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Principio del favor rei: la Cassazione fa chiarezza

Una società è stata sanzionata per aver superato i limiti di compensazione dei crediti IVA. Successivamente, una nuova legge ha innalzato tali limiti. La Commissione Tributaria Regionale ha annullato la sanzione applicando il principio del favor rei. L’Agenzia delle Entrate ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che tale principio non fosse applicabile. La Suprema Corte, riscontrando un contrasto giurisprudenziale sulla questione, ha emesso un’ordinanza interlocutoria rinviando la causa a una pubblica udienza per una decisione di particolare importanza nomofilattica.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Principio del Favor Rei e Limiti di Compensazione: la Cassazione Cerca una Risposta Definitiva

L’applicazione del principio del favor rei nel diritto tributario rappresenta un tema di costante dibattito. Con l’ordinanza interlocutoria n. 7738 del 22 marzo 2024, la Corte di Cassazione ha scelto di non decidere immediatamente, ma di rimettere a una pubblica udienza una questione cruciale: una modifica normativa che innalza i limiti di compensazione dei crediti fiscali può avere effetto retroattivo e annullare una sanzione già irrogata? Vediamo nel dettaglio la vicenda.

I Fatti di Causa: La Compensazione dei Crediti IVA

Una società immobiliare aveva ricevuto dall’Agenzia delle Entrate un atto di irrogazione di sanzioni per omesso versamento di imposte. La contestazione nasceva da una compensazione di crediti IVA, operata nella dichiarazione dei redditi per l’anno 2012, per un importo superiore al limite massimo consentito dalla legge all’epoca vigente.

La società contribuente ha impugnato l’atto sanzionatorio, ottenendo una prima vittoria presso la Commissione Tributaria Provinciale.

La Decisione della Commissione Tributaria Regionale

Sia l’Agenzia delle Entrate sia la società hanno proposto appello. La Commissione Tributaria Regionale della Toscana ha dato ragione alla società contribuente. I giudici d’appello hanno ritenuto applicabile al caso uno ius superveniens (una nuova legge) più favorevole. Nello specifico, hanno fatto riferimento a una normativa del 2013 che aveva innalzato il limite per la compensazione dei crediti IVA. Secondo la CTR, questa modifica, in virtù del principio del favor rei, rendeva illegittimo l’atto sanzionatorio originario e ha condannato l’Ufficio a restituire gli importi eventualmente già versati dalla contribuente.

L’Argomento dell’Agenzia delle Entrate: il Principio del Favor Rei non si Applica

L’Agenzia delle Entrate ha proposto ricorso per cassazione, contestando la decisione della CTR. Secondo la difesa erariale, i giudici di merito avrebbero errato nell’applicare il principio del favor rei. L’argomentazione centrale è che la nuova legge ha modificato solo l’importo del limite massimo di compensazione, ma non la natura della violazione né la misura della sanzione. In altre parole, il comportamento (compensare oltre il limite) è rimasto vietato e la sanzione è rimasta invariata; è cambiato solo il “tetto” massimo. Per questo motivo, secondo l’Agenzia, non si poteva parlare di un “trattamento sanzionatorio più mite” che giustificasse l’applicazione retroattiva della norma.

Le Motivazioni dell’Ordinanza Interlocutoria

La Quinta Sezione Civile della Corte di Cassazione, incaricata di decidere sul ricorso, ha rilevato l’esistenza di un contrasto giurisprudenziale sul punto. In passato, la stessa Corte si è espressa in modi non uniformi sull’effetto che la sopravvenienza di norme che innalzano i limiti di compensabilità può avere sulle sanzioni precedentemente applicate.

Data la rilevanza della questione per garantire un’interpretazione uniforme della legge (la cosiddetta funzione nomofilattica della Corte), e richiamando una precedente ordinanza interlocutoria (n. 4436/2023) che aveva già sollevato il medesimo problema, i giudici hanno ritenuto opportuno non decidere il caso nella camera di consiglio.

Le Conclusioni: Rinvio alla Pubblica Udienza

In conclusione, la Corte di Cassazione ha disposto il rinvio della causa a nuovo ruolo per la trattazione in pubblica udienza. Questa scelta procedurale indica la volontà della Corte di affrontare la questione in modo approfondito, attraverso un dibattito pubblico tra le parti, al fine di giungere a una pronuncia chiara e definitiva che possa fungere da guida per i casi futuri. La decisione finale chiarirà se l’innalzamento di una soglia quantitativa, come il limite di compensazione, rientri o meno nell’ambito di applicazione del principio del favor rei in materia tributaria.

Qual è la questione principale affrontata dalla Corte di Cassazione in questa ordinanza?
La questione è se il principio del favor rei si applichi a una sanzione per eccessiva compensazione di crediti d’imposta quando una legge successiva innalza il limite di compensabilità, senza modificare la sanzione o la natura dell’illecito.

Perché la Corte non ha deciso immediatamente il caso?
La Corte ha riscontrato un contrasto di opinioni nelle sue precedenti sentenze su questo specifico argomento. Per risolvere questa incertezza e data l’importanza della questione per l’uniforme interpretazione della legge (rilevanza nomofilattica), ha ritenuto necessario un esame più approfondito.

Cosa significa che la causa è stata rinviata alla pubblica udienza?
Significa che la decisione non è stata presa in camera di consiglio (una riunione privata dei giudici), ma verrà discussa in un’udienza aperta al pubblico, dove le parti potranno esporre le proprie argomentazioni in modo più completo. Questa procedura è riservata alle questioni di particolare importanza o complessità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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