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Prestazioni extra-budget: tassazione e competenza

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 26365/2025, ha stabilito che i ricavi derivanti da prestazioni extra-budget fornite da strutture sanitarie convenzionate non sono tassabili nell’anno in cui il servizio è reso. La tassazione è rinviata al momento in cui il credito diventa certo e quantificabile, derogando al principio generale di competenza. Questo avviene perché il pagamento di tali prestazioni non è garantito, ma subordinato alla disponibilità di fondi pubblici aggiuntivi.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto Tributario, Giurisprudenza Tributaria

Prestazioni extra-budget: la Cassazione chiarisce quando diventano reddito tassabile

La gestione fiscale delle prestazioni extra-budget erogate da strutture sanitarie private in convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale è un tema complesso, che pone importanti questioni sull’applicazione del principio di competenza. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è intervenuta per fare chiarezza, stabilendo che i ricavi derivanti da tali prestazioni non sono immediatamente tassabili, ma lo diventano solo quando acquisiscono i requisiti di certezza e determinabilità. Analizziamo insieme la decisione e le sue implicazioni.

Il caso: accertamento fiscale su una struttura sanitaria

Una struttura sanitaria privata si è vista recapitare un avviso di accertamento da parte dell’Amministrazione Finanziaria per l’anno d’imposta 2009. L’oggetto della rettifica riguardava i corrispettivi per le prestazioni sanitarie rese oltre il tetto di spesa concordato con la Regione (le cosiddette prestazioni extra-budget).

Secondo il Fisco, tali ricavi avrebbero dovuto essere tassati nell’anno in cui i servizi erano stati forniti, in applicazione del principio di competenza economica. La società, invece, sosteneva che tali somme non potevano essere considerate ricavi certi e realizzati in quell’esercizio, poiché il loro pagamento da parte dell’ente pubblico era incerto e subordinato a futuri stanziamenti di fondi.

Sia la Commissione Tributaria Provinciale che quella di II Grado avevano dato ragione alla società contribuente, ma l’Amministrazione Finanziaria ha deciso di portare il caso dinanzi alla Corte di Cassazione.

La questione delle prestazioni extra-budget e il principio di competenza

Il cuore della controversia risiede nell’interpretazione dell’art. 109 del TUIR, che disciplina il principio di competenza per la determinazione del reddito d’impresa. Secondo tale principio, i ricavi concorrono a formare il reddito nell’esercizio in cui la prestazione è stata ultimata, a prescindere dall’effettivo incasso.

Tuttavia, per essere fiscalmente rilevante, un ricavo deve possedere due requisiti fondamentali: la certezza nella sua esistenza e l’oggettiva determinabilità del suo ammontare. L’Amministrazione Finanziaria riteneva che il contratto di convenzione con l’Azienda Sanitaria Locale fosse un titolo giuridico sufficiente a rendere certi e determinabili i ricavi delle prestazioni extra-budget già al momento della loro esecuzione.

La struttura sanitaria, al contrario, evidenziava come il superamento del budget annuale rendesse il pagamento di tali prestazioni del tutto aleatorio, dipendente da fattori esterni e futuri, come la disponibilità di ulteriori risorse finanziarie da parte della Pubblica Amministrazione.

La decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’Amministrazione Finanziaria, confermando le sentenze dei giudici di merito e consolidando un orientamento giurisprudenziale già espresso in precedenza.

Le motivazioni: Certezza e determinabilità del ricavo

I giudici hanno chiarito che il principio generale di competenza non trova applicazione automatica per i ricavi derivanti da prestazioni extra-budget. Questi, infatti, sono privi dei requisiti di certezza e determinabilità finché non avviene il formale riconoscimento e la quantificazione da parte dell’ente pubblico secondo le modalità previste dalla convenzione stessa.

In altre parole, fino a quando l’Azienda Sanitaria non riconosce formalmente il debito e la disponibilità dei fondi per coprirlo, il credito della struttura sanitaria rimane una mera aspettativa. La Corte sottolinea che, in materia sanitaria, il rispetto del tetto di spesa rappresenta un vincolo inderogabile per la Pubblica Amministrazione. Di conseguenza, è onere della struttura sanitaria provare l’esistenza di risorse disponibili per la remunerazione delle prestazioni eseguite oltre il budget. Solo a quel punto il ricavo può considerarsi realizzato ai fini fiscali e, quindi, tassabile.

Le conclusioni: implicazioni per le strutture sanitarie

Questa ordinanza offre un’importante tutela per le strutture sanitarie convenzionate, evitando che siano costrette a pagare imposte su ricavi la cui riscossione è incerta. La decisione stabilisce un principio fondamentale: la tassazione deve seguire la realtà economica e giuridica del credito. Non è sufficiente aver eseguito una prestazione per generare un ricavo imponibile; è necessario che tale ricavo sia giuridicamente certo nella sua esistenza e oggettivamente determinabile nel suo importo. Per le prestazioni extra-budget, questo momento coincide con il riconoscimento formale da parte dell’ente pubblico debitore, non con la mera erogazione del servizio.

I ricavi derivanti da prestazioni extra-budget devono essere tassati nell’anno in cui il servizio è stato reso?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che il principio generale di competenza non si applica in questo caso, poiché tali ricavi mancano dei requisiti di certezza e determinabilità al momento dell’erogazione del servizio.

Quando un ricavo da prestazioni extra-budget diventa fiscalmente rilevante?
Diventa fiscalmente rilevante, e quindi tassabile, solo nel momento in cui l’ente sanitario pubblico effettua il formale riconoscimento del debito e la quantificazione dell’importo dovuto, secondo le modalità previste dalla convenzione.

Chi deve provare la disponibilità dei fondi per il pagamento delle prestazioni extra-budget?
Secondo la Corte, l’onere della prova dell’esistenza di risorse disponibili per la remunerazione delle prestazioni eseguite “extra budget” ricade sulla struttura sanitaria che vanta il credito nei confronti della Pubblica Amministrazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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