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PREU apparecchi da gioco: quando è dovuto?

La Corte di Cassazione ha chiarito che il Prelievo Erariale Unico (PREU) per apparecchi da gioco è dovuto anche quando questi sono inutilizzabili (per sequestro o manutenzione), se il gestore non comunica tempestivamente e correttamente tale stato all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. In assenza di tale comunicazione, l’imposta viene calcolata in misura forfettaria per prevenire abusi e garantire il gettito fiscale. La semplice prova dell’inutilizzo non è sufficiente a escludere l’obbligo di pagamento.

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Pubblicato il 25 agosto 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

PREU Apparecchi da Gioco Inutilizzabili: Si Paga? La Cassazione Chiarisce

Il settore del gioco lecito è regolato da una complessa rete di normative fiscali, tra cui spicca il PREU per gli apparecchi da gioco. Ma cosa accade quando una macchina da gioco è fuori servizio, ad esempio perché sequestrata o in manutenzione? L’imposta è comunque dovuta? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale, sottolineando l’importanza cruciale della comunicazione agli organi di controllo.

I Fatti di Causa

Una società concessionaria della rete telematica per il gioco lecito otteneva un decreto ingiuntivo contro una società gestrice di apparecchi da gioco per il mancato pagamento del PREU, del canone di concessione e del margine di profitto. La società gestrice si opponeva, sostenendo che una parte della somma non era dovuta perché relativa ad apparecchi inutilizzabili, in quanto sequestrati o in manutenzione.

Inizialmente, il Tribunale dava ragione alla concessionaria. Successivamente, la Corte d’Appello accoglieva parzialmente le ragioni della società gestrice, riducendo l’importo dovuto. La Corte territoriale riteneva che, per il periodo in cui era provata l’inutilizzabilità degli apparecchi, nessuna somma fosse dovuta a titolo di PREU, poiché tale imposta è strettamente legata all’attività di raccolta del denaro.

La società concessionaria, non soddisfatta della decisione, proponeva ricorso in Cassazione, sostenendo che la Corte d’Appello avesse erroneamente interpretato la normativa sul PREU.

La Disciplina del PREU per apparecchi da gioco

La normativa di riferimento, contenuta principalmente nel d.l. 269/2003, stabilisce che il PREU si applica sulle somme giocate. La base imponibile è normalmente calcolata sui dati registrati dai contatori interni a ciascun apparecchio.

Tuttavia, la legge prevede un’ipotesi specifica per i casi in cui i dati non siano disponibili, leggibili o corretti. In queste circostanze, per evitare evasioni, la base imponibile viene determinata in via induttiva, applicando una misura forfettaria giornaliera. Questa misura si basa sulla media delle giocate registrate dall’apparecchio in un periodo precedente (non superiore a 60 giorni).

Eventi come furto, sequestro, dismissione o manutenzione straordinaria possono interrompere il funzionamento dell’apparecchio e, di conseguenza, la determinazione della base imponibile. La normativa tecnica, però, subordina la sospensione dell’obbligo di pagamento a una condizione precisa: la tempestiva comunicazione dell’evento al concessionario e all’Amministrazione finanziaria (oggi Agenzia delle Dogane e dei Monopoli), secondo protocolli telematici specifici.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della società concessionaria, ritenendo errata e troppo generica l’affermazione della Corte d’Appello. Secondo i giudici supremi, non è sufficiente dimostrare che gli apparecchi erano inutilizzabili per essere esonerati dal pagamento del PREU.

Il punto centrale della decisione è che l’interruzione della determinazione della base imponibile, e quindi la sospensione del pagamento, è subordinata alla corretta e tempestiva comunicazione dell’evento interruttivo (sequestro, manutenzione, ecc.) all’Agenzia. Questa comunicazione, che deve avvenire secondo precise modalità telematiche, è un presupposto fondamentale. La sua funzione è duplice:

1. Garantire l’Amministrazione: Evita che l’indisponibilità dell’apparecchio sia addotta in modo pretestuoso per sottrarsi al versamento del tributo.
2. Tutelare il gestore e il concessionario: Evita che, in assenza di dati reali, l’Amministrazione proceda a una determinazione induttiva basata su somme non effettivamente riscosse.

Se questa comunicazione manca, l’interruzione dell’obbligo fiscale non si verifica. Di conseguenza, la base imponibile viene determinata con il metodo forfettario giornaliero. La Corte d’Appello, quindi, avrebbe dovuto verificare non solo se gli apparecchi fossero effettivamente inutilizzabili, ma anche se tale situazione fosse stata oggetto di una regolare comunicazione all’Agenzia.

Le conclusioni

La Corte di Cassazione ha cassato la sentenza d’appello, rinviando la causa a un’altra sezione della Corte d’Appello di Roma per un nuovo esame. Il principio di diritto stabilito è chiaro: per poter escludere l’obbligo di pagamento del PREU per apparecchi da gioco non funzionanti, non basta la prova materiale dell’inutilizzo. È indispensabile che il gestore abbia adempiuto all’obbligo di comunicare l’evento interruttivo (come sequestro o manutenzione straordinaria) all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, seguendo le procedure previste. In caso contrario, l’imposta resta dovuta in misura forfettaria.

È dovuto il PREU per un apparecchio da gioco sequestrato o in manutenzione?
Dipende. L’obbligo di versare il PREU può essere escluso solo se l’indisponibilità dell’apparecchio (per sequestro o manutenzione straordinaria con inizializzazione dei contatori) viene regolarmente e tempestivamente comunicata all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli secondo le procedure previste.

Cosa succede se il gestore non comunica l’inutilizzabilità dell’apparecchio?
Se la comunicazione non avviene o non è corretta, il PREU è comunque dovuto. In questo caso, l’imposta viene calcolata in misura forfettaria giornaliera, basata sulla media delle giocate dei periodi precedenti.

Perché la comunicazione all’autorità è così importante?
La comunicazione serve a garantire la trasparenza e ad evitare abusi. Impedisce che un gestore possa disconnettere volontariamente un apparecchio per ottenere un guadagno indebito a danno del concessionario e dello Stato, assicurando che la sospensione del tributo avvenga solo per cause accertate e documentate.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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