LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Presunzione evasione fiscale: la Lista Falciani basta?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 15202/2024, ha esaminato un caso di accertamento fiscale per redditi esteri non dichiarati, emerso dalla cosiddetta ‘Lista Falciani’. Il ricorso di una contribuente, basato sulla non retroattività della norma che introduce una presunzione di evasione fiscale, è stato respinto. La Corte ha chiarito che, sebbene la presunzione legale specifica non sia retroattiva, i dati della lista costituiscono una ‘presunzione semplice’ sufficientemente grave e precisa per legittimare l’accertamento. L’onere della prova si sposta quindi sul contribuente, che deve dimostrare la liceità dei fondi.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 21 novembre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Presunzione Evasione Fiscale: Quando i Dati Esteri Diventano Prova

La lotta all’evasione fiscale internazionale si combatte spesso sul piano probatorio. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 15202 del 30 maggio 2024) offre un chiarimento cruciale su come l’Amministrazione Finanziaria possa utilizzare dati bancari esteri, come quelli della nota ‘Lista Falciani’, per fondare un accertamento, anche per annualità precedenti a specifiche norme sulla presunzione evasione fiscale. Il caso riguarda una contribuente accusata di aver omesso di dichiarare ingenti somme detenute in Svizzera, accertate grazie alla cooperazione informativa internazionale.

I Fatti del Caso

L’Agenzia delle Entrate notificava a una contribuente un avviso di accertamento per l’anno d’imposta 2006, contestando un maggior reddito e redditi di capitale prodotti all’estero. L’accertamento scaturiva da indagini della Guardia di Finanza, basate su informazioni ottenute dall’amministrazione fiscale francese. Tali informazioni provenivano dalla cosiddetta ‘Lista Falciani’, un elenco di persone con disponibilità finanziarie presso una banca privata di Ginevra.

La contribuente impugnava l’atto, ottenendo inizialmente l’annullamento in primo grado. Tuttavia, la Commissione Tributaria Regionale ribaltava la decisione, ritenendo legittimo l’accertamento. La questione giungeva così dinanzi alla Corte di Cassazione, con la contribuente che sollevava quattro motivi di ricorso, incentrati principalmente sulla violazione del principio di irretroattività della norma tributaria.

La questione della presunzione evasione fiscale e la non retroattività

Il cuore della difesa della ricorrente si basava sull’articolo 12, comma 2, del D.L. n. 78/2009. Questa norma ha introdotto una presunzione legale relativa secondo cui gli investimenti e le attività finanziarie detenuti in paradisi fiscali, in violazione degli obblighi di monitoraggio, si presumono costituiti con redditi sottratti a tassazione.

La contribuente sosteneva che tale norma, entrata in vigore nel 2009, non potesse essere applicata retroattivamente all’anno d’imposta 2006. Secondo la difesa, la presunzione aveva natura sostanziale, incidendo sulla distribuzione dell’onere della prova, e non meramente procedurale.

La Decisione della Corte: Presunzione Legale vs. Presunzione Semplice

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, pur correggendo la motivazione della sentenza di secondo grado. Gli Ermellini hanno confermato un principio fondamentale: la presunzione legale di evasione introdotta dal D.L. 78/2009 non ha efficacia retroattiva. Ha natura sostanziale e non può applicarsi a periodi d’imposta antecedenti alla sua entrata in vigore.

Tuttavia, la Corte ha specificato che l’inapplicabilità di quella norma non rende l’accertamento illegittimo. L’Amministrazione Finanziaria, infatti, può sempre ricorrere alle ‘presunzioni semplici’ previste dall’articolo 2729 del Codice Civile. In questo contesto, i dati provenienti dalla ‘Lista Falciani’ non sono carta straccia, ma costituiscono un elemento indiziario forte e sufficiente.

Le motivazioni

La Suprema Corte ha articolato il suo ragionamento su un duplice binario. In primo luogo, ha riaffermato la non retroattività della presunzione legale del 2009, accogliendo in linea di principio la tesi della contribuente su questo specifico punto. Applicare tale presunzione a fatti del 2006 avrebbe violato lo Statuto del Contribuente e il principio generale di irretroattività delle leggi.

In secondo luogo, e qui sta il punto decisivo, ha chiarito che l’assenza di una presunzione legale non preclude all’Ufficio di utilizzare gli stessi fatti come base per una presunzione semplice. Secondo la giurisprudenza consolidata, per fondare un convincimento su presunzioni semplici non è necessario un concorso di più elementi: può essere sufficiente anche un solo indizio, a condizione che sia ‘grave e preciso’. Nel caso di specie, la scheda cliente riepilogante gli investimenti e le attività finanziarie detenute presso la banca svizzera è stata considerata un elemento con un’elevata valenza probabilistica, sufficiente a fondare la presunzione della natura reddituale delle somme e a spostare l’onere della prova sulla contribuente, la quale non ha fornito elementi contrari sufficienti a superarla.

Le conclusioni

L’ordinanza stabilisce un principio di grande rilevanza pratica: anche in assenza di norme specifiche che introducano una presunzione evasione fiscale, i dati provenienti da scambi informativi internazionali o da fonti qualificate come le ‘liste’ bancarie possono legittimamente fondare un accertamento fiscale. Tali dati, sebbene non supportati da una presunzione legale ad hoc per il periodo d’imposta contestato, possono essere pienamente utilizzati come presunzioni semplici. La conseguenza diretta è l’inversione dell’onere della prova: una volta che il Fisco ha presentato un indizio così forte, spetta al contribuente dimostrare in modo convincente la provenienza lecita dei fondi e il corretto adempimento degli obblighi fiscali.

Una legge che introduce una presunzione di evasione fiscale può essere applicata a periodi d’imposta precedenti alla sua entrata in vigore?
No, la Corte ha stabilito che la presunzione legale di evasione introdotta nel 2009 non ha efficacia retroattiva e non può essere applicata all’anno d’imposta 2006, in rispetto del principio di irretroattività della norma tributaria.

L’Agenzia delle Entrate può basare un accertamento fiscale solo su dati provenienti da liste come la ‘Lista Falciani’?
Sì. Anche se la presunzione legale specifica non è applicabile retroattivamente, la Corte ha chiarito che i dati di tali liste costituiscono un elemento indiziario forte, sufficiente a fondare una presunzione semplice di evasione. Un singolo indizio può essere sufficiente se ritenuto ‘grave e preciso’.

In caso di accertamento basato su presunzioni semplici, a chi spetta l’onere della prova?
Una volta che l’Amministrazione Finanziaria ha presentato indizi gravi, precisi e concordanti (come i dati bancari esteri), l’onere della prova si sposta sul contribuente. Spetta a quest’ultimo dimostrare la provenienza lecita dei fondi o che i redditi sono già stati tassati o non erano soggetti a tassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati