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Presunzione legale evasione: irretroattiva ma probante

Una contribuente era stata oggetto di un avviso di accertamento per il 2006, basato su dati provenienti da una nota lista di correntisti di una banca svizzera. La Corte di Cassazione ha stabilito che la presunzione legale di evasione introdotta nel 2009 non può essere applicata retroattivamente. Tuttavia, ha chiarito che gli stessi dati possono essere utilizzati come prova per una presunzione semplice, annullando la decisione precedente e rinviando il caso al giudice di merito per una nuova valutazione probatoria.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Presunzione Legale Evasione: la Cassazione fa Chiarezza

L’ordinanza n. 6947/2025 della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale in materia di accertamenti fiscali su capitali detenuti all’estero: la presunzione legale di evasione. La Corte ha confermato il principio di irretroattività di tale presunzione, introdotta nel 2009, ma ha fornito un’importante precisazione sulla valenza probatoria dei dati per gli anni d’imposta precedenti. Questa decisione chiarisce che, sebbene il Fisco non possa beneficiare dell’inversione dell’onere della prova, le informazioni su conti esteri non dichiarati, come quelle provenienti da note liste di correntisti, rimangono un potente strumento di accertamento basato su presunzioni semplici.

I Fatti di Causa: Dall’Avviso di Accertamento al Ricorso in Cassazione

Il caso ha origine da un avviso di accertamento notificato a una contribuente per l’anno d’imposta 2006. L’Amministrazione Finanziaria contestava l’omesso versamento di imposte su redditi derivanti da attività finanziarie detenute presso una banca privata di Ginevra e non dichiarate nel quadro RW. La pretesa del Fisco si basava sulle informazioni emerse da una celebre lista di correntisti, contenente depositi e movimenti di denaro.

In primo grado, i giudici avevano dato ragione all’Agenzia. In appello, invece, la Commissione Tributaria Regionale aveva annullato l’avviso di accertamento. La motivazione dei giudici d’appello si fondava su un punto di diritto: la presunzione legale di evasione, introdotta dall’art. 12 del D.L. 78/2009, ha natura sostanziale e non può quindi essere applicata retroattivamente a un anno d’imposta come il 2006. L’Agenzia delle Entrate, insoddisfatta della decisione, ha quindi proposto ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte: la Distinzione tra Presunzione Legale e Semplice

La Corte di Cassazione, con una decisione articolata, ha parzialmente accolto il ricorso dell’Amministrazione Finanziaria, cassando la sentenza d’appello e rinviando la causa per un nuovo esame. Il cuore della decisione risiede nella netta distinzione tra “presunzione legale” e “presunzione semplice”.

Irretroattività della presunzione legale evasione: un principio consolidato

Innanzitutto, la Suprema Corte ha rigettato il motivo di ricorso con cui l’Agenzia sosteneva la natura procedurale (e quindi retroattiva) della norma. I giudici hanno confermato il loro orientamento consolidato: la presunzione contenuta nell’art. 12, comma 2, del D.L. 78/2009, secondo cui i capitali in paradisi fiscali si presumono costituiti con redditi evasi, è una norma di natura sostanziale. Essa incide direttamente sulla distribuzione dell’onere della prova e non può, pertanto, essere applicata a periodi d’imposta precedenti alla sua entrata in vigore (1° luglio 2009). Su questo punto, la decisione della CTR era corretta.

L’Utilizzabilità dei Dati come Presunzione Semplice

La vera svolta della sentenza risiede nell’accoglimento del primo motivo di ricorso. La Cassazione ha ritenuto errata la decisione dei giudici d’appello di annullare l’accertamento basandosi unicamente sull’irretroattività della norma. Pur non potendo applicare la presunzione legale di evasione, il giudice di merito avrebbe dovuto verificare se i fatti e i dati presentati dall’Amministrazione (ovvero l’inclusione del nome della contribuente nella lista dei correntisti esteri) potessero costituire una presunzione semplice di evasione.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato che l’irretroattività della presunzione legale non rende inutilizzabili i fatti su cui essa si sarebbe basata. Al contrario, questi fatti (come il possesso di un conto non dichiarato in un paese a fiscalità privilegiata) possono essere usati dall’Ufficio come elementi indiziari per costruire una presunzione semplice, secondo le regole ordinarie del Codice Civile. Tali presunzioni, per essere valide, devono essere “gravi, precise e concordanti”.

I giudici di legittimità hanno ulteriormente precisato che, in materia tributaria, il convincimento del giudice può fondarsi anche su un solo elemento presuntivo, purché esso sia grave e preciso, ovvero dotato di un’elevata valenza probabilistica. L’errore della Commissione Tributaria Regionale è stato quello di fermarsi al profilo dell’irretroattività della norma, omettendo completamente di valutare il peso probatorio concreto della cosiddetta “lista di correntisti” come potenziale indizio di evasione fiscale.

Le Conclusioni

In conclusione, questa ordinanza della Cassazione delinea un quadro chiaro con importanti implicazioni pratiche. Se da un lato viene tutelato il principio di irretroattività della legge tributaria sostanziale, dall’altro si conferma che il Fisco può legittimamente utilizzare dati e informazioni su patrimoni esteri non dichiarati, anche per annualità antecedenti al 2009. La differenza fondamentale sta nell’onere della prova: senza la presunzione legale, spetta all’Amministrazione Finanziaria dimostrare, sulla base di presunzioni semplici, gravi, precise e concordanti, l’esistenza di maggiori redditi. Tuttavia, come sottolineato dalla Corte, anche un singolo indizio, se particolarmente forte, può essere sufficiente a sostenere l’accertamento, lasciando poi al contribuente l’onere di fornire la prova contraria.

La presunzione legale di evasione per capitali all’estero è retroattiva?
No. La Corte di Cassazione ha confermato che la presunzione legale di evasione introdotta dall’art. 12, comma 2, del D.L. n. 78/2009 ha natura sostanziale e non procedurale. Pertanto, non può essere applicata retroattivamente a periodi d’imposta antecedenti alla sua entrata in vigore (1° luglio 2009).

Se la presunzione legale non si applica, i dati come una lista di correntisti esteri sono inutilizzabili per gli anni precedenti?
No. Anche se la presunzione legale non è applicabile, i medesimi fatti (come la detenzione di capitali non dichiarati in Paesi a fiscalità privilegiata) possono essere utilizzati dall’Ufficio come fondamento per una presunzione semplice di evasione. Il giudice ha il dovere di valutare il valore probatorio di tali elementi.

Basta un solo indizio per fondare un accertamento basato su presunzioni semplici?
Sì. Secondo la giurisprudenza citata nella sentenza, in materia tributaria il convincimento del giudice può fondarsi anche su una sola presunzione semplice, a condizione che questa sia grave e precisa, cioè dotata di un’elevata valenza probabilistica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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