi sono deducibili nell’esercizio in cui si verificano due condizioni cumulative: la certezza della loro esistenza e la loro oggettiva determinabilità nell’ammontare. La Corte ha specificato che il titolo giuridico da cui scaturisce il costo deve essersi formato entro la chiusura dell’esercizio fiscale di riferimento.

I giudici hanno chiarito un equivoco comune: il termine per l’approvazione del bilancio (120 o 180 giorni dalla chiusura dell’esercizio) non serve a “posticipare” il momento in cui deve sorgere la certezza giuridica del costo. Quel lasso di tempo è utile, semmai, per acquisire gli elementi necessari a determinare l’ammontare esatto di un costo la cui esistenza era già certa al 31 dicembre dell’anno precedente. Nel caso di specie, al 31 dicembre 2004, mancava il fondamento stesso del costo, ovvero il contratto. Pertanto, imputarlo a quell’anno è stata una violazione del principio di competenza.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per le Imprese

La sentenza rappresenta un importante monito per tutte le imprese. La corretta gestione fiscale richiede un’attenta verifica della tempistica con cui i fatti di gestione acquisiscono rilevanza giuridica. Non è sufficiente che un costo sia economicamente maturato in un anno; è indispensabile che entro la fine di quell’anno si sia perfezionato anche il titolo giuridico che lo rende certo e inoppugnabile. Le aziende devono quindi allineare la loro contabilità fiscale a questo rigido criterio, evitando di anticipare la deduzione di costi la cui certezza si manifesterà solo nell’esercizio successivo, pena la contestazione da parte dell’Amministrazione Finanziaria e il recupero delle imposte non versate, con l’aggiunta di sanzioni e interessi.

Quando un costo è fiscalmente deducibile secondo il principio di competenza?
Un costo è deducibile nell’esercizio in cui la sua esistenza è giuridicamente certa e il suo ammontare è oggettivamente determinabile. Entrambi i requisiti devono sussistere entro la data di chiusura dell’esercizio fiscale.

La data di approvazione del bilancio influisce sulla competenza fiscale di un costo?
No, la data di approvazione del bilancio non sposta il momento in cui un costo deve essere considerato di competenza. Il lasso di tempo tra la chiusura dell’esercizio e l’approvazione del bilancio può servire a quantificare un costo la cui esistenza era già certa alla fine dell’esercizio, ma non a perfezionare la sua certezza giuridica.

Cosa significa che l’esistenza di un costo deve essere “certa” ai fini della deducibilità?
Significa che il titolo giuridico da cui il costo deriva (ad esempio, un contratto) deve essersi perfezionato e deve essere legalmente valido entro la fine del periodo d’imposta in cui si intende dedurlo. Nel caso specifico, la certezza è sorta solo con la stipula del contratto di garanzia nell’anno successivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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