LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Prezzo-valore: i termini per la scelta su sentenza

L’ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione affronta la complessa questione dei termini per l’esercizio dell’opzione prezzo-valore nell’ambito di un trasferimento immobiliare disposto da una sentenza ex art. 2932 c.c. A seguito di un ricorso per revocazione, la Corte ha riscontrato dubbi interpretativi sulla possibilità di scegliere il regime del prezzo-valore dopo la notifica di un avviso di liquidazione da parte dell’Amministrazione finanziaria. Data la rilevanza della questione, ha rinviato la causa a una pubblica udienza per una decisione approfondita.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 23 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Prezzo-valore e trasferimenti via sentenza: la Cassazione fa il punto

L’applicazione del sistema del prezzo-valore rappresenta da anni un’importante agevolazione per chi acquista un immobile ad uso abitativo. Tuttavia, sorgono complessità quando il trasferimento non avviene tramite un tradizionale atto notarile, ma per effetto di una sentenza del tribunale. Con una recente ordinanza interlocutoria, la Corte di Cassazione ha deciso di rinviare a pubblica udienza una causa proprio per definire i limiti temporali entro cui il contribuente può esercitare questa opzione. Vediamo nel dettaglio la vicenda e i principi in gioco.

I fatti di causa: un’opzione esercitata dopo l’avviso di liquidazione

Il caso nasce dal ricorso di un contribuente che, a seguito di una sentenza esecutiva di obbligo a contrarre (ex art. 2932 c.c.), si era visto trasferire la proprietà di un immobile. L’Amministrazione finanziaria, ricevuta la sentenza, procedeva d’ufficio alla liquidazione dell’imposta di registro. Solo successivamente a tale atto, il contribuente chiedeva di avvalersi del criterio del prezzo-valore, che avrebbe consentito una tassazione basata sulla più conveniente rendita catastale.

In una precedente pronuncia, la Cassazione aveva ritenuto tardiva tale richiesta. Il contribuente ha quindi impugnato quella decisione per revocazione, sostenendo che la Corte fosse incorsa in un errore di fatto: l’atto ricevuto non era un “avviso di accertamento in rettifica”, che preclude l’opzione, ma un semplice “avviso di liquidazione”. Secondo la difesa, questo dettaglio aprirebbe ancora le porte alla scelta del regime agevolato.

La complessità della questione sul prezzo-valore

La controversia mette in luce un nodo interpretativo di notevole importanza. La normativa sul prezzo-valore (L. 266/2005) era stata pensata per i trasferimenti notarili, dove l’opzione viene esercitata contestualmente alla stipula dell’atto. La giurisprudenza, inclusa quella della Corte Costituzionale, ha esteso la sua applicabilità anche ai trasferimenti derivanti da sentenza, per non creare disparità di trattamento.

Il problema, però, è stabilire il momento ultimo per esercitare l’opzione in questi casi. La giurisprudenza non è univoca:

1. Una tesi sostiene che l’opzione debba essere esercitata prima che l’Amministrazione finanziaria notifichi qualsiasi atto impositivo (sia esso di liquidazione o di accertamento).
2. Un’altra tesi, valorizzata nella sentenza revocanda, ritiene che il termine ultimo sia la notifica dell’avviso di accertamento, potendo quindi essere esercitata anche dopo un mero avviso di liquidazione, ma prima del passaggio in giudicato della sentenza che trasferisce l’immobile.

La situazione si complica ulteriormente nei casi, come quello in esame, di registrazione d’ufficio della sentenza, dove è l’ente impositore a prendere l’iniziativa, calcolando l’imposta senza una previa dichiarazione del contribuente.

Le motivazioni

Proprio a causa di questa indubbia complessità e dei diversi orientamenti giurisprudenziali, la Corte di Cassazione ha ritenuto opportuno non decidere il caso in camera di consiglio. L’ordinanza sottolinea la “particolare rilevanza della questione” relativa al momento esatto in cui il contribuente può validamente esercitare l’opzione per il prezzo-valore nelle ipotesi di registrazione d’ufficio di una sentenza esecutiva di obbligo a contrarre.

La Corte ha quindi deciso di rinviare la trattazione della causa a una pubblica udienza. Questa scelta procedurale permette un dibattito più ampio e approfondito, coinvolgendo anche la Procura Generale, al fine di arrivare a una pronuncia che possa fungere da principio di diritto e chiarire definitivamente i dubbi interpretativi. La questione centrale da risolvere è se l’opzione debba essere esercitata prima della notifica di qualsiasi atto impositivo o se sia ammissibile anche successivamente, purché prima di un avviso di accertamento formale.

Le conclusioni

In conclusione, l’ordinanza non fornisce una risposta definitiva, ma apre la strada a una decisione di fondamentale importanza per la materia tributaria immobiliare. La futura sentenza a sezioni semplici, resa dopo la pubblica udienza, dovrà stabilire un criterio chiaro e certo per i contribuenti che acquistano un immobile tramite sentenza giudiziale. La decisione influenzerà direttamente il diritto dei cittadini a usufruire del regime del prezzo-valore, bilanciando le esigenze di certezza dell’azione amministrativa con il diritto del contribuente a scegliere il regime fiscale più favorevole previsto dalla legge.

In cosa consiste il sistema del prezzo-valore?
È un regime opzionale che permette, per le compravendite di immobili abitativi tra privati, di calcolare la base imponibile delle imposte di registro, ipotecaria e catastale sul valore catastale dell’immobile, anziché sul prezzo pattuito, a condizione che quest’ultimo sia interamente dichiarato nell’atto.

Perché il momento in cui si esercita l’opzione prezzo-valore è cruciale nei trasferimenti via sentenza?
A differenza degli atti notarili dove l’opzione è contestuale, nei trasferimenti via sentenza non c’è un momento predefinito. La Corte deve chiarire se l’opzione sia preclusa dalla notifica di un semplice avviso di liquidazione o solo da un successivo avviso di accertamento, un punto che ha significative conseguenze economiche per il contribuente.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione in questa ordinanza?
La Corte non ha deciso il merito della questione, ma, riconoscendone la “indubbia complessità” e i contrasti interpretativi, ha emesso un’ordinanza interlocutoria con cui ha rinviato la causa a una pubblica udienza per una trattazione più approfondita prima di emettere una sentenza definitiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati