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Principio di competenza fiscale: quando dedurre i costi

La Corte di Cassazione ha stabilito che, in base al principio di competenza fiscale, i costi derivanti da una sentenza sono deducibili non nell’anno della pronuncia di primo grado, ma nell’anno in cui diventano certi e determinabili, ovvero con la sentenza d’appello che li definisce. Il caso riguardava un avviso di accertamento notificato a una società municipalizzata per la deduzione di costi di un contenzioso nell’anno sbagliato. La Corte ha annullato l’accertamento, accogliendo le ragioni del contribuente.

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Pubblicato il 1 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Principio di Competenza Fiscale: Quando un Costo da Contenzioso Diventa Deducibile?

La Corte di Cassazione, con una recente e significativa sentenza, offre un chiarimento fondamentale sul principio di competenza fiscale applicato ai costi e ricavi derivanti da un contenzioso legale. La decisione stabilisce che il momento rilevante per l’imputazione fiscale non è quello della sentenza di primo grado, anche se provvisoriamente esecutiva, ma quello in cui l’esistenza e l’ammontare del costo diventano ragionevolmente certi. Questo, di norma, coincide con la sentenza d’appello. Analizziamo insieme i dettagli di questo importante caso.

I Fatti di Causa

Una società municipalizzata, attiva nella gestione del servizio idrico, impugnava un avviso di accertamento relativo all’anno d’imposta 2014. L’Agenzia delle Entrate contestava principalmente due aspetti:

1. La deduzione di costi per un risarcimento danni, originati da una sentenza di primo grado del 2009 ma imputati al bilancio del 2014, anno della sentenza d’appello.
2. L’utilizzo di un fondo pensioni, trasferito alla società a seguito di una scissione parziale, che secondo il Fisco avrebbe dovuto essere tassato.

I giudici di primo e secondo grado avevano dato parzialmente ragione al contribuente, annullando la ripresa fiscale relativa al fondo pensioni ma confermando quella sui costi del contenzioso. Entrambe le parti, insoddisfatte, proponevano ricorso in Cassazione.

L’Analisi del Principio di Competenza Fiscale nel Contenzioso

Il cuore della controversia risiede nell’interpretazione dell’art. 109 del TUIR, che disciplina il principio di competenza fiscale. Secondo tale norma, costi e ricavi concorrono a formare il reddito nell’esercizio in cui diventano certi nell’esistenza (an) e determinabili in modo obiettivo nell’ammontare (quantum).

L’Agenzia delle Entrate sosteneva che i costi derivanti dalla sentenza del 2009 avrebbero dovuto essere dedotti in quell’anno, data la provvisoria esecutività della pronuncia. La Cassazione, tuttavia, sposa una tesi differente e più aderente alla realtà operativa delle imprese.

La Corte ha stabilito che la provvisoria esecutività è un attributo processuale, finalizzato a garantire una tutela anticipata, ma non va confusa con la “certezza” richiesta dalla normativa fiscale. Quando una sentenza è oggetto di un’impugnazione non palesemente infondata, il debito o il credito che ne deriva non può considerarsi né certo nell’esistenza né definitivo nell’ammontare. Nel caso specifico, la sentenza del 2009 era stata non solo appellata, ma la sua esecutività era stata sospesa dalla Corte d’Appello, a riprova della sua incertezza.

La Questione Secondaria: Scissione e Fondi Tassati

Per quanto riguarda il secondo motivo di ricorso, promosso dall’Agenzia delle Entrate, la Corte ha rigettato le pretese del Fisco. La scissione parziale che aveva dato origine alla società contribuente era un’operazione fiscalmente neutra, ai sensi degli artt. 115 Tuel e 173 Tuir. La società aveva fornito prova che il fondo pensioni contestato era un “fondo tassato”, ovvero costituito con utili che avevano già scontato l’imposizione fiscale presso la società scissa. Di conseguenza, la sua successiva utilizzazione e la relativa deduzione dal reddito erano pienamente legittime.

Le Motivazioni della Decisione

La Cassazione ha enunciato un principio di diritto di grande rilevanza: “quando gli elementi attivi e passivi che concorrono a formare il reddito sono portati da un provvedimento emesso in seguito ad un giudizio di cui sia parte il contribuente, quest’ultimo non è tenuto a contabilizzarli se essi sono messi in discussione mediante la proposizione di mezzi di impugnazione ammissibili e non manifestamente infondati, dovendo la contabilizzazione essere effettuata solo quando quegli elementi siano divenuti ragionevolmente certi sia nell’an che nel quantum”.

In applicazione di questo principio, la Corte ha ritenuto corretto il comportamento della società contribuente. I costi derivanti dal contenzioso sono diventati ragionevolmente certi solo con la sentenza d’appello del 2014, che ha definito la questione. Pertanto, la loro deduzione nell’esercizio 2014 rispettava pienamente il principio di competenza fiscale. Sulla base di queste motivazioni, la Corte ha rigettato il ricorso dell’Agenzia delle Entrate, accolto quello della società e annullato in toto l’avviso di accertamento.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa sentenza offre un’indicazione chiara e pragmatica per tutte le imprese coinvolte in contenziosi legali. Il momento di rilevanza fiscale di un costo o di un ricavo non è legato meccanicamente alla data della prima sentenza, ma alla maturazione di un grado di certezza sostanziale. Imputare costi e ricavi solo quando il loro esito è ragionevolmente definito, come nel caso di una sentenza di secondo grado, evita alle aziende di dover gestire complesse rettifiche fiscali e contabili in caso di riforma della decisione. Si tratta di una vittoria per la certezza del diritto e per una corretta applicazione del principio di competenza, che allinea le regole fiscali alla prudenza gestionale.

In base al principio di competenza fiscale, quando un costo derivante da una sentenza di primo grado diventa deducibile?
Il costo non è deducibile nell’anno della sentenza di primo grado se questa è soggetta a un’impugnazione non manifestamente infondata. Diventa deducibile solo nell’esercizio in cui si raggiunge una ragionevole certezza sulla sua esistenza e sul suo ammontare, che di norma coincide con la pronuncia della sentenza d’appello.

La provvisoria esecutività di una sentenza di primo grado è sufficiente a rendere un costo “certo” ai fini fiscali?
No. La sentenza chiarisce che l’esecutività è un’attribuzione processuale che non va confusa con il requisito fiscale della “certezza” del costo. La certezza si acquisisce solo quando l’elemento passivo assume una fisionomia definitiva.

Qual è il trattamento fiscale dei fondi trasferiti in una scissione di un’azienda speciale di un ente locale?
L’operazione di scissione è fiscalmente neutra. Se i fondi trasferiti (come un fondo pensioni) sono già stati costituiti con utili tassati (“fondi tassati”) presso la società originaria, la società beneficiaria può legittimamente dedurre i successivi utilizzi di tali fondi dalla propria base imponibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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